Wilson accusa il governo Heath «Torniamo indietro di 40 anni» di Mario Ciriello

Wilson accusa il governo Heath «Torniamo indietro di 40 anni» Il congresso del partito laborista a Brighton Wilson accusa il governo Heath «Torniamo indietro di 40 anni» « Quasi un milione di uomini è senza lavoro... Per la prima volta dagli Anni Trenta la nazione è dominata da ira e paura» - Non vi saranno «rappresaglie» contro i deputati che in aula voteranno a favore dell'ingresso dell'Inghilterra nel Mec (Dal nostro inviato speciale) Brighton, 5 ottobre. Dalla tribuna del congresso laborista a Brighton, il leader del partito e dell'opposizione. Harold Wilson, ha attaccalo oggi il governo conservatore coti spietata violenza. « Le politiche freddamente calcolate di questa reazionaria amministrazione — ha tuonalo — hanno riportato l'Inghilterra agli Anni 30 ». La drammatica ascesa della disoccupazione lia ispiralo le parole più incandescenti, ma guasi ogni attività del premier Heath e dei suoi uomini è stata bersaglio di accuse. Applausi fragorosi. Wilson era in gran forma, come nei suoi giorni migliori a Downing Street. Sul Mercato Comune e sul decisivo voto in Parlamento il giorno 28, il capo laborista ha parlato brevemente. Ha ricordato la mozione approvala ieri dal Congresso (« no » all'ingresso nella Cee così com'è slato negoziato dai tories; ma, sia pure tortuosamente, ha fatto capire che non dovrebbero esserci « rap presagite » contro gli europei sii che sì pronunceranno pei l'ingresso nella Comunità. Wilson dà ormai per certo il suffragio pro-Mec del viceleader Roy Jenkìns e dei suoi seguaci. Si preoccupa piuttosto di evitare una rottura irreparabile con questi uomini. Il problema è acuto ed urgente. Roy Jenkìns e venti o trenta degli europeisti darebbero le dimissioni dalle loro cariche nel gruppo parlamentare per poter votare liberamente il giorno 28. Jenkìns — affermano osservatori attendibili — si dimetterebbe da fice-leader, gli altri dalle loro responsabilità nel «gabinetto ombra »: e resterebbero tutti backbenchers, semplici deputati sugli ultimi banchi. Un simile esodo spaccherebbe il gruppo parlamentare, priverebbe Wilson di alcuni dei suoi più abili collaboratori; e, ciò che è più inquie tante, creerebbe dei vuoti verso cui confluirebbero elementi di sinistra. Questa pressione verso sinistra è uno dei fenomeni pia evidenti, qui a Brighton. Fenomeno in gran pdric prevedibile. Heath e i suoi ministri non sono blandi conservatori alla Macmillan o alla Churchill: sono nuovi tories, pia a destra dei loro predecessori, pronti a « svegliare » l'Inghilterra con docce fredde, se necessario. Se il governo va verso destra, l'opposizione va in senso opposto. Non si può non ricordare che proprio le Unions, ora ansiose di radìealìzzare la lotta, contribuirono, con la loro esasperante condotta, a facilitare il successo di Heath. E adesso Wilson, per frenare questa sinistra, deve in parte assecondarla. Wilson ha promesso una nuova nazionalizzazione delle aziende denazionalizzate: ha detto che lo Stato tornerà ad intervenire per accrescere i bassi investimenti (eterna piaga dell'Inghilterra), ma che vorrà compartecipazioni azionarie nelle industrie assistite, formula già tentata negli scorsi anni. Sulla disoccupazione ha parlato come un pubblico ministero. «Quasi un milione di uomini è senza lavoro e, per la prima volta dagli Anni Trenta, la nazione è dominata da ira e paura... I disoccupati sono adesso il 5,2 O.o, cifra considerata prima inaccettabile dagli stessi tories... E' un primato tra le nazioni industriali ». Ancora più « irresponsabile », secondo Wilson, il trattamento dei giovani, diplomati e laureati, trentacinquemila dei quali non sono riusciti in settembre a trovare un impiego. « E che avverrà questo inverno? Questi uomini non sono vittime della rivoluzione tecnologica, ma del "torysmo". I nuovi leaders credono fino all'ossessione nel libero mercato. Nel corso di una generazione, l'Inghilterra aveva creato la pace sociale: Heath l'ha distrutta ». Condannata la riluttanza governativa ad espandere l'economia, Wilson ha delineato il programma economico laborista su cui parlerà domani Jenkìns. Più investimenti e collaborazione, non conflitto, tra governo e sindacati. Vi è molto di vero in quan to ha detto Uex premier, ma non tutto. Senza le delusioni della strategia economica la borista. Heath non avrebbe vinto, forse, le elezioni. Mario Ciriello iImatEiasc'

Persone citate: Brighton Wilson, Churchill, Harold Wilson, Macmillan, Roy Jenkìns

Luoghi citati: Inghilterra