Nenni: Già nel 1948 ci rompemmo le ossa di Fausto De LucaPietro Nenni
Nenni: Già nel 1948 ci rompemmo le ossa Il psi discute i rapporti con i comunisti Nenni: Già nel 1948 ci rompemmo le ossa Dinan/.i al Comitato centrale, ha criticato a fondo la politica degli « equilibri più avanzati » « Guardiamoci dal dare argomenti e armi alla destra, che ci attende al varco di sempre possibili nostri errori» - «Le sorti prossime del Paese si giocano non sui documenti dei partiti, ma sulla crisi economica» - Gli interventi di Lombardi, Zagari, Mariotti, Mosca, Bertoldi (Nostro servizio particolare) Roma, 8 ottobre. Sulla relazione svolta ieri al Comitato centrale socialista dal segretario politico Giacomo Mancini, hanno parlato oggi Pietro Nenni e Riccardo Lombardi. Due interventi, da posizioni nettamente opposte, che hanno sollecitato il comitato cen- trale a scelte precise, uscendo dal quadro esposto da Mancini « in modo problematico ». Nenni ha chiesto che il psi si impegni al rilancio del Centro Sinistra (« questa è forse l'ultima occasione»). Lombardi ha detto che è tempo di precisare un « calendario politico », obiettivi definiti « in un tempo politico », lungo la linea degli « equilibri più avanzati ». Queste sollecitazioni riflettono sostanzialmente i giudizi esterni degli altri partiti sulla relazione di Mancini. Per i giornali della de e del pri, gli « equilibri più avanzati » restano con caratteri « ambigui ». Dice il pri: «Mancini .li sposta nel tempo, ma non contribuisce alla chiarezza e al rafforzamento della coalizione ». Per II Popolo, il giudizio sul consiglio nazionale de è « artificioso e contraddittorio » e « aumenta le difficoltà del dialogo nel Centro Sinistra ». I socialdemocratici contrappongono Mancini e Nenni, il primo tacciato di « inutile furberia » perché adesso si trova ingabbiato nella linea dei « nuovi equilibri », mentre Nenni dà la sola e realistica valutazione della situazione e dei compiti che spettano alle forze democratiche. Da sinistra, i socialproletari trovano che « tra l'enunciazione della linea e le indicazioni politiche concrete c'è un abisso di vuoto », mentre i comunisti pongono in risalto che il psi vuole «un nuovo corso politico », ma non trascurano che Mancini ha evitato di indicare, rinviando ogni scelta al congresso, l'uno e l'altro sbocco operativo. Nenni ha attaccato frontalmente la teoria dei « nuovi equilibri », dicendo che essa « o è una cosa ovvia, come ricerca incessante di posizio ni più avanzate per i lavoratori, o è un elemento di con fusione, quando viene applicata ai rapporti da partito a partito con i comunisti ». Re sta valida, egli ha detto, la linea definita negli Anni Sessanta nei confronti dei comunisti, linea che aveva due sco pi: ricreare al socialismo uno spazio autonomo, giungere all'incontro con le masse cattoliche per alzare una barriera a destra. E c'era un terzo sco po: l'unificazione socialista, come « nucleo » di un'alter nativa all'interno stesso del Centro Sinistra « per il pre vedibile caso di una invola zione a destra dei settori ceti tristi ». Tutto questo « è croi lato e non può essere ritenta to in tempi brevi ». Ma la strada da seguire non può essere quella dei « nuovi equilibri »: « Finora essa era e- spressa con cautela, e Mancini dice infatti che non può essere interpretata come l'indicazione meccanica di un nuovo schieramento di maggioranza e di governo; questo era, fino a poco fa, il limite si dei "nuovi equilibri", oggi pero il linguaggio cambia annuncia un "nuovo corso" » Ma che cosa ci sarebbe di nuovo?, si e chiesto Nenni. « Nulla, rispetto al passato. Già tentammo il " nuovo corso " e nel 1948 ci rompemmo le ossa per qualcosa che ci pareva valesse qualsiasi sacrificio: l'unità dei proletari in un partito nuovo ». Ma « il partito nuovo non si fece e abbandonammo il potere quando più necessaria sarebbe stata la nostra presenza ». « Guardiamoci dal ricominciare da capo, diamo alla base del par tito il tempo di riflettere prima del congresso, guar- diamoci dal dare argomenti ed armi alla destra, che ciattende al varco di sempre possibili nostri errori ». Per Nenni, la situazionedel paese è molto difficilesul terreno economico-socialee su quello politico. Non c'ètanto il pericolo di una restaurazione fascista, quanto quello di un blocco d'ordine a carattere autoritario. « C'è un dilemma davanti alla classe11111 ii 111 li 111111 u 1111111111111111111111111111111111111 dirigente della quale facciamo parte: o siamo capaci di un organico sforzo di ripresa, oppure andiamo ad una crisi del sistema democratico ». « Le sorti prossime del paese si giocano non sui do aumenti dei partiti, ma sulla j crisi economica e sulla capacita o meno di contenerla o di superarla: nel 1971. come j nel 1964 ». Nenni si è pronunciato per il rilancio del Centro Sinistra: « Rilancio, non j continuità, non un durare; senza vivere ». Il consiglio nazionale de si è espresso, a \ suo giudizio, per questo rilancio, ponendo le basi per la ripresa di un discorso che I « in ogni caso deve proiettarsi al di là delle elezioni presidenziali » Ma il psi de-1 ve capire che gli « equilibri più avanzati » costituiscono un elemento « polemico » e \ contraddittorio con la col laborazione governativa, Sul referendum, Nenni ha detto che si tratta di «.un meccanismo forse senza, re tromarcia ». Il psi non può rifiutare una discussione sul modo di evitare « una prò va certamente difficile », ma « niente diplomazia segreta, Fausto De Luca (Continua a pagina 2 in prima colonna) | Pietro Nenni
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