Peterson e Cevert, i vice del numero uno Stewart
Peterson e Cevert, i vice del numero uno Stewart Concluso negli Usa il mondiale di Formula 1 Peterson e Cevert, i vice del numero uno Stewart Lo svedese e il francese sono i due piloti-rivelazione dell'anno - Entrambi hanno 28 anni e sono scapoli - Il loro stile Con il Gran Premio degli Statt Uniti si è concluso il campionato del mondo di Formula 1. Jackie Stewart, come sapete, aveva conquistato il titolo a Ferragosto, in Austria, quindi con oltre due mest e mezzo di anticipo. Aveva ancora una mèta da raggiungere: superare Il primato stabilito da Jim Ciarle nel 1963 con sette successi in una stagione. Jackie si è fermato a quota sei, senza troppo lamentarsi, anche perché, nel complesso delle 11 prove dell'anno, la Tyrrell si e affermata sette volte (Cevert ha concretato la sua escalation imponendosi proprio negli Usa), con due vittorie della Ferrari e della Brm. E' chiaro che il campionato e stalo dominalo da Stewart e dalla Tyrrell, che hanno messo a trullo i meriti propri c i guai altrui. Avrebbe dovuto essere l'anno della Ferrari, con Stewart solo a contrastare il trio di Maranello, ovvero lekx, Regazzoni e Andretti. Quest'ultimo ha presto dimostrato che un conto è correre sugli ovali americani c un conto e destreggiarsi sui circuiti europei. Un'esperienza, pensiamo, che non avrà seguito nel '72. Ickx c Regazzoni si sono impegnati con rabbia ed orgoglio, ma le note vicende (gomme, motori, sospensioni) hanno impedito alla 312-B 2 dt offrire un rendimento soddisfacente. Un calo continuo, una serie dt delusioni che tuttavia non hanno spento Enzo Ferrari. Il capitolo '71 si è cliiuso amaramente, ora si punta alla prossima stagione. Clic altro resta da fare? Ickx nel '71) era giunto secondo nella classifica del «mondiale», alle spalle del povero Rindt. Ora, è quarto, mentre l «vice» del grande Stewart sono due giovanotti con appena due anni di esperienza in Formula 1, cioè Ronnie Peterson c Francois Cevert. Peterson, svedese, 28 anni, ha compiuto cose egregie al volante di una March jragile nel telaio e con tenuta di strada piuttosto precaria, piazzandosi per ben quattro volte al secondo posto (Monaco, Inghilterra, Italia e Canuda). E' un pilota irruente, dalla guida un po' «sporca», tutta derapages controllati tìiiit o meno). Non si contano gli incidenti che ha avuto. Nel '72 correrà ancora con la March e, net prototipi, con la Ferrari. Francois Cevert, cognato di Jean-Pierre Beltolse, ha. un diploma di ragioniere e una formidabile collezione di armi (e di belle ragazze). Ventottenne e scapolo, pure lui, Cevert è stato chiamalo da Ken Tyrrell agli inizi del '70 per sostituire a fianco di Stewart il dimissionarlo ServozGavtn. Secondo In Francia e in Germania, Francois ha raggiunto l'en plein in America, nel Gran Premio più ambito per i suoi 50 mila dollari di premio. La scuola di Stewart e stata preziosa per il francese (a proposito, era dal l'!58 — Trulli guani a Monaco con una Cooper Climax — clic un pilota transalpino non si affermava in un Grand Prix dt campionato). Con Stewart e le due «rivelazioni», una conferma: l'otto cilindri Ford-Cosworth. Si era pensalo clic questo propulsore dovesse inchinarsi al 12 cilindri, Ferrari o Brm o Matra; invece, ha dimostrato ancora una volta la sua vitalità e, soprattutto, le capacita del suo creatore, l'ingegner lieith Duckworlh. Un fatto rimane indubitabile: il Cosworth, portato per la prima volta in gara ti 1 giugno l'M7 dulia Lotus di Clark m Olmi du te vinse), ha ottenuto in 5 anni 11 successi su 58 Grandi Premi e sospinto verso ti titolo inondiate Hill (Lotus, 1968), Stewart i Maini, 1969), Rindt (Lotus. 1970) e Stewart (Tyrrell, 1971). Favoloso Michele Fenu Maestro e allievo Jackie Stewart e Frangois Cevert insieme, appoggiati sull'alettone della Tyrrell-Ford. Lo scozzese campione del mondo ha insegnato al giovane francese, suo compagno di squadra, molti trucchi del mestiere. Stewart, nelle prove, ha spesso mostralo a Cevert le traiettorie migliori. « Non c'è nessuno — dice Francois — che guiui come Jackie. Lui è davvero un maestro, per tutti noi ».
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