La guardia spagnola sa far cosi di Sandro Viola

 La guardia spagnola sa far cosi Madrid a trentacinque anni dalla «crociata,, La guardia spagnola sa far cosi L'uccisione di un operaio da parte della polizia ha inasprito il recente sciopero di cinquantamila edili a Madrid - E' stato sospeso solo quando i rappresentanti delle clandestine «Comisioncs Obreras» sono slati ricevuti a San Sebastiano dal ministro del Lavoro, che ha scavalcato i sindacati ufficiali - Intanto gli agenti procedevano a perquisizioni e arresti - Questa repressione cons.rcUaia è un segno vistoso dell'incertezza del regime (Dal nostro invialo speciale) Madrid, settembre. La mattina clic, e stalo ucciso con un colpo di moschetto Mauser dalla « Guardia Civil », l'operaio edile Pedro Patino aveva in tasca dieci pesetas, poco meno di cento lire. « Ma c'erano giorni », mi racconta la moglie ] Dolores, una ragazza di 26 1 . e a l e e a e i anni, « che non aveva neppure quelle. Pedro guadagnava 4401) pesetas al mese (quai rantuduemìla lire) e dovevamo viverci in quattro, lui io e i due bambini ». Pattilo è morto a 33 anni proprio per questo: quando la « Guardia Civil » gli Ita sparato, lunedì 13 settembre, nel sobborgo madrileno di Lcganes, stava infatti distribuendo qualche volantino ciclostilato in cui si incitavano gli edili a scioperare per . un salario più alto. Il compromesso Lo sciopero c'è slato, è durato una settimana, e la morte di Pedro Patino gli ha impresso un vigore rabbioso. « A metà della settimana », mi dicono i rappresentanti delle « Comisiones Obreras » il sindacato clandestino che ha organizzato l'agitazione, « il lavoro si era fermato nel novanta per cento dei cantieri della zona di Madrid. I nostri calcoli sono sempre approssimativi a causa dei problemi posti dalla clandestinità, ma riteniamo che abbiano scioperato ottantamila operai ». La valutazione è probabilmente esagerata: osservatori più, distaccati calcolano che l'agitazione dovrebbe, aver coinvolto circa cinquantamila lavoratori, cifra che è già, per un Paese dove lo sciopero è proibito e può costare mesi di carcere, di tutto rispetto. Ma l'elemento di maggiore interesse à un altro, il modo in cui lo sciopero si è concluso. Dopo due giorni gli operai avevano chiesto un incontro con il sindacato ufficiale per discutere le premesse di un nuovo contratto collettivo, e il sindacato (ben sapendo che il motore dell'agitazione erano le « commissioni operaie », il movimento che ne sta erodendo a poco a poco l'autorità) lo aveva rifiutato. Ma al quinto giorno, venerdì 17, un gruppo di sci rappresentanti degli edili è stalo ricevuto a San Sebastiano, dove il governo risiede d'estate, dal ministro del Lavoro Vicinio de la Fuente. Il risultato dell'abboccamento è stato che gli edili hanno accettato di sospendere lo sciopero, ricevendo in cambio la promessa formale del ministro di discutere tra qualche settimana le richieste della categoria. L'incontro di San Sebastiano, si dice qui, è importante per due ragioni. La prima è che esso rappresenta un altro segno delle incertezze del regime: mentre gli edili venivano ricevuti a San Sebastiano dal ministro, infatti, a Madrid «Guardia Civil » e « Policia Armada » continuavano ad arrestare gli operai e a denunciarli non per propaganda o associazioni illecite, ma per « sedizione », il che comporta pene fino a dodici anni. Preti in carcere L'altra ragione è che ricevendo i rappresentanti degli edili (quattro dei quali sono membri notori delle « Comisiones Obreras ») il governo si è deciso a scavalcare per la prima volta il « suo » sin¬ dacato, e ha compiuto un gesto ormai vicino al riconoscimento de facto del sindacato clandestino. Intorno allo sciopero degli edili s'era creata, nella settimana tra il 13 e il 2(1 settembre, una larga solidarietà. Le. Hoac c le Joc (le organizzazioni degli operai cattolici) avevano aperto una serie di collette nelle parrocchie della cintura industriale. Un prete, Francisco Garda Sdlvez detto Don Paco, veniva sorpreso dalla polizia mentre stava scrivendo su un muro la parola « huelga » (sciopero) ed arrestato dopo una violenta cblluttazione. « Ora è nella prigione di Zamora », mi dice un suo collega. « Tunica prigione per preti che esista al mondo ». Il 15 un gruppo di architetti aveva inviato una lettera al ministro del Lavoro per condannare i metodi repressivi della polizia, e intanto decine di avvocati si mettevano a disposizione degli operai arrestati. Non era ancora, certo, l'« alleanza tra lavoro e cultura » di cui parla il segretario del pc spagnolo Santiago Carrillo; ma l'eccitazione degli oppositori borghesi che si crea sempre, in Spagna, intorno a un'agitazione operaia (quel sentimento d'attesa combattiva, l'ottimismo un po' infunine circa una presunta « crisi » del regime) aveva assunto forme più scoperte che mai. L'inquietudine serpeggiava già a monte dello sciopero. La crescita incessante del costo della vita ha condotto ultimamente ad episodi di vera e propria esasperazione, come l'incendio di alcuni autobus alla periferia di Madrid dove abitano gli operai colpiti dall'aumento del venticinque per cento sulle tariffe dei trasporti urbani. Ma indipendentemente da fattori economici, il malessere ha radici profonde nella situazione politica. Politica è stata la denuncia di trecentoventi intellettuali, che un mese fa hanno inviato una lettera aperta al ministro delle Informazioni Saliche;: Bella « contro l'ingiustizia e l'oppressione che regnano nella vita artistica e culturale spagnola ». Politica (e inattesa, perchè proveniente da uno dei settori più privilegiati del Paese) l'agitazione di circa duemila medici, unitisi in pochi giorni a un gruppo di psichiatri che protestavano, chiusi nei loro ospedali, contro l'arretratezza delta legislazione psichiatrica. Gli "arrivati" Come reagisce il regime (in un momento delicato, gonfio di ricordi, qual è quello del trentacinquesimo anniversario dell'ascesa di Franco al poterei di fronte a questo fermento'.' Ufficialmente tende ad ignorarlo. « La Spagna », mi dice un ministro, uno dei pochi che contino nell'attuale governo, « è nel suo complesso conservatrice. Lo sviluppo economico ha fatto sorgere in un decennio la prima classe media della storia spagnola, e questa classe vuole ordine e tranquillità. Le impazienze, i gesti di protesta sono di piccoli gruppi marginali che non contano niente ». « Quanto agli intellettuali », mi dice un altro ministro. « devono ancora capi- I re che non siamo nell'Otto1 cento, che la loro funzione di guida è passata ai tecnici: e i tecnici non sono per le rivoluzioni ». Ma sono analisi in contrasto con i dati offerti dalla situazione. Nel solo 197(1, mi dicono, sono stati celebrati 1100 processi dinanzi ai tribunali dell'ordine pubblico competenti per i reati politici. La cifra sembra assurda, eppure è vera: me l'hanno fornita in uno dei maggiori studi legali di Madrid. I tribunali dell'ordine pubblico lavorano dunque a ritmo serrato, quasi sempre su denunce di « sedizione » o « ribellione ». il che configura una realtà diversa da quella descritta dai due ministri. La risposta vera (calma, metodica) del regime a ogni tentativo dialettico che sorga dal Paese, resta la repressione. Essa è diversa, certo (più blanda e sorniona), di com'era nel passato. « Si potrebbe dire », spiega un dirigente, della commissioni operaie, «che la repressione perde in profondila (nel senso che sparisce la tortura, diminuiscono le condanne a molti anni di prigione) quel che guadagna in larghezza. Dal processo di Burgos in poi, nei sei mesi in cui è stato in vigore lo stato d'eccezione, quattromila persone sono finite in carcere. La stragrande maggioranza vi è restata solo por qualche giorno, al massimo un mese: ma è quanto basta per mettere paura a gente che in prigione non c'è mai stata, studenti, professionisti, intellettuali ». Colpo in canna Non sempre, tuttavia, il regime riesce ad essere blando come forse vorrebbe, come certo suggerisca (sul filo delle preoccupazioni per il futuro) la parte moderata che lo compone. I suoi strumenti sono stati lorgiati in altri tempi, e tendono a funzionare nel modo tradizionale. Il caso dell'uccisione di Patiiio è in questo senso esemplare. «Patino», mi racconta l'avvocato della vedova, Jaime Miralles, « è morto per caso. Quattro uomini della " Guardia Civil " avevano fermato quattro operai, fra cui Patino, che stavano distribuendo i volantini incitanti allo sciopero. Erano lì, tutti otto fermi, le guardie con i moschetti imbracciati e gli operai già rassegnati all'arresto. Poi uno dei quattro edili ha fatto un tentativo, subito fallito, di fuga, s'è creata un po' di confusione, ed ecco che dal moschetto della guardia Jesus Benito Martinez è partito, quasi involontariamente, il colpo che ha ucciso Patino ». Beninteso, l'accidente non . sarebbe stato possibile sa la «Guardia Civil» non imbracciasse i moschetti col colpo in canna ogni volta che vede un gruppo d'operai che distribuiscono volantini. Ma la legislazione è quella che è, e gli ordini che la polizia riceve, l'animo che la pervade, non sono molto cambiati rispetto ai tempi del franchismo storico. « La Spagna », mi dice il ministro delle Informazioni Sdnchcz Bella, « si avvia sempre di più a essere un Paese democratico ». Allo stato delle cosa una dichiarazione come questa può essere presa coma un augurio, ma non si può certo dire che risponda alla realtà. Sandro Viola (A pag. 11: Franco parla oggi a un milione di spagnoli I.

Persone citate: Francisco Garda, Fuente, Jaime Miralles, Jesus Benito Martinez, Mauser, Patino, Santiago Carrillo, Zamora