Wilson e il Mec
Wilson e il Mec ANALISI Wilson e il Mec r Party a dire un « no » non troppo reciso) Londra, 2 ottobre. Prima le vacanze, poi la bufera irlandese ed ora le avventure erotico-poliziesche della super-spia Oleg Lyalin hanno fatto dimenticare agli inglesi il «grande dibattito» sul Mercato- Comune. Ma, lunedi, il controverso argomento tornerà sulla prima pagina dei giornali e a lanciarcelo saranno i laboristi. Come ogni anno, all'inizio di ottobre, è giunto il momento della Labour Party Conferaice, il congresso del partito, cui seguirà quello del Conservative Party. Per circa quindici giorni, Brighton, ormai abbandonata da bagnanti e turisti ma non ancora immalinconita dal freddo e dalla pioggia, accoglierà capi e seguaci di entrambi i partiti. L'Economist scriveva la settimana scorsa: «Il dibattito nazionale sull'entrata dell'Inghilterra nel Mec dovrebbe avvicinarsi adesso al punto culminante: sta affogando invece tra l'indifferenza generale». E ne spiegava il motivo: perché i più, quali che siano le loro idee, considerano sicuro il « si » del Parlamento all'Europa nella votazione di fine ottobre. In altre parole le grandi passioni si sono spente: gli anti-marketeers mugugnano, ma rassegnati. Alcuni sondaggi indicano che la maggioranza è ancora ostile all'Europa, ma è sempre più difficile dire dove finisca l'avversione e cominci l'apatia. Se certo è il sì parlamentare, lo- è pure il no laborista. La mozione dell'esecutivo, che rifiuta le nozze col Mec alle condizioni negoziate dal governo, prevarrà senza dubbio a Brighton. La «mini-siispense» trae origine piuttosto da due interrogativi. Primo: riuscirà Harold Wilson a bloccare o respingere quelle mozioni secondo le quali un futuro governo laborista dovrebbe «ritirare» l'Inghilterra dalla Cee? (Comunque, il valore pratico di tali mozioni sarebbe ' pressoché nullo). Secondo: si dimetterà l'europeista Roy Jenkins dalla carica di vice-leader? Cosi stando le cose, già si possono tirare alcune somme. L'acrobatica «operazione Wilson» potrebbe rivelarsi meno meschina di quanto si sia detto all'estero, un'utile lezione forse a quei politici troppo pronti a incrinare, o spaccare, partiti e correnti. Vero è che Wilson non ha avuto il coraggio di guidare il Labour Party verso l'Euro; pa, e probabilmente non vi sarebbe riuscito: ma, se tutto gli andrà bene, tutelerà l'unità socialista, senza impedire ai pro-marketeers di battersi per la loro causa. Non basta. Come fa notare il conservatore Daily Telegraph, «Harold la volpe» già insiste ovunque di non poter accettare la strategia tory, ma di amare l'Europa. Gli osservatori più acuti guardano dunque oltre il voto del 28 ottobre ai Comuni, dopo la vittoria di Heath, quali che ne saranno le dimensioni. L'Economist ricorda che l'Europa dei Sei é cambiata negli ultimi mesi, che sotto l'urto di diversi eventi la politica agricola ha cessato d'essere tempio saero e intoccabile, che l'unione economico-monetaria senza l'Inghilterra s'è rivelata inattuabile, che persino la Commissione della Cee comincia ad ammettere l'utilità di sovvenzioni regionali, che sempre più evidente appare la necessità di una politica estera «armonizzata»; «un pragmatismo quasi all'inglese pervade la Comunità». L'Inghilterra comincerà a i. «lavorare» con il Mec anche prima della sua accessione nel '73, sarà presente durante tutto questo periodo di sperato rinnovamento. «Sono queste mille possibilità di azione che rendono eccitante il nostro ingresso», dice il Times. Ed Harold Lever, esponente pro-marketeer del laborismo: «Noi inglesi abliiamo profondo il senso della storia. Potremmo divenire i piU europeisti degli europei». Mario Ciriello Wilson, di Levine (Copyright N.Y. Rcvicw ol Hooks. Opera Mutui! c per l'Italia La Stampa)
Persone citate: Analisi Wilson, Harold Lever, Harold Wilson, Hooks, Levine, Mario Ciriello Wilson, Oleg Lyalin, Roy Jenkins
Luoghi citati: Europa, Inghilterra, Italia, Londra
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