Offerta pubblica Bastogi E' solo il primo "round,,

Offerta pubblica Bastogi E' solo il primo "round,, Dichiarazioni del banchiere inglese Richard Hambro Offerta pubblica Bastogi E' solo il primo "round,, I rapporti con Sindona e l'operazione « Centrale » - I mali del mercato finanziario italiano e i possibili rimedi - Che cosa rappresenta l'« Opa » (Nostro servizio particolare) Roma, 5 ottobre. «Per pura formalità, le chiedo se è la Hambro il grande gruppo internazionale che sta tentando di dare la scalata alla Bastogi ». così s'inizia l'intervista a Richard Hambro, ventiseienne figlio di Jocelyn Hambro, presidente della banca inglese, che « L'Espresso » pubblicherà nel suo prossimo numero. « La Hambro non vuole comprare la Bastogi » è la risposta dell'intervistato, che continua: « Naturalmente seguiamo da vicino le sue vicende: si è fatto tanto chiasso su Questa nostra presenza, collegandoci alla faccenda per i nostri rapporti con la Westdeutschc Landesbank (la banca tedesca che ha lan ciato l'offerta pubblica d'acquisto di 20 milioni di Bastogi - n.d.r.) e con Michele Sindona. Questi rapporti ci sono e suno molto saldi, del resto è ancora presto .per parlare, l'offerta pubblica di acquisto è ancora aperta ». Passando poi a parlare del mercato finanziario italiano, «anemico, senza dinamismo», alla domanda: «Che cosa si può fare per rimediare? », Hambro il giovane risponde: « Secondo me. i mali del mercato italiano sono tre: il primo, forse il più grave, è c/tc l'investitore italiano, il vostro uomo della strada, non ha il minimo potere in seno alle aziende nelle quali ha investito i suoi soldi. Viene guidato per mano da banche (se così posso chiamarle) e da uomini che hanno come obiettivo i loro interessi personali ». E citando i o e e tnl ril caso Bastogi, Richard Hambro aggiunge: « Le sembra possibile che una banca degna di questo nome che abbia un cliente con qualche Bastogi non lo consigli di vendere a 2800 piuttosto che farlo rimanere con qualcosa che vale circa 1600 lire? ». Il secondo male del mercato italiano, secondo Richard Hambro è l'insufficienza di titoli quotati in Borsa. « Le sembra possibile — chiede — che aziende con fatturato e utili superiori a quelli d'imprese quotate, non appaiono in listino? Si, lo so, c'è il fisco e tutto il resto. Ma non è venuto il momento di accettare le regole internazionali? ». Quanto al terzo male del mercato finanziario italiano, secondo Hambro va individuato « nella paura per gli stranieri, che però nasconde la paura d'internazionalizzarsi: vecchi imprenditori, vecchi banchieri il cui unico desiderio è la pace e la tranquillità », afferma il ventiseienne banchiere inglese. E prosegue: « Ma questa è una pia illusione; in questo stesso momento un mucchio di aziende e anche di banche italiane sono mature per essere acquistate, e quasi tutte fuori listino». Alla domanda: « Che cosa vi proponete con l'azione Centrale », di cui Hambro e Sindona hanno acquisito il controllo. Richard Hambro. dopo aver precisato che Sindona non è il « loro » uomo in Italia, ma agisce indipendentemente, anche se i legami sono stretti («senza di lui l'operazione Centrale sarebbe stata impossibile»), il banchiere inglese risponde: « Speriamo di fare della Centrale una vera finanziaria, una finestra sul mondo; non vogliamo che rimanga una holding immobile. La riorganizzazione del portafoglio è già iniziata: la maggioranza dell'Autovox è già passala alla Motorola: adesso vedremo cosa fare dell'Arrigonì c del settore cartario. Si tratta dì mettere un po' d'ordine. Ci riusciremo nel '72 ». Domanda: « Quale sarebbe. la prima mossa d'una ipotetica fusione tra Centrale e i Bastogi? ». Risposta di Hambro: « La fusione di aziende che operano nello stesso settore, di proprietà delle due finanziarie, e la loro quotazione in Borsa ». Poi all'intervistatore, che gli ricorda un colloquio avuto con Guido Carli. Hambro risponde: « Abhi/imo parlato soprattutto della Centrale. Quanto all'offerta pubblica per la Bastogi, in nessun paese le banche centrali sono mai intervenute per operazioni del genere, e non credo che l'abbia fililo Carli. Quanto ai protagonisti della operazione. Carlo Peserii avversa l'Opa per rientrare in possesso delle Ilulcementi che sono nel portafoglio Bastogi, ma credo che chiunque vincesse sarebbe lieto di liberur- sanlstEsli«ns2 si delle Italcementi. Quanto ai titoli Montedison. che sono nel portafoglio Bastogi, quale finanziaria che si voglia scrollare la polvere di dosso terrebbe titoli Montedison? Ed è un peccato: la Montedison dovrebbe essere un titolo tra i più sicuri della Borsa italiana. Invece... ». Dopo aver osservato che « Cefis deve avere grandi piani di sviluppo per la Bastogi se lia fatto in modo che i risparmiatori rinunciassero a 2800 lire per azione (e se pensa d'internazionalizzarla, tanto di cappello)», Hambro conclude: « In ogni caso, l'Opa è stato un grande passo avanti, un campanello d'allarme per tante poltrone in Italia; basterà che abbia un successo relativo per scuotere il mondo finanziario italiano. Se la Bastogi non darà segni tangibili che la fusione con Italpi, Sges e Ses è stata una mossa felice, a tutti verranno in mente quelle 2800 lire per uzione. E allora sarà forse tempo per una nuova Opa. Questo era il primo round; l'importante era presentarsi sul quadralo ». m. s.

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