Il potere che corrompe

Il potere che corrompe VOI E NOI Il potere che corrompe Nella mia nota di domenica 12 settembre citavo una conversazione u l'ulemio col I giudice Terra' nova. Quando quel magistrato istruisce processi contro maliosi, per prima cosa si preoccupa di accertare come abbiano fatto gli imputati a diventare ricchi in poco tempo: e spesso arriva a scoprire agganci tra costoro e centri del potere politico-amministrativo. Alle stesse conclusioni è giunta la Commissione parlamentare antimafia. I: io, nella mia nota, proponevo che una commissione analoga fosse istituita col compito di « individuare gli arricchimenti conseguiti da uomini politici, da grandi burocrati e dai loro associati con favoritismi e provvedimenti illegali ». In succinto, quel che io chiedevo eia un intervento chirurgico operalo dai democratici per eliminate dal corpo democratico la piaga del Ut corruzione. Ora ricevo una lettera del signor D. Novacco, docente di storia del Risorgimento nell'Università di Roma. A suo giudizio, la mia proposta pecca di ingenuità. Infatti da chi dovrebbe essere formata la commissione da me auspicata? Proprio « dagli clementi di quel medesimo ceto, di quei medesimi partiti ». La verità è che si è formala una consorteria segreta tra molti detentori del potere: «né i dirigenti dei sindacati possono levare la voce contro i politici perché anch'essi si sono costituiti una nicchia di potare a di privilegio. Non possono farlo neppure i dirigenti degli enti pubblici né i tecnici cita li amministrano, li' la concentrazione del potere, la sua dimensione, a svolgere azione corruttrice. Dov'è allora che il circuito si apre, dov'è che il circuito si salda? ». Segue un riferimento storico. « Quando Robespierre chiese ai democratici di vivere onestamente per rendere possibile Ut fortuna della Repubblica, fu rovesciato dui suoi ex umici in una famosa giornata di Termidoro ». Dunque. « la soluzione non è disponibile all'interno dell'attuale dirigenza; e uso il termine in modo da includere tutti, maggioranza a opposizione tru i politici, tecnici e dirigenti, esponenti professionali ad alto livello c papaveri di ogni statura, E siccome penso che Adalfi sia amico della democrazia e non del giaguaro, mi attendo che egli voglia pubblicamente precisare il suo pensiero ». Lo faccio ben volentieri. Niente da obiettale in merito alla bronzea compattezza della consorteria politico-amministrativa e neppure io intravedo sentii di resipiscenza all'interno del sistema: al contrario, continuano a crescere la protervia, l'ingordigia e la sfacciataggine. No. al riguardo * l'ingenuo Addii » non si la illusioni. Tuttavia, c'è un punto che non mi trova d'accordo col mio contraddittore. L'obiezione che gli muovo è di trascurare gli strumenti di intervento legislativo a disposizione dei cittadini. Mi riferisco al secondo comma dell'art. 71 della Costituzione: v II popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progallo redatto in articoli». In aggiunta, la Costituzione sancisce l'istituto del referendum popolare. Perciò non siamo Jel tutto indifesi di fronte agli abusi della classe dirigente. Per quanto grandi siano la concentrazione del potere e le sue dimensioninoi cittadini abbiamo la possibilità di rompere il circuito delle complicità e omertà. Grazie al eitalo art. 7 I. L'importante è non demordere. Il Parlamento polla insabbiare una volta, due volte, trvolte la proposta di legge diniziativa popolate per l'istituzione di una commissione dindagine e di vigilanza; pernon potrà farlo indefinitamente, specie se le firme degli eletori diventano via via più numerose, assumono infine le proporzioni e l'impelo di una valanga. Un'altra cosa. La commissione che ho in metile dovrebbavere poteri analoghi a queldell'Antimafia, ma essere formata da uomini scelli fuori deParlamento e dei partiti: uomni probi e indipendenti, coraggiosi e perseveranti, illuminae saggi, gelosi del loto buon nome, lo sono certo che una commissione formata cosi inculerebbe paura a lutti, anche apiù corrivi. Concludo: unti democrazper vivere sana ha bisogno nodi lluccidi mugugni, non di ineii pessimismi, ma di un fortspirito critico c di iniziativa d parte dei cittadini. Democrazia significa « potere del popolo », e cerchiamo di conseguenza di essere un popolo che esercita i poteri conferitigli dalle leggi con tulio l'impegno rigoroso che le circostanze esigono. Nicola Addii I '

Persone citate: D. Novacco

Luoghi citati: Roma