Cosi tenera era la notte di Lietta Tornabuoni

Cosi tenera era la notte ANCHE LA COSTA AZZURRA STA DIVENTANDO BRUTTA Cosi tenera era la notte Nasce qui un'altra « Costa dei barbari », con una barriera di cemento sempre più lunga che fronteggia il mare - « Che direbbe Scott Fitzgerald, se fosse ancora vivo? » - Cambia pure lo stile di vita, ne è un segno la decadenza delle case da gioco: « Con il turismo di massa, perfino il vizio si è democratizzato » - Molti giovani, contagiati dall'esempio americano, hanno scelto le vacanze in campagna: i maoisti scoprono le tradizioni di lotta dei viticoltori (Dal nostro inviato speciale) | Cannes, settembre. « Persino il vizio si è de- | mocratizzato. Ormai, chi ci guadagna è solamente lo Stato », dice il signor Robert Toutain, direttore del casinò di Cannes. E' tutto vestito di bianco sotto il sole ancora scottante di settembre, e molto sconsolalo. La decadenza delle grandi case da gioco che avevano fatto della Costa Azzurra il paradiso del rischio e l'inferno dei patrimoni è vertiginosa, si lamenta: forse inarrestabile. Lo scorso anno le rendite del gioco, in tutta la Francia, sono state di 213 milioni di franchi: « Quanto si incassa in tre settimane con le scommesse sulle corse di cavalli ». «Croupiers» oziosi Le ricchezze senza fondo si sono fatte rare. La nuova razza di giocatori (alti funzionari, grossi commercianti, maggioranza silenziosa americana in vacanza) ha meno soldi da buttar via, e soprattutto meno voglia di rovinarsi con il baccarat; punta prudente, metodica, niente affatto posseduta dal demone del gioco; va al casinò per noia, non per passione o per vizio: « Sembra che la gente abbia perduto quella fantasia anarchica, quell'amore per l'avventura, quel miscuglio di autoaffermazione e autodistruzione che è la base psicologica del grande giocatore ». I casinò minori della Costa restano spesso desolantemente deserti; croupiers e personale passano le sere affacciati alle finestre, sperando forse di richiamare clienti con la muta invocazione della propria presenza; e intanto le spese generali corrono. Arrendendosi alla nuova realtà, un casinò presso Antibes si è dichiarato a non formale »: vuol dire che lo si può frequentare in jeans e sandali, anche di notte. Non è servito a molto, e comunque il signor Toutain non approva i casinò popolari, gli sembrano una contraddizione. « Gli investimenti necessari per mantenersi a una certa altezza diventano rovinosi e le spese sono crescenti, mentre le tasse rimangono sempre quelle^ Finiremo per chiudere bottega: un bel compenso al nostro sforzo per rispettare il prestigio e lo stile, il rango della Costa Azzurra ». Ma esistono ancora questo stile, questo prestigio, questo rango? Lungo tutta la Costa, i casinò più risplendenti sono supermercati battezzati appunto così, collegati in una catena che rovescia instancabilmente su ogni centro balneare, insieme ai cibi, l'invitta volgarità delle lumimrie stridenti, del kitsch tecnologico. La principale fonte di svago per villeggianti è, come a Coney Island o a Brighton, il menestrello ambulante: ragazzi africani che eseguono tra i tavoli dei caffè improvvisate danze tribali e poi passano in giro col tamburello; ragazze malamente anglofone che pizzicano il tema dì Love story sulla chitarra e commentano con insulti le offerte inferiori ai due franchi; accattoni del rock che si piazzano sui lungomare con organo elettrico, amplificatori e tutto. Rumorosi trofei A Cannes si svolgono ancora composti tornei di golf o di bridge, pedanti gare di tiro al piattello o di tennis, cerimoniosi concorsi ippici. Però l'industria del divertimento estivo prospera su attività ben più rumorose e popolari: trofei motociclistici, piedigrotta definite pomposamente « festival internazionale dell'arte pirotecnica», partite di calcio in notturna, concorsi di pelota basca, « quiz dei 1000 franchi » condotti in piazza da presentatori televisivi, campionati regionali di atletica, fantasmagoriche « notti del commercio » con lancio di confezioni inedite di formaggi. « Bisogna adeguarsi — si difendono i gestori del turismo dei Syndicats d'Initiative — i frequentatori della Costa sono cambiati ». Alcuni paesi hanno ceduto al turismo di massa con abbandono addirittura sproporzionato, trasformandosi in città ricche di tutte le caratteristiche degli agglomerati urbani: case-alveare, prezzi alti, traffico intenso, niente verde o quasi, rumori ossessivi. Il mare è soltanto un marginale pretesto, l'occasione più apparente che sostanziale per attirare villeggianti a reddito medio, che del resto sembrano trovarsi perfettamente a proprio agio in un'atmosfera consueta. Per la maggioranza dei nuovi frequentatori della Costa Azzurra, l'ideale è non venir sottoposti al trauma di un cambiamento repentino d'ambiente e d'abitudini, ma poter continuare anche in vacanza a condurre il tipo di esistenza cui sono ormai condizionati. La loro routine balneare ha infatti la stessa scrupolosa monotonia, la stessa mancanza di imprevisto del la¬ voro: l'unica differenza è che, invece di andare in ufficio, vanno alla spiaggia. Ma, anche dove l'urbanizzazione non ila trionfato, l'estate 1971 ha confermato che questa non è più soltanto la costa dei ricchi. La costa dei barbari, piuttosto. La speculazione edilizia va mutando la riviera francese, come quella italiana, in una lunga barriera di cemento fronteggiante il mare. Il primo stadio della febbre edificatoria, che aveva cosparso la costa di piccole costruzioni disordinate, cafone e precarie come quelle di Tor Vaianica, dei dintorni di Palermo o di Los Angeles, è da tempo superato. Adesso è il momento delle opere monumentali, delle piramidi contemporanee: ogni anno si alzano edifici sempre più alti, sempre più grandi, sempre più densi di appartamenti monocamera o bicamere, servizi centralizzati, nessun confort. Molti sorgono attorno ai porti costruiti per ospitare una flotta inesistente di migliaia di yachts inesistenti di ricchi che non ci sono. In pochi anni ne sono nati una ventina, immenso quello di Marina-Baie des Anges, faraonico quello di Bormes-les-Mìmosas, vastissimo quello di Saint-JeanCap-Ferrat. Non hanno trovato clientela di miliardari navigatori; hanno ripiegato sui grattacieli per sedentari delle vacanze. Persino in questa fine di estate, la Costa Azzurra è tutta un sonante cantiere. I cinquantamila aderenti alle associazioni per la difesa della Costa protestano, scrivono ai giornali, firmano petizioni, restano inascoltati: « Cosa direbbe Scott Fitzgerald, se fosse ancora vivo? », s'indigna il loro presidente René Richard: « Lui che amava tanto questi luoghi... La speculazione edilizia è come una lebbra che prolifera sulla pelle del nostro paese, che fa della " belle France " una Francia bruttissima... ». Arriva lo Stato I costruttori sostengono che questa bruttissima Francia piace ai suoi abitanti e conviene alle loro esigenze: « Non lo credo affatto », nega Robert Poujade. ministro di un ministero a noi ignoto, il Ministère de l'Environnement che presiede alla salvaguardia dell'ambiente, naturale e no. « Non credo che i francesi amino il litorale di cemento di certe zone della Costa. Continuano a frequentarle perché non hanno altro posto dove andare, e sono costretti a subire l'architettura mediocre che viene loro imposta ». bissai tardivamente, lo Stato è intervenuto a porre certi vincoli alle nuove costruzioni. Per salvare gli ultimi paradisi, ha comperato l'isola di PortCros facendone un parco nazionale, ha comperato per trenta milioni di franchi l'isola di Porquerolles. « Ma è un compito molto duro e molto lungo », riconosce il ministro. « la repubblica dell'ambiente è ancora all'anno uno ». L'impresa più difficile sembra sia evitare che la Costa Azzurra «scoppi», che le sue già carenti strutture cedano sotto il peso di un turismo ogni anno più numeroso, che la sua bellezza sparisca sotto l'ondata di una folla estiva sempre più fitta: «La. gente non è del tutto ostile al formicaio dell'estate: esiste innegabilmente una sorta di istinto gregario delle vacanze. Tende però a modificarsi: mi dicono, per esempio, che questo sia stato un buonissimo anno per i luoghi turistici di montagna. E' una novità confortante ». Anche la campagna francese ha conosciuto quest'anno una nuova voga, e per merito dei giovani. Contagiati dall'esempio americano, inebriati all'idea di un ritorno alla natura in polemica con l'alienazione urbana, sostenuti da un adolescente spi¬ rito di contraddizione, molti ragazzi hanno preferito lasciare ai genitori o agli adulti trenta-cinquantenni le lusinghe dell'abbronzatura, le balneari illusioni di vitalità, le nevrosi sociali provvisorie o i provvisori sentimenti dell'estate al mare. Per sé hanno scelto invece vacanze rurali in paesi poco frequentati, in vecchie case a buonissimo prezzo, tra alberi ancora verdi; cercando l'autenti- | | cita, la purezza, la pace e trovando spesso, come succede, molte diffidenze paesane, parecchie scomodità, inconfessata noia e un nuovo mezzo per accentuare la propria fuga all'indietro. Per tutt'altre ragioni, pure i giovani dell'estrema sinistra francese hanno passato le vacanze in campagna. Non tutti, a essere precisi: i troskisti, ad esempio, hanno impiegato l'estate frequentando corsi di formazione destinati a mettere un poco d'ordine nella confusione e nello smarrimento ideologico del gruppo. Ma i nuclei organizzati di giovani maoisti si sono trasferiti nelle zone rurali del paese, per continuare e approfondire il lavoro iniziato sin dall'estate 1968. Da allora, imitando le guardie rosse cinesi, mescolandosi ai contadini, vivendo con loro e aiutandoli sui campi, si propongono di colmare l'abisso tra gente di città e, gente di campagna, di modificare l'eventuale immagine negativa che gli agricoltori notoriamente malfidati potessero essersi fatta dei ragazzi rivoluzionari. Tenda e chitarra La mancanza di risultati finora apprezzabili e gli ultimi voltafaccia della Cina non li hanno scoraggiati, anche quest'anno sono partiti con i pochi soldi e l'attrezzatura strettamente indispensabile alle lunghe marce: tenda, sacco a pelo, chitarra o altro strumento musicale per allietare le serate sull'aia, registratore per captare e conservare la viva voce popolare, manifesti non azzardati e volantini. Adesso l'estate è finita, ma le campagne in campagna continuano: i gruppi maoisti si preparano ad approfittare della vendemmia autunnale per proseguire l'opera di convincimento presso i viticultari che, dicono, «hanno gloriose tradizioni di lotta, soprattutto nel Midi ». Così magari, se il tempo resta bello come sempre nel Sud della Francia, potrebbe scapparci anche qualche bagno di mare. Lietta Tornabuoni Saint-Tropez. Folla estiva al caffè e al passeggio: il piacere di guardarsi (Telel'otoì

Persone citate: Ferrat, René Richard, Robert Poujade, Robert Toutain, Scott Fitzgerald

Luoghi citati: Cannes, Cina, Francia, Los Angeles, Palermo