Le proposte del sindaco di Venezia sul destino del complesso lagunare di Giuliano Marchesini

Le proposte del sindaco di Venezia sul destino del complesso lagunare Conferenza stampa prima del dibattito in Consiglio comunale Le proposte del sindaco di Venezia sul destino del complesso lagunare « Sono dichiarazioni, ha detto Giorgio Longo, che non si devono considerare definitive » - Prima di tutto occorre « rivitalizzare la città per evitare lo spopolamento » - Interventi distinti : le opere di difesa spettano allo Stato; il piano comprensoriale è di competenza della Regione; la riforma urbanistica, del Comune (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 28 settembre. Mentre la stagione turistica va affievolendosi sotto le prime piogge che annunciano l'autunno, si torna a parlare ufficialmente dei problemi che affliggono Venezia, della sua salvezza e della sua vita futura. Questa volta, nel mezzo delle polemiche che ancora divampano sul destino del complesso, lagunare, s'è introdotto il discorso del sindaco Giorgio Longo, il quale nel corso di un'affollata conferenza-stampa ha illustrato i punti fondamentali della relazione che ha svolto stasera al Consiglio comunale, all'apertura del dibattito sulla legge speciale per la città. « Sono dichiarazioni — dice Longo — che non devono essere considerate come definitive. Piuttosto, questo è un apporto che noi intendiamo offrire a una discussione di tanta importanza ». Il dibattito, che vede impegnate tutte le forze politiche dello schieramento comunale, si concluderà probabilmente con un documento che si intenderebbe far pervenire al governo, perché ne tenga conto nell'adottare le sue decisioni. «I mali di Venezia — osserva di sindaco — li conoscono tutti, oramai. Ora viene il momento di agire con tempestività, con interventi concreti. E prima di tutto occorre pensare alla salvaguardia della città». Come è noto, il piano di opere urgenti previsto dal ministero dei Lavori Pubblici in base alla legge dei duecentocinquanta miliardi sarebbe questo: riduzione dei livelli marini nel¬ la laguna, per combattere finalmente l'assalto delle maree che in questi ultimi tempi s'è fatto sempre più allarmante: costruzione di acquedotti a uso potabile, allo scopo principale di evitare che i pozzi artesiani provochino un ulteriore abbassamento del suolo: realizzazione di una rete di fognature, rese necessarie dall'ormai insufficiente depurazione naturale dei canali; rimedi contro gli inquinamenti; opere di difesa sui margini della laguna; mi canale navigabile . per l'idrovia Padova - Mestre ; risanamento dell'edilizia monumentale e di quella minore. A proposito dell'acquedot- a a , n a o e e ii l to industriale, il sindaco riferisce che i lavori dovrebbero aver inizio entro breve tempo, forse per la prima metà di ottobre. Poi affronta i temi generali che investono il futuro della città. Ricordando che il cosiddetto « comitatone » ha praticamente concluso i suoi lavori, Longo si sofferma su quelli che sono gli orientamenti rivolti a garantire la sopravvivenza a Venezia. Per la lotta contro le avanzate dell'« acqua alta», la scelta sembrerebbe cadere sulla proposta di ricorrere a chiusure mobili alle tre bocche di porto del Lido, di Chioggia e Malamocco. « Mi pare che tecnicamente — dice il sindaco — si stia individuando il malanno e si prospettino soluzioni adeguate ». Il secondo punto fondamentale delle dichiarazioni di Giorgio Longo si riferisce all'esodo degli abitanti: negli ultimi anni Venezia è andata incontro ad uno spopolamento desolante. Secondo il sindaco, la possibilità di arrestare la tendenza all'abbandono consiste nel programma di restauro e di risanamento del centro storico: « L'esodo è dovuto anche al fatto che parecchie case sono difficilmente abitabili, mentre per certe altre sono richiesti affitti non accessibili ». La sua opinione, quindi, è che occorra sollecitare un intervento del Governo sulle condizioni dell'edilizia veneziana, « anche a fini antispeculativi ». Il terzo argomento che Longo introduce in questa conferenza-starr- guarda la « vitalità economica di Venezia », cioè coinvolge l'avvenire dell'intero comprensorio lagunare. «Noi pensiamo — afferma — di rivitalizzare la città ». Mantenimento dei livelli di occupazione, ristrutturazione della zona industriale, poi le altre attività, come il turismo, l'artigianato, i centri di cultura: è il panorama che il sindaco prospetta per la Venezia del futuro. Il discorso, inevitabilmente, cade sulle polemiche che sono sorte sulla legge speciale per il salvataggio della città. Giorgio Longo dice: «Il Comune è stato accusato di essere un sabotatore di questa legge. Ma è inesatto. Noi si voleva soltanto modificare un testo che non era stato accettato né dai rappresentanti comunali né da quelli della Regione ». E a proposito dei contrasti sorti per l'assegnazione dei compiti? « La nostra opinione — replica il sindaco — è che vi debba essere una chiara e netta divisione delle competenze. Bisogna che gli interventi siano distinti: ad esempio, le opere di difesa lagunare spettano allo Stato, noi non vogliamo entrarci. Quando invece si parla di un piano comprensoriale, allora diciamo che il compito spetta alla Regione. E quando si parla di interventi sul tessuto urbanistico, riteniamo si tratti di una delle funzioni istituzionali del Comune. Noi non pretendiamo di suddividerci la spesa dei duecentocinquanta miliardi: il fatto è che, secondo noi, deve esserci un controllo pubblico, perché qualcuno non decida nel segreto di qualche stanza i destini della città ». Il sindaco respinge inoltre l'accusa, rivolta all'Amministrazione comunale, di aver ritardato l'erogazione dei fondi previsti dalla legge speciale. « Del resto — aggiunge — iamLFGNpbrèsmnddpsu«etmqblfiidtcqrid— i soldi in pratica non ci sono ancora, si tratta per il momento di una disponibilità ». La contessa Teresa Foscari Foscolo, che fa parte della Giunta esecutiva di « Italia Nostra »,-chiede quanto tempo occorra perché la disponibilità si tramuti in una operazione bancaria: Longo non è in grado di dare ima risposta precisa a questa domanda. In sostanza, le dichiarazioni del sindaco sui problemi di fondo della città non si discostano da quelle rese in precedenti circostanze. Que sta è la sua visione globale: un piano comprensoriale « per il rilancio economico e culturale di Venezia », potenziamento del porto commerciale e mantenimento di quello industriale, con possibilità di espansione alle spalle di Marghera, che egli definisce «un porto per quelle industrie che hanno bisogno del mare». La tesi sulle attività industriali è in netto contrasto con il parere di quanti giudicano opportuno riservare a Venezia il ruolo di scalo passeggeri. « Ma io — insiste Giorgio Longo — continuerò a sostenere questa mia opinione ». Intanto le polemiche restano accese. La sezione veneziana di « Italia Nostra » interviene con un manifesto, che sarà affisso domani, in cui si chiede che « in modo conseguente alla bocciatura dei piani regolatori di Chioggia e Mira, e alle dichiarazioni del ministero dei Lavori Pubblici sulla terza zona industriale, le arginature di colmata in detta zona vengano distrutte lasciando che la libera espansione delle maree porti alla morte naturale della terza zona e della palude che vi si sta formando ». La se zione chiede inoltre la immediata soppressione del consorzio obbligatorio della terza zona, « i cui fini istituzionali sono venuti a mancare per le stesse dichiarazioni ministeriali », e che sia promosso con urgenza lo sviluppo portuale e commerciale di Venezia « nel quadro d'un moderno piano comprensoriale che escluda il traffico petroliero e allontani gli impianti inquinanti dalla Laguna ». Giuliano Marchesini Il sindaco Longo