| cinesi ammettono una svolta a Pechino

| cinesi ammettono una svolta a Pechino Dichiarazioni dell'ambasciata di Ottawa | cinesi ammettono una svolta a Pechino * Tra un mese 0 due si saprà che cosa è successo » - Voci romanzesche sull'aereo precipitato in Mongolia, la presunta fuga di Liu Sciao-ci e la malattia di Lin Piao (forse caduto in disgrazia) (Dal nostro corrispondente) New York. 2 ottobre. L'ambasciata cinese a Ottawa, in Canada, ha ammesso ieri che a Pechino sono in corso grossi cambiamenti. Un alto funzionario ha dichiaralo alla « Washington Post » che si tratta di aspettare « un mese o due », e poi « si saprà che cosa è successo ». E' la prima conferma ufficiale delle scosse nella gerarchia del partito e nelle Forze Armale in Cina di cui si parla da tempo. Diplomatici dell'Europa orientale hanno anche detto alla « Washington Post » che la drammatica riunione del Politburo sovietico all'aeroporto di Mosca, lunedì scorso, al ritorno di Breznev dalla Bulgaria, fu « imposta » dagli sviluppi a Pechino. Al centro dei cambiamenti, secondo notizie delle Nazioni Unite, sarebbe il successore designato di Mao Tse-tung, il ministro della Difesa Lin Piao: egli è dato per ammalato, o in disgrazia a causa della sua linea « rigida » in politica estera. Voci allarmanti e insieme romanzesche hanno turbato ieri le capitali asiatiche, Mosca e Washington. L'agenzia di stampa giapponese Jiji Tsushin ha d'improvviso annunciato l'arrivo a Mosca del deposto capo di Stato cinese e rivale di Mao, Liu Sciao:ci, attribuendo l'informazione alla Tass, l'agenzia sovietica, che dirama anche un bollettino segreto, il cosiddetto semaio bianco, per il partito. La Tass s'è affrettata a smentire denunciando «lo stupido scherzo». Poco dopo, a Formosa, lo spionaggio di Ciang Khai-shek ha affermato che Liu Sciao-ci aveva tentato la fuga in Russia con l'aereo precipitato in Mongolia il 12 o 13 settembre. L'aereo non sarebbe stato abbattuto da missili sovietici, come svelato dalla Cia a Washington, ma dai caccia cinesi lanciati al suo inseguimento. Avrebbe favorito la fuga, e tenuto i contatti con Mosca, il capo di Stato maggiore generale Huang Yung-sheng. Superata la sorpresa iniziale, le fonti più attendibili a Washington e a Manhattan hanno deciso di ignorare le voci, considerandole infondate, anche se non si esclude che Liu Sciao-ci sia coinvolto nei misteriosi e-'enti di Pechino. La Cia dichiara che la Cina ha già presentato le sue scuse all'Urss per l'incidente aviatorio, sostenendo che si trattava di un volo commerciale, e di un errore di rotta. L'estrema tensione dei giorni scorsi tra i due colossi comunisti si starebbe anche attenuando: l'ambasciatore russo in Cina, Tolstikov, già capo del partito a Leningrado, ha ieri preso parte a un ricevimento all'«Associazione dell'amicizia dei popoli» presieduto da Ciu En-lai. L'ostilità reciproca è limitata per ora alle iniziative diplomatiche: ad esempio, il braccio destro di Ciu, Li Hsien-nien, ha visitato Hanoi la settimana scorsa per «anticipare» l'importante viaggio di Podgorny. Sia al Dipartimento di Stato sia alle Nazioni Unite si mettono invece in rilievo le anomalie nei festeggiamenti del primo ottobre per la fondazione della Repubblica Popolare. I dati sono i seguenti. Ciu En-lai s'è mostrato in pubblico (ha anche passeggiato nel parco della città segreta con ospiti stranieri). Pur nel ribasso del «culto della personalità», i giornali hanno parlato diffusamente di Mao Tse-tung, attaccando le ipotesi di una sua malattia o un suo decesso, e illustrando i telegrammi da lui ricevuti: Il quotidiano del popolo di Pechino ha pubblicato persino due canzoni in suo onore. Su Lin Piao, al contrario, riserbo assoluto: nessuno ne ha fatto il nome né lo ha visto «pare significativo che a Parigi i Lin Piao (Poto Sipahioglu) cinesi abbiano portato al presidente Pompidou solo i saluti di Ciu e Mao). Infine, lo slogan dei festeggiamenti è stato «il pacifismo», «l'internazionalismo» della Cina. Quest'ultimo particolare è giudicato molto importante, perché Ciu En-lai è il fautore della linea «aperta», mentre Lin Piao ritiene possibile non solo un'« aggressione » russa, ma anche una americana. Ieri, a Pechino, i bambini hanno improvvisato scene che descrivevano visite ad altri Paesi, i soldati hanno dipinto quadri di «preparazione contro la guerra e non per essa». Il giornale di Shanghai, Wen ivei pao, uno dei pochi usciti con un editoriale, ha esaltato i «crescenti rapporti internazionali della Cina». Secondo gli esperti di Washington e dell'Onu, tuttavia, la contesa tra i moderati e i massimalisti in seno alla leadership cinese non sarebbe ancora risolta: di qui la straordinaria cautela per il primo ottobre, e l'astensione da inter-. venti precisi. La Washington Post ha in-1 terpretato l'affermazione dell'ambasciata a Ottawa che «si saprà qualcosa tra uno o due mesi» come un accenno a purghe nei quadri provinciali e nell'esercito. 11 quotidiano nota che il capo di stato maggiore Huang Yung-sheng e il comandante dell'aviazione militare, Wu Fa-hsien, sono praticamente scomparsi. Esso pensa che avessero mandato l'aereo in missione spionisti- j ca in Mongolia con la sola approvazione di Lin Piao (sempreché il «delfino» di Mao non sia ammalato) e che l'incidente abbia provocato la prova di forza tra le diverse fazioni a Pechino. Per quanto riguarda Liu Sciao-ci, la cui sorte fu segnata dalle «guardie rosse» durante la rivoluzione culturale, egli non rappresenterebbe più una forza politica viva in Cina. Ennio Carette