Ceausescu si appella agli Usa contro le pressioni di Mosca?

Ceausescu si appella agli Usa contro le pressioni di Mosca? Messaggio del capo romeno al presidente Nixon Ceausescu si appella agli Usa contro le pressioni di Mosca? Rivelazioni della «Washington Post» che pubblica una foto dell'incontro fra l'ambasciatore di Bucarest e il segretario di Stato Rogers - I retroscena della crisi balcanica dei mesi scorsi: Ceausescu, di passaggio a Mosca dopo la visita in Cina, fu pubblicamente accusato di « perfìdia » dal primo ministro Kossighin (Dal nostro corrispondente) New York, 18 settembre. In un pericoloso tentativo di allontanare delinitivamente le pressioni sovietiche, la Romania ha chiesto Un appoggio agli Stati Uniti. Lo afferma stamattina la « Washington Post », rivelando che Ceausescu ha inviato nei giorni scorsi un messaggio personale al presidente Nixon. 11 quotidiano pubblica anche la fotografia di un colloquiò svoltosi ieri alla Casa Bianca tra lo stesso Nixon e l'ambasciatore romeno Bodgan. Non v'è dubbio che la fotografia abbia uno scopo dimostrativo per l'Urss. Il Presidente non convoca inai la stampa per i suoi incontri con i diplomatici stranieri, né cerca mai di sottolineare la cordialità dei rapporti con un paese comunista. Le affermazioni della Washington Post sono state confermate indirettamente dai portavoce. Essi hanno infatti precisato da un lato che il colloquio non s'è svolto sulla mediazione della Romania tra gli Stati Uniti e e la Cina, mediazione cruciale nei mesi scorsi, e tuttora importante per la visita di Nixon a Pechino. Dall'altro lato hanno dichiarato che Bodgan si era già recato dal segretario di Stato Rogers il 3 settembre, «per manifestargli lu sua preoccupazione per le pressioni sovietiche ». Bodgan avrebbe allora accennato alla minaccia di manovre militari del Patto di Varsavia in Bulgaria, all'ostile campagna di stampa in Ungheria e a « ricatti economici ». "Sulla forma che un appoggio americano alla Romania potrebbe assumere non sono trapelate indiscrezioni. E' evidente che la pubblica dimostrazione di simpatia del Presidente Nixon ha un peso politico e psicologico enorme. Più in concreto, si parla di una rapida espansione dei rapporti commerciali, e di imprese congiunte. La Gulf Petroleum e la Ford costruirebbero, ad esempio, una raffineria ed una fabbrica di autocarri non lontane da Bucarest. Su tali imprese, i romeni manterrebbero il controllo col 51 per cento delle azioni. Ciò consentirebbe loro di accentuare l'incipiente indipendenza finanziaria dall'Urss, la chiave di volta della loro autonomia. Secondo la Washington Post, sia gli Stati Uniti sia la Romania sono consapevoli dei rischi di una politica del genere. Ma Ceausescu, appena evitato il pericolo di un'invasione, avrebbe deciso di anticipare gli eventi per il futuro. Egli si sentirebbe protetto alle spalle dalla Cina, e spererebbe in una sincera distensione di quest'ultima con l'America. Sia pure con qualche punto interrogativo, la Washington Post svela anche i retroscena della tensione dei mesi scorsi nei Balcani. Il giornale scrive: « La campa gna sovietica contro i romeni incominciò dopo il viaggio di Ceausescu a Pechino a giugno, che costituì il preludio a quello di Kissinger nel luglio successivo. Quando Ceausescu si fermò a Mosca sulla via del ritorno sembra che Kossighin lo ab Ina accusato davanti a tutti di perfidia. Ceausescu era passato anche in Mongolia, che è sotto l'influenza sovietica. Le discussioni erano state così aspre che non si era potuto stilare neppure un comunicato ». Il quotidiano aggiunge che le apprensioni di Bucarest aumentarono allorché la stampa ungherese la accusò di voler formare con l'Albania e con la Jugoslavia un « asse filocinese ». Per timore di torbidi in Transilvania, dove i gruppi magiari sono molto numerosi Ceausescu modificò la sua politica nei confronti delle minoranze. Il culmine della crisi fu toccato con la riunione dei paesi comunisti europei — esclusa la Romania — in Crimea. Fortunatamente, conclude la Washington Post, lo spettro di una nuova Cecoslovacchia è scomparso. Poiché il giornale afferma che le sue fonti si trovano apllrnaiK«b a Washington, si può solo pensare che tutti i particolari siano stati forniti, volontariamente o involontariamente, dai circoli governativi. U. silenzio dell'Urss a questo proposito è indicativo. Per quanto riguarda il particolare dell'accusa di Kossighin a Ceausescu, di «perfidia», la fonte sarebbe l'ambasciatore Bodgan.