I diritti dell'imputato (un problema civile)

I diritti dell'imputato (un problema civile) Inaugurata la Pro Cultura I diritti dell'imputato (un problema civile) Dibattilo fra Conso e Gallo sulla nuova legge « Poiché ciascuno è presunto innocente finché non sia stalo dichiarato colpevole... », Cosi proclamava l'art. 9 della (i Dichiarazione dei diritti dell'uomo », votata dall'Assemblea francese nella notte del 4 agosto 17i!9, in piena Rivoluzione. Era la fine dei soprusi, delle torture, della giustizia sommaria. Ma oggi, a distanza di quasi due secoli, qual è il destino di un cosi fondamentale principio umano e sociale? Questo il tema del dibattito t« L'imputalo di fronte alla società: presunto innocente o probabile colpevole? ») che ha inaugurato ieri pomeriggio la « stagione » della Pro Cultura Femminile, Ne sono stati protagonisti, davanti ad un folto pubblico, due giuristi torinesi, i professori Giovanni Conso e Marcello Gallo, tra i quali faceva da moderatore il prof. Giuseppe Grosso. « Non si può dire — ha esordito il prof. Conso — che quel diritto sia pienamente attuato in Italia. Anzi esso, pur essendo ribadito dalla nostra Costituzione, è uno dei più traditi e calpestati. Eppure oggi c'è chi arriva a sostenere che all'imputato viene concesso troppo: ci si dimentica forse che in altri paesi, i quali non hanno conosciuto il fascismo, i diritti della difesa sono sempre rimasti un punto fermo, intoccabile. Noi dobbiamo invece riguadagnare ancora, nella mentalità più che sulla carta, il terreno che abbiamo perso in quel ventennio, E' la nostra coscienza civile che lo pretende: se pensiamo che ben il 50 per cento dei processi si conclude con un'assoluzione, non possiamo fare a meno di ritenere l'imputato un presunto innocente fino alla sentenza '). Del resto, maggiori diritti all'imputato non significa — come molti suppongono — porta aperta alla criminalità. « Si dice che essa sia in aumento — ha continuato il giurista —. Ma ne siamo proprio sicuri? O piuttosto noi ■ misuriamo la realtà d'oggi con il metro di 30, 40 anni fa? Tutto è cambialo, la popolazione si è smisuratamente accresciuta, nelle metropoli (Torino è un esempio) spesso l'uomo, l'immigrato, si sperde, non trova l'ambiente adatto pur vivere. Capovolgerei quindi i termini del problema: non l'imputato di fronte alla società, ma la società di fronte all'imputalo, il quale tante volle potrebbe rimproverare ad essa di averlo portato al reato ». Il prof. Gallo ha posto l'accento sulla presunzione d'innocenza intesa come rispetto dei diritti della persona umana: « Ciò significa — ha detto — che, contrariamente a quanto avviene nell'ordinamento processuale italiano, l'imputato deve poter partecipare a lutti gli slati e gradi del. procedimento, e in primo luogo alla costituzione e valutazione delle prove, come nei sistemi di tipo anglosassone». Questo per permettere da un lato ima maggiore celerità e offrire dall'altro la garanzia di un giudizio il più sereno e obiettivo possibile: « A tal fine sarebbe auspicabile eliminare quello sdoppiamento inutile tra la fase istruttoria, segreta, e la fase, dibattimentale: cosa che invece non è prevista dalla nuova legge-delega in discussione in questi giorni al Parlamento ». A proposito di tale legge, il giudizio dei due giuristi non è stato del tutto positivo: la giustizia sostanziale rischia di fare solo un piccolo passo in avanti. c. sar.

Persone citate: Conso, Gallo, Giovanni Conso, Giuseppe Grosso, Marcello Gallo

Luoghi citati: Italia, Torino