Le moderne ricerche sull'età della Terra

Le moderne ricerche sull'età della Terra Rassegna delle pubblicazioni Le moderne ricerche sull'età della Terra Certamente « più di quattro miliardi e mezzo di anni » - Uno studio di Heitler: « Causalità e teleologia nelle Scienze della Natura » Un agile volumetto (P. M. Huriey, L'età della Terra, ed. Zanichelli, Bologna) è diventato di attualità, in seguito alle esplorazioni umane sulla superficie della Luna; tra i cui promettenti risultati dovrebbe esserci quello di derivare ragguagli, studiando i campioni raccolti, sull'età del nostro satellite, e perciò anche sull'età della Terra, e (perché no?) del Sole e degli altri anche lontanissimi astri; se è vero — come vuole qualcuno — che tutto l'universo sia nato insieme, a un certo momento, da una sorta di cataclisma, per la rottura di un «atomo primordiale», già contenente tutta la materia dell'universo. Da quando abbiamo imparato a leggere, abbiamo incontrato tante teorie cosmogoniche che ci siamo in qualche modo immunizzati dal prestare fede cieca a qualsivoglia di esse. Eravamo scolari (molti anni fa), e, una volta messa da parte la storia biblica della Creazione che tra l'altro presentava una valutazione palesemente errata dell'età della Terra, noi ci eravamo fatti l'idea (certamente sbagliata; ma non l'avevamo inventata noi, anche questa l'avevamo letta) che l'universo esistesse da sempre e che sempre sarebbe esistito, sia pur con nascite e invecchiamenti e morti di singoli astri. Ci pareva che l'eternità del tempo, cosi come l'infinità dello spazio, fossero immagini abbastanza accettabili della realtà, anche se difettavano i particolari di questo durare nel mutare. Sennonché qualche cosa è intervenuta a dimostrarci che il mondo, nel suo complesso, volge in una certa direzione. Una testimonianza di questo indirizzo è la radioattività: le sostanze radioattive si disintegrano spontaneamente, passando da elementi più pesanti ad altri più leggeri: ed è possibile, dal momento che si conosce abbastanza bene e o i o i e e i t i il ritmo di queste trasmutazioni, risalire al momento in cui il processo ebbe inizio. Per esempio, l'uranio si trasforma, con una serie di passaggi intermedi, in piombo. Se in un frammento di roccia si trovano in c'erte proporzioni, piombo e uranio, si può parlare con una certa ragionevolezza dell'età della roccia. Altri indizi stanno a segnare vari traguardi cronologici del nostro pianeta; gli avanzi. fossili (per il tempo in cui si formò e durò la vita); le glaciazioni; ci sono poi altri elementi radioattivi come il carbonio 14, che serve a datare i composti organici non troppo antichi. Qualche cosa si sa oggi di quel che dicono i campioni lunari; per verosimili congetture, si crede di sapere quel che avviene nell'interno del Sole e delle stelle (qui c'è un processo inverso, di fusione nucleare: elementi leggeri, come idrogeno, elio si saldano insieme a farne di più pesanti). Così si sono potute stabilire, o meglio indicare, delle età: la Terra ha certamente più di 4, 5 miliardi di anni; il Sole si sarebbe condensato sei miliardi di anni fa, ed ha ancora combustibile (nucleare) bastante per altri miliardi di anni; la nostra Galassia avrebbe un miliardo di anni più che il Sole. Abissi di tempo; alla cui enunciazione numerica non può fare riscontro alcuna valutazione intuitiva; ma che, per quanto grandi, non ci esimono dal porre a noi stessi la domanda: e prima? Questa domanda resta senza risposte che non siano congetture: e perciò il concetto stesso dell'età di un corpo celeste, risulta in qualche modo vago e, tutto sommato, più discusso che consistente. •sr * Ci sono libri che meritano di durare (e cioè possono essere letti qualche anno dopo la data di stampa) e altri no. Nessuno oggi potrebbe seguire con la prontezza desiderabile, l'alto numero di volumi che vengano proposti ai lettori. Così accade che quaicheduno resti immeritamente indietro, e che poi, ripreso, dimostri di essere vitale, genuino. Così ci troviamo sott'occhio questo di Walter Heitler, Causalità e teleologia nelle Scienze della Natura (ed. Boringhieri, Torino, lire 2000). L'Autore è un fisico teorico, molto immerso, come parrebbe da un'occhiata data ad altri suoi testi, in un fitto labirinto di formule; ma egli si concede delle meditazioni, come accade sovente ai migliori cultori di scienze esatte. Una sua citazione da un autore indiano apre il volume: « La scienza andò dal saggio, dal cosciente, dal puro e gli disse: giurami che non mi consegnerai ai malvagi, ma che farai parte di me solo agli uomini dì mente aperta e che sono puri di cuore; perché solo allora sarò forte e potrò nutrire e vestire gli uomini. Altrimenti annienterò te, i tuoi discepoli e tutti gli uomini ». Concetti affini compaiono qua e là per tutto il libro. Il quale, di avvincente lettura, ha come motivo fondamentale il tentativo di sfuggire al carattere coercitivo delle scienze esatte, al determinismo, alla necessità di tutte le cose, buone e cattive, che sono nel mondo, come effetti inevitabili di precedenti cause. D;d;mo ga

Persone citate: Walter Heitler, Zanichelli

Luoghi citati: Bologna, Torino