A lezione con pochi librima con nove quotidiani

A lezione con pochi librima con nove quotidiani Sperimentazione nei metodi d'insegnamento A lezione con pochi librima con nove quotidiani L'esempio di una riforma interna viene dalla scuola media Matteotti di Rivoli, città di squilibri sociali e d'immigrazione - Aboliti i voti durante l'anno, le interrogazioni e le differenze tra maschi e femmine - Alunni e genitori insieme alle sedute di scrutinio « Per noi la scuola deve essere l'avanguardia della società. 11 motore trainante » dice la professoressa Lora Rabacchi, laureata negli Stati Uniti, preside della « Matteotti » di Rivoli. Fra due giorni le scuole si riapriranno. Poche speranze, molte incertezze: non c'è stata la riforma, si continuerà a rimandare o bocciare, resteranno le interrogazioni c i voti. A questa situazione si aggiungono le carenze croniche di aule, attrezzature, personale. Per ottobre è annunciato uno sciopero degli insegnanti. Il 1971-'72 sarà un altro anno difficile per la scuola, come abbiamo scritto ieri. In queste condizioni, come parlare., di ruolo di « avanguardia »? Torino ha bisogno, più di altre città, di una scuola nuova, viva. I duecentomila studenti torinesi, in particolare gli alunni delle elementari (82 mila) e gli allievi delle medie (41 mila), porteranno nelle loro aule un carico di problemi e disagi che vanno al di là dell'ambito scolastico. Squilibri sociali, immigrazione, sviluppo: tutto finisce per ricadere sulla scuola. Nel comuni della cintura questa situazione è esasperata. Rivoli ha 50 mila abitanti: dieci anni fa non ne aveva più di 16.000. Oltre all'immigrazione, c'è l'improvvisa urbanizzazione dei ceti contadini. Su 1700 studenti della media dell'obbligo, il 70 per cen1o sono figli di operai, un altro 3) per cento di contadini. Più della metà sono gli immigrati. La scuola media « Matteotti » è stata istituita l'anno scorso. Ha 380 iscritti, 35 insegnanti, 25 alunni per classe, non ci sono doppi turni. La preside Rabacchi e la sua équipe (tra cui molti giovani) hanno scelto la strada della sperimentazione. Vediamo che cosa significa in pratica. Autodisciplina — Dice la preside: « Cerchiamo di non usare ■mai metodi repressivi o punizioni ìi. Come ottenere ordine e tranquillità? Afferma il prof. Genova (educazione fisica): « All'inizio c'era molto caos. Poi hanno capito che dovevano organizzarsi ». Qualche difficoltà l'hanno creata le famiglie: trovavano naturale dare la sculacciata o lo schiaffo. Abolizione del voto — La prof, j Magnetti i educazione artistica) precisa: « L'alunno impara a lavorare sulle cose che lo interessano, non per prendere il voto ». Abolita anche la competitività, l'emulazione: niente premi, niente medaglie, di significato « ricattatorio » («Se studi», ecceterai. | A fine anno, però, si rientra nella i regola comune: il Ministero ha concesso l'autorizzazione all'ubo- | lizione del voto sul registro, ma I non sulla pagella. Si tratta di ; una norma di carattere generale . che sarà ancora oggetto di discussione in vista della ritorma. mma« gRrsAciiAbolizione delle Interrogazioni La preside: « Per il prossimo unTto abbiamo studiato un metodo j nuovo. Quello dei seminari. Prendiamo la storta: su uno stesso argomento, distribuiremo parecchi i 'libri diversi, betti e brutti, buo- j 7it e cattivi. Poi ogni alunno farà la relazione sul libro letto. Ci sarà un confronto. L'interrogazione inleressu solo gli interrogati. Il j seminario provoca maggiore par- : lecipazione ». Abolizione dei testi — Non tutti sono scomparsi o scompariranno. Resteranno quelli di letture, di lingua straniera, per esempio. Ma quelli di matematica e di grammatica sono stati sostituiti con schede, curate dagli stessi i insegnanti della scuola. Altri testi, di scarso uso (quello di edufazione civica, per citare soltanto un caso non li si vede più. I Largo spazio ai giornali: in ogni classe si leggono nove quotidiani. Partecipazione — Le famiglie so- j no state invitate a partecipare al consiglio dei professori e alle assemblee di scrutinio. Anche gli studenti. Questi ultimi hanno accollo l'invito con entusiasmo. Prof. Magnetti: « E' stuta una le- ; zionc di educazione civica dal vivo. Hanno visto come funziona la cosa pubblica. Nella scuola tradizionale Questi tutti sono arconiati da gran segreto ». Per facilitare la presenza dei genitori, molte riunioni si sono tenute al sabato. Doposcuola — Lo tanno gli in- i segnanti stessi, gratuitamente o |quasi. Si articola in due sezioni: Iil Attivila di recupero per gii studenti che lamio più fatica. Particolare attenzione e dedicata ai figli di immigrati che hanno problemi di ambientamento. 2) Attività Integrative: giornalino di classe (è stata acquistata una macchina da scrivere usata), cinema, drammatizzazione, chitarra, arte, seconda lingua straniera. Emancipazione femminile — « Un punto qualificante, un impegno di tondo ii osserva la preside Rabacchi. E' il tentativo più diretto di modificare attraverso la scuola la realtà sociale di Rivoli. Aboliti l'economia domestica, il cucito, il ricamo, la ginnastica ritmica. Tutte le classi sono miste. Le ragazze riescono perfino a battere i maschi nel calcio o nel basket. Conclusioni'.' « Abbiamo Incorato solo per un unno. Siamo ancora in fase di analisi » dice la preside. SI può già dire questo: la scuola italiana ha ancora molti problemi. Non fa eccezione la maggioranza degli istituti di To- rino: metodi, programmi, testi tradizionali sono in genere la realtà delle medie inferiori. Le circolari ministeriali incoraggiano la sperimentazione. Procedere per tentativi, senza troppo chiasso: è la strada per modificare lentamente (soprattutto in una città con popolazione eterogenea cerne la nostra i un apparato ancora arruginito e macchinoso. | I \| , | La preside della scuola Matteotti Lora Rabacchi (a destra) in una riunione degli insegnanti per preparare i programmi

Persone citate: Lora Rabacchi, Magnetti, Matteotti, Matteotti Lora Rabacchi, Rabacchi

Luoghi citati: Rivoli, Stati Uniti, Torino