Processo a Klotz di Gino Mazzoldi
Processo a Klotz La strage di Malga Sasso Processo a Klotz In prima istanza venne assolto per insufficienza di prove - L'appello a Milano per «legittima suspicione» (Dal nostro corrispondente) Milano, 11 ottobre. Davanti ai giudici della II sezione della corte d'assise d'appello, presieduta dal dottor Spacca, è cominciato oggi il processo di secondo grado per la strage di Malga Sasso, avvenuta il 0 settembre 1966, una delle pagine più sanguinose dell'escalation terroristica in Alto Adige. Anche il nuovo dibattimento si tiene a Milano per legittima suspicione. Principale imputato è ancora Georg Klotz, «il martellatore della Val Passiria», che però, insieme con gli altri tre imputati ritenuti responsabili del tragico assalto, Richard Kofler, Alois Larch e Alois Rainer, fu assolto per insufficienza di prove dalla corte d'assise di primo grado. Klotz e i suoi tre compagni erano stati incriminati per la morte del tenente Franco Petrucci e dei due finanzieri Eriberto Volgger e Martino Cossu, in base alle confessioni fatte da Kofler subito dopo l'arresto. L'imputato, tuttavia, sia in istruttoria, sia durante il dibattimento, aveva fatto una completa ritrattazione, sostenendo di essere stato malmenato. Il pubblico ministero Vaccari aveva invece ritenuto autentiche le prime dichiarazioni di Kofler, giudicandolo anche conferma; te da prove obiettive, e aveva chiesto la pena dell'ergastolo per lui e i tre coimputati. La corte, presieduta dal dottor Del Rio, aveva invece accolto le argomentazioni dei difensori assolvendo per insufficienza di prove, oltre a Kofler, Larch, Rainer e Klotz. Contro la sentenza aveva ricorso il rappresentante della pubblica accusa. Georg Klotz è sfitto però condannato nel processo di primo grado a 23 anni di reclusione per altri attentati. Tutti gli imputati condannati alle pene minori hanno già estinto le condanne subite, alcuni con la carcerazione preventiva, altri beneficiando di provvedimenti di indulto e amnistia. I maggiori responsabili, come Klotz, sono invece latitanti. Il processo di secondo grado venne chiamato una prima volta il 24 giugno dello scorso anno, ma il presidente, Casimiro Odorisio, accogliendo un'istanza della difesa, l'aveva rinviato, a causa della mancata osservanza dell'uso bilingue nella notificazione del decreto di citazione. Esso era stato infatti notificato agli imputati solo in lingua italiana e non in lingua tedesca, e questa lacuna, ledendo il diritto del cittadino sancito dalla norma costituzionale, aveva «indubbiamente viziato» l'intero procedimento poiché gli imputati Kofler, Poell, Marth, Pauer, Xasoner e Froescher risiedono in provincia di Bolzano, dove vige appunto il bilinguismo. Oggi alla ripresa del processo (nessun imputato era presente in aula) gli avvocati della difesa, hanno sollevato nuove eccezioni, sostenendo anzitutto l'inammissibilità dell'impugnazione proposta dalla pubblica accusa, giudicandola nulla sempre per effetto della notifica avvenuta soltanto nella lingua nazionale. Inoltre, il professor Nuvolone ha chiesto che, in subordine, venga dichiarata l'incostituzionalità dell'articolo 55 del codice di procedura penale. Il difensore ha citato una sentenza della Corte Costituzionale, secondo cui rimangono sempre identici i diritti di difesa dell'imputato. Egli ha alluso al fatto che i diritti di cui l'imputato gode in sede regionale e cioè a Bolzano (capoluogo di una Regione a statuto speciale) debbono permanere nel caso in cui un processo venga assegnato ad altra sede giudiziaria per legittima suspicione. Altre istanze sempre sulla questione della lingua da usarsi nelle notifiche, sono state sollevate dall'avvocato Riz e da altri difensori. Contro queste istanze si è pronunciato l'avvocato Staccanella dell'avvocatura di Stato, che è parte civile per i danni subiti dall'amministrazione militare, e il procuratore generale, dottor Bonelli. La corte dopo oltre due ore e mezzo di camera di consiglio, ha emesso un'ordinanza con la quale ha respinto tutte le eccezioni sollevate, rinviando l'udienza a domani mattina. La sanguinosa strage di Malga Sasso avvenne invece il 0 settembre 1966. Secondo l'accusa, Klotz. Kofler, Larch e Rainer nascosero in quella casermetta della guardia di Finanza, situata a quota 1745, un ordigno esplosivo ad alto potenziale la cui deflagrazione provocò lo scoppio di 60 bombe a mano. Dalle macerie furono estratti i corpi straziati del vicebrigadiere Eriberto Volgger e del finanziere Martino Cossu. La terza vittima, il tenente Franco Petrucci, mori dopo 14 giorni di agonia all'ospedale di Vipiteno. Gino Mazzoldi
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