Valpreda sarà libero entro un paio di mesi?

Valpreda sarà libero entro un paio di mesi? Gli attentati a Milano e a Roma Valpreda sarà libero entro un paio di mesi? Se la Cassazione accoglierà un ricorso dell'imputato Emilio Borghese, scadranno i termini per la detenzione preventiva (Nostro servizio particolare) Roma, 18 settembre. Pietro Valpreda e, con lui, gli altri che sono imputati di avere compiuto, il pomeriggio del 1:2 dicembre di due anni or sono, la strage in piazza Fontana a Milano e gli attentati dinamitardi in via Bissolati e all'Altare della patria a Roma, potrebbero arrivare al processo in Corte d'assise, che sarà celebrato nei primi mesi del prossimo anno, In stato di libertà. E: una ipotesi stillai quale i difensori sembrano fare un notevole affidamento. Tutto dipende dalla decisione che sarà presa, la mattina dell'8 ottobre, dalla Cassazione su una questione tocedurale, sollevata da Emilio Borghese, attraverso il suo difensore, avv. Pietro D'Ovidio. Il legale ha protestato perché al figlio del consigliere di Cassazione coinvolto nella vicenda è stata concessa dal giudice istruttore la amnistia per un reato decisamente secondario: avere danneggiato con l'esplosione della bomba nella Banca nazionale dell'agricoltura in piazza Fontana, a Milano, le attrezzature del ristorante « L'Angelo » e una « 500 », posteggiata nelle vicinanze. Il magistrato, nel concludere la istruttoria, applicò l'amnistia senza chiedere ad Emilio Borghese se intenda accettare o rinunciare al beneficio. In una delle sue ultime sentenze, la Corte costituzionale ha stabilito che l'amnistia è un provvedimento al quale l'imputato può rinunciare per chiedere lo svolgi- mento di una indagine qualora egli ritenga di essere innocente e quindi di avere la possibilità di ottenere un'assoluzione per non avere commesso il fatto. In ogni modo, 1' applicazione dell' amnistia deve essere preceduta da una esplicita richiesta del giudice istruttore, il quale ha l'obbligo di interrogare sull'argomento l'imputato. Nel caso specifico, sostiene l'avv. Pietro D'Ovidio, ad Emilio Borghese non è stato chiesto in aula e, di conseguenza, « nulla» deve essere ritenuta la sentenza istruttoria; gli atti devono essere rinviati al giudice istruttore per il completamento della procedura. Il problema a questo punto, almeno nei propositi dei difensori, perché alla questione non è soltanto interessato Borghese, ma anche Valpreda, Merlino e Roberto Gargamelli, potrebbe diventare importante. Infatti la legge limita la carcerazione preventiva per il periodo istruttorio a due anni nei casi in cui il mandato di cattura sia obbligatorio e il reato preveda una pena superiore a 20 anni di reclusione. In sostanza, se l'istruttoria non viene completata con il rinvio a giudizio entro un biennio, all'imputato deve essere concessa la libertà provvisoria, che sarà poi revocata in caso di condanna definitiva. Questo termine per Valpreda e gli altri imputati scade il 15 dicembre 1971. L'istruttoria è stata chiusa il 20 marzo scorso, ma se la Cassazione, accogliendo il ricorso di Bor ghese, l'annullasse, questi ter mini si riaprirebbero. Questi sono i propositi che hanno indotto i difensori ad assumere tale iniziativa. E queste sono le prospettive: che la Cassazione annulli la sentenza istruttoria in tato ed allora il pubblico ministero e il giudice istruttore, nel giro di due mesi, dovranno regolarizzare la situazione per evitare che Valpreda sia posto in libertà; che la Cassazione ritenga la sentenza del la Corte costituzionale non applicabile retroattivamente perché fu pronunciata in luglio mentre il caso Borghese fu risolto in marzo e, quin di, lasci la situazione immu tata; che annulli la sentenza istruttoria soltanto nella parte relativa al reato di danneggiamento che non comporta un mandato di cattura, ma un semplice mandato di com parizione. g. g. i e

Luoghi citati: Milano, Roma