I fratelli dissidenti di Roy Medvedev

I fratelli dissidenti AJNAJLISI I fratelli dissidenti (Perquisita la casa dello storico Roy Medvedev: Zhores, il biologo, fu internato in clinica e definito schizofrenico) (Dal nostro corrispondente) Mosca, 18 ottobre. Lo storico Roy Medvedev ha presentato una protesta alle autorità di polizia perché, cinque giorni fa, agenti del «Kgb» (la polizia politica) hanno perquisito il suo appartamento e hanno confiscato alcuni manoscritti su Stalin, sul problema ebraico nell'Urss e sulla politica sovietica verso i Paesi dell'Europa dell'Est. Medvedev, secondo quanto riferiscono alcuni suoi amici, ha chiesto la restituzione dei manoscritti sequestrati, «frutto di anni di ricerche e di studi». Roy Medvedev, 46 anni, è fratello gemello del biologo Zhores, il quale, l'anno scorso in giugno, fu ricoverato per tre settimane in un ospedale psichiatrico. Zhores — autore di un libro, Ascesa e caduta di T. D. Lysenko, bocciato dalla censura sovietica e pubblicato soltanto all'estero — nel maggio 1970 aveva fatto circolare tra i corrispondenti occidentali una «lettera aperta», nella quale lamentava le restrizioni alla libertà di movimento, cui sono sottoposti gli scienziati sovietici, e le loro difficoltà a comunicare per posta con i colleghi di altri Paesi. Dopo che la lettera fu pubblicata da un giornale occidentale, Zhores Medvedev fu fermato dalla polizia a Obninsk; dove dirigeva l'Istituto di radiologia, e sottoposto ad un esame psichiatrico all'istituto «Serbsky» di Mosca, diretto dal dottor Lunts, che è diventato uno specialista nel dichiarare «malati di mente» i dissidenti sovietici. Secondo la diagnosi di Lunts, il biologo sarebbe dovuto restare un mese in osservazione in una clinica psichiatrica. Contro questa «sentenza», Roy Medvedev promosse una campagna di protesta, che ebbe l'adesione dei più noti rappresentanti della cultura e della scienza sovietiche: da Aleksandr Solzenicyn a Pjotr Kapica, da Igor Tamm a Andrej Sacharov. Si dice che tinche Mstislav Keldyshu presidente dell'Accademia delle Scienze, sia intervenuto per affrettare la liberazione di Zhores Medvedev. II biologo fu dimesso dopo tre settimane. La polizia gli disse che considerava «chiuso il caso», a patto che Medvedev promettesse di non scrivere una riga su quanto gli era accaduto. Ma, qualche mese dopo, il biologo scopri di essere schedato presso l'ospedale psichiatrico di Obninsk come affetto da «incipiente schizofrenia». La polizia aveva rotto i patti e Medvedev non si senti più vincolato alla promessa fatta: insieme con il fratello Roy scrisse un libro sulla propria esperienza, uscito recentemente in Occidente con il titolo A question of madness («Una questione di pazzia»). La partecipazione alla stesura del libro è stata probabilmente la causa della perquisizione della polizia politica nella casa di Roy Medvedev. Storico anticonformista, espulso alcuni anni fa dal partito per avere inviato a Kommunist, rivista teorica del pcus, una lettera di protesta contro la «graduale riabilitazione di Stalin», Roy Medvedev aveva inviato, nell'aprile 1970, una lettera aperta a Breznev, Kossighin e Podgorny. Il documento, che recava anche la firma dei fisici Sacharov e Turcin, era una lucida e pacata analisi delle cause del «gap» tecnologico sovietico nei confronti dei Paesi occidentali più progrediti e apparve come il manifesto deU'intelligencija non ortodossa. «Nell'epoca attuale — affermavano tra l'altro Medvedev, Sacharov e Turcin — è esigenza imprescindibile assumere una serie di misure che consentano un'ulteriore democratizzazione della vita sociale del Paese. Questa necessità deriva in particolare dallo stretto legame esistente tra il problema del progresso tecnico-economico e dei metodi di direzione scientifica con quelli della libertà d'informazione, di pubblicità e di competitività. Questa necessità scaturisce inoltre dai problemi di politica interna ed estera». Pare che tra i manoscritti sequestrati in casa di Medvedev fossero uno studio sul ruolo del Cremlino nei fatti cecoslovacchi del 1968 e in quelli polacchi dell'anno scorso. Ma, riferiscono gli amici dello storico, l'attenzione della polizia si è concentrata soprattutto sui lavori sulla questione ebraica e su Stalin. Sette giorni fa, i corrispondenti occidentali sono entrati in possesso di una lettera aperta della scrittrice Lydja Chuokvskaja, la quale lamentava che sempre più spesso i giudici dei tribunali equiparano la letteratura antistaliniana alla letteratura antisovietica. Paolo Garimberti cddClglvccglrdchvtlEpc

Luoghi citati: Europa Dell'est, Mosca, Obninsk, Urss