In difesa delle torinesi di Giovanni Arpino

In difesa delle torinesi In difesa delle torinesi Per la Juventus e i granata l'insidia di critici in malafede - Ricerca di note scandalistiche e polveroni critici per stuzzicare uomini e ambienti Ultimi scontri in Coppa, ancora tra gli echi delle trombe internazionali, poi è subito Valcareggi scortato dai suoi azzurri e finalmente il campionato. Il lungo (e talora indigesto) menu del football nostrano arriva ai piatti forti, quelli più ricchi di calorie, più conditi di salse polemiche. Come già ci accadde su queste stesse colonne, ancora una volta dobbiamo parlare delle due squadre cittadine, cioè Juventus e Torino: e per difenderle, per gettare acqua su troppe fiamme accese da altre mani. Molti si divertono a sollevare polveroni critici, a stuzzicare uomini e ambienti, a cercare la nota scandalistica, che anche in calcio fa cassetta, benché provvisoria, e stuzzica i tifosi più creduloni, manda in bestia tecnici e giocatori. Giagnoni ha un bel dire: datemi tempo, e cioè quel tempo che ad un allenatore nuovo non solo spetta ma gli si deve concedere per dovere e per scrupolo. Il Torino è già guardato, da parte di certa critica sportiva, come una fonte succosa di polemiche, vaniloqui, scontri interni. Tanto lo si lodò l'anno scorso, ad inizio di stagione, tanto lo si guarda storto quest'anno, pronosticandogli sventura. Mentre è certo che il club granata, partendo col giusto piede di prudenza, senza alimentare illusioni e senza crearsene, potrà fare il suo campionato, difendere la sua Coppa, amministrarsi secondo schemi tattici che di domenica in domenica debbono maturare. Non si vede perché certe critiche troppo «anticipate» e violente intendano seminare gramigna e ortiche oltre il lecito, di colpo lodando la squadra che fu di Moschino e di Maddè come se fosse stata una compagine di straordinaria levatura rispetto a quella odierna. Con la Juventus il discorso si fa più pesante: perché è ormai diventato un luogo comune della critica ufficiale indicarla quale la più seria pretendente allo scudetto. E' molto probabile che i bianconeri di oggi abbiano il passo, l'animo, la disposizione alla lotta per lo scudetto '71-'72, ma certi padrini maligni che la vogliono tout court vincente ricordano più la Volpe e il Gatto di Pinocchio che amici sinceri. Credendo alla Volpe e al Gatto (variamente camuffati, ma puntualissimi ad ogni appuntamento) il povero Pinocchio dovette subirne di tutti i colori: se fosse stato maniaco del pallone avrebbe creduto agli scudetti sbocciati sugli alberi, come pere. In questa direzione, e neppur mascherando troppo i suoi giochi, cammina una certa critica, spargendo lusinghe ogni due passi e non ricordando in quale sugo padre Dante condì i lusingatori d'ufficio. All'inizio dello scorso campionato, Nereo Rocco si adirava moltissimo con coloro che ripetevano Milan-Milan come eterno numero uno tra i candidati al titolo. Ed ebbe ragione, il suo Milan, troppo lodato e unto, si scaricò come un razzo a tre stadi negativi, fino a smarrirsi e ce¬ dere un grosso vantaggio acquisito. Il tema di oggi ripete queste manovre, sottolineando, al posto di Milan, l'attuale Juventus. Per accrescerne le responsabilità, perché sia subito aggredita su ogni campo, perché ogni avversario di Bettega o Haller o Causio o Capello, ogni domenica, si cacci subito in testa che sta affrontando i futuri campioni. La manovra tattico-critica va pennellando i difetti degli altri, siano Inter e Milan, siano Bologna e Fiorentina e Cagliari, mentre tende ad esaltare oltre il verosimile le qualità bianconere. Le illazioni profetiche diventano magari astiose: il vecchio allenatore in pensione detta le sue leggi su colonne di giornali ammonendo Causio e Capello, il tifoso di penna intellettuale svolge i suoi temi tattici a tavolino, i chiromanti dal pronostico facile (e fortunatamente fallibile se non addirittura sempre fallito) favoleggiano una specie di leale congiura di stinchi perché la « Vecchia Signora » non uccida subito gli interessi del campionato. Siamo al gioco delle tre tavolette, come si vede. Si fa vedere Juventus per poi rovesciare, al momento buono, i favori su altre carte ed altri clan. E' un gioco forse lecito, in queste prime sortite verbali, ma è doveroso opporglisi in nome del buonsenso e della misura critica. Nelle lodi eccessive, mai gratuite, si finisce per inciampare più che negli ostacoli veri. Da Boniperti a Vycpalek a Causio, da Giagnoni a Pulici a Ferrini, il tifoso intelligente pretende foga di gioco sommata a prudenza: le insinuazioni e le lusinghe di oggi vengono da ima semina diabolica, è giusto diffidarne. Giovanni Arpino

Luoghi citati: Bologna, Cagliari, Torino