E' nata la "grande Bastogi" di Mario Salvatorelli

E' nata la "grande Bastogi" L'assemblea ha sanzionato la fusione con Italpi, Ses e Sges E' nata la "grande Bastogi" (Nostro servizio particolare) Roma, 28 settembre. «Intendiamo partecipare attivamente, con mezzi adeguati, al rilancio della Montedi son — ha detto oggi all'assemblea Bastogi Tullio Torchiani — convinti che la chimica rappresenta e più rappresenterà nei prossimo anni la forza trainante per tutta l'industria. Inoltre, vogliamo allargare nel Mezzogiorno le iniziative già in corso in Sicilia e in Sardegna. Dire di più in assemblea sul programma della "grande Bastogi" che nascerà dalla fusione con Italpi, Ses e Sges, è difficile: o avete fiducia nei vostri amministratori, e allora votate a favore; o non avete fiducia, e allora votate contro, e noi lasceremo il nostro posto ad altri». La maggioranza degli azionisti, evidentemente, aveva fiducia, perché la proposta di fusione è stata approvata con 33 milioni 115 mila 928 voti favorevoli e 7 milioni 658 mila 432 contrari. La maggioranza non è stata schiacciante come a Cagliari (assemblea Ses) o a Palermo (Sges), dove i voti contrari furono poche centinaia (ogni azione dà diritto a un voto,chi ne ha dieci ha dieci voti e così via), o Milano (Italpi) dove furono 130 mila su oltre 14 milioni, ma superiore a quel che si poteva presumere in base a due elementi: il pacchetto azionario controllato da Michele Sindona (il finanziere di cui si è parlato ampiamente in queste settimane come del principale oppositore dell'attuale sindacato di controllo Bastogi) che era valutato sui dieci milioni di titoli; l'offerta pubblica d'acquisto (Opa) di 20 milio ni di Bastogi al prezzo di 2800 lire, contro una quotazione di Borsa sulle 2000 lire e un valore patrimoniale di 1620 lire attribuito alle Bastogi dall'attuale consiglio, e da valere nel cambio con le azioni delle società incorporan.de. Sindona non c'era tra i 151 azionisti presenti questa' mattina, dalle 10,30 alle 15,30 nella sede della Bastogi in via Sailustiana, né l'Opa figurava tra gli argomenti al l'ordine del giorno. Però dell'uno e dell'altra si è parlato parecchio. Capitale 127 miliardi ungiochQusuTolaziodiesQupocozidemgudichfiinrecile1didisoladBdidlo72amCnL'assemblea si era aperta con la lettura della relazione del consiglio, fatta da Torchiani, sui motivi, gli scopi e i termini tecnici della fusione, dalla quale nascerà una società con 127 miliardi di capitale, 68 di riserve, 132 di titoli azionari in portafoglio e 10 di titoli a reddito fisso, crediti verso l'Enel (sono tutte ex elettriche) per 30 miliardi, disponibilità liquide per 10 miliardi e finanziamenti a società collegate per 49 miliardi. Da tempo, ha detto Torchiani, la Bastogi aveva allo studio l'assorbimento della Ses di Cagliari e della Sges di Palermo. In vista della prossima scadenza del sindacato di controllo Montedison, cui la Bastogi partecipa con circa 26 milioni di azioni, si è presentata l'alternativa: o venderle, con una forte perdita per il basso livello delle quotazioni; oppure aumentare la partecipazione per contribuire, con nuove energie, alla ripresa della grande industria chimica, nella presunzione di portarla in qualche anno ad una gestione economicamente valida. Tenuto conto che ITtalpi ha oltre 23 milioni di azioni Montedison, «si è giunti alla conclusione che alla già progettata fusione con Ses e Sges, conviene unire anche quella con Italpi». Su questo punto Torchiani ha insistito anche in sede di replica agli interventi. «Facendo convergere nella Bastogi — ha detto — un numero doppio di azioni Montedison, assicureremo quella parità d'interessenze tra imprenditori privati ed enti pubblici che è stata ed è sempre auspicata come elemento indispensabile per mantenere un indirizzo privatistico alla più grande impresa chimica nazionale. Inoltre, faremo della Bastogi un centro d'attrazione per altri interessi privati. Finirà così la lotta tra industria privata e industria di Stato, avremo finalmente creato un'industria unica, dimostreremo che unendo le forze noi italiani siamo capaci di fare qualcosa di concreto, sia per l'economia nazionale, sia per gli stessi azionisti», ai quali Torchiani ha promesso, « ma senza impegno », un prossimo aumento del dividendo. «Oggi firmiamo non il controllo della Bastogi su Montedison, ma l'atto di consegna della grande Bastogi alla Montedison», ha detto un'azionista, spiegando che, dopo la fusione, la Montedison avrà nella nuova finanziaria, nella quale affluiscono le azioni Italpi di cui la Montedison ha un grosso pacchetto, .ptddètntfdidtdraidhnte« L'operazione approvata con 33.115.928 voti azionari contro 7.658.432 - La votazione è stata meno favorevole che a Cagliari (Ses), a Palermo (Sges) e a Milano (Italpi) - Sindona non era presente in assemblea La relazione di Torchiani e la risposta sulle «partecipazioni incrociate» - I rapporti di cambio tra le quattro società e l'offerta pubblica d'acquisto - L'atto di fusione sarà stipulato nei primi mesi del 1972 una partecipazione assai maggiore in percentuale di quella che ha nella Bastogi attuale. Questo intervento — ed altri sul tema — hanno offerto a Torchiani l'occasione per parlare delle famose «partecipazioni incrociate». «Mi volete dire — ha esclamato — dove esiste la legge che le vieta? Quando questa legge verrà, si potrà innanzi tutto vedere cosa si intende per partecipazioni incrociate (cioè quale dev'essere il pacchetto minimo perchè l'incrocio si configuri); poi quale società deve disfarsi del suo. E' chiaro che, essendo lo scopo delle finanziarie la partecipazione in altre aziende, dovrà essere l'industria manifatturiera, cioè la Montedison, a cedere le sue Bastogi». 1 rapporti di cambio Altro tema della relazione e di molti interventi: rapporti di cambio tra le azioni delle società che si fondono, calcolati sui patrimoni netti alla data del 31 agosto 1971. Per le Bastogi: circa 97 miliardi che, divisi per 60 milioni d'azioni, danno a ciascun titolo un valore di 1620 lire; per la Italpi 72^ miliardi e 240 milioni, pari a 3240 lire per ognuna dei 22 milioni e mezzo di azioni; per la Ses 24 miliardi 127 milioni di valore patrimoniale netto, pari a 5400 lire per ognuna dei 4 milioni 465 mila 262 azioni; per la Sges 46 miliardi 110 milioni, pari a 2160 lire per ciascuna dei 21 milioni 405 mila 167 azioni. Il cambio avverrà, quindi, sulla base di 2 azioni Bastogi contro una Italpi (1620 moltiplicato due eguale 3240 lire) e così via; 10 Bastogi contro 3 Ses, 4 Bastogi contro 3 Sges. Le azioni Sges e Ses possedute dalla Bastogi verranno annullate. Per sostituire le azioni Ses e Sges possedute da terzi e le azioni Italpi, il capitale della Bastogi sarà portato da 60 miliardi a 127 miliardi 375 milioni, mediante l'emissione di 67 milioni 375 mila nuove azioni, dal valore nominale di mille lire, da assegnare in base ai rapporti di cambio indicati. Alcuni azionisti hanno osservato che in Borsa il rapporto tra Bastogi e Italpi era assai più favorevole alla prima (1871 lire nella media delle quotazioni '71, contro 2076 dell'Italpi); inoltre, come poteva la società valutare 1620 lire le sue azioni, quando c'era un'offerta per acquistarne 20 milioni a 2800 lire l'una? Sull'offerta pubblica d'ac¬ quisto, definita da alcuni al' Iettante, da altri una cosa poco seria, ha portato un chiarimento il professor Mignoli, firmatario della stessa Opa per conto della banca tedesca agente in nome di «importanti gruppi finanziari», finora non meglio identificati. Mignoli ha detto che di serio nell'offerta ci sono almeno tre cose: il nome della banca tedesca, la somma di 56 miliardi già depositata per far fronte all'acquisto di azioni; le norme rigorose disposte dal comitato direttivo degli agenti di cambio di Milano per l'operazione. A Mignoli ha replicato il professor Ferri, affermando che mancano all'Opa in corso almeno tre requisiti fondamentali: la qualifica del gruppo promotore, i motivi della sua offerta e del valore che dà alle Bastogi, il programma d'azione economica che il gruppo intenderebbe fare, in alternativa all'azione degli attuali amministratori della Bastogi. Programma concreto Chiarimento di Mignoli e replica di Ferri hanno dispensato Torchiani dal dilungarsi sull'argomento. Quanto al "dubbio se un'azione Bastogi vale 1620 lire o 2800, Torchiani ha giustificato la prima cifra con i dati della situazione patrimoniale e con in mano il codice italiano, il quale stabilisce che questa va valutata nel momento più prossimo all'assemblea, in questo caso il 31 agosto. Per le 2800 lire non si è pronunciato, «per non influenzare gli azionisti». «Posso solo aggiungere — ha detto — che noi abbiamo esposto un programma concreto per la nuova Bastogi, mentre nell'Opa c'è solo un cenno, parole che hanno il suono di una vaga promessa». Qualcuno ha osservato che le azioni di controllo valgono più delle altre, e questa è una spiegazione del «plusvalore» offerto. Se il gruppo rappresentato dalla banca tedesca non otterrà questo controllo, non avrà interesse a pagare, le Bastogi 2800 lire e lascerà cadere la cosa. Ma questo lo sapremo in ottobre. Per ora, con l'approvazione odierna e con quelle di ieri e di sabato, la fusione Bastogi, Italpi, Sges, Ses è cosa fatta. L'atto dì fusione, per i tempi tecnici necessari, sarà stipulato probabilmente solo nei primi mesi del '72, sempreché il governo conceda le agevolazioni tributarie previste dalla legge. Mario Salvatorelli

Persone citate: Bastogi Tullio, Michele Sindona, Sindona