Riunioni comunitarie all'ospedale di Verona alla presenza di malati, familiari e dei medici
Riunioni comunitarie all'ospedale di Verona alla presenza di malati, familiari e dei medici Un'interessante iniziativa della divisione neurologica Riunioni comunitarie all'ospedale di Verona alla presenza di malati, familiari e dei medici Verona, settembre. Un'esperienza nuova si at tua, da qualche tempo, nella divisione neurologica dell'Ospedale di Verona: le Riunioni Comunitarie, alle quali partecipano malati, loro familiari, sociologi, medici, infermieri e quanti sono interessati alla vita di ospedale. Il malato è una persona sensibile e civile, la quale improvvisamente, a causa di un evento imprevedibile (la malattia), si trova trasportata da un luogo cui è affettivamente legato da sempre (la sua casa, la famiglia), in altro comunitario, umanamente freddo, e meno accettato (l'ospedale). Quali sono le sue reazioni? Quali i suoi problemi psicologici, materiali e morali? Le strutture attualmente impegnate per risolvere il dramma della sua malattia sono valide? Il malato ha diritto di conoscere, dal medico di corsia, informazioni su diagnosi, analisi e terapia sulla malattia, che in definitiva è sua? «Should a Doctor teli», può e deve dire il medico la verità-vera al malato? Questi ed altri interrogativi emergono dalle Riunoni Comunitarie di Verona. E, discutendo insieme, talune soluzioni ai complessi problemi della vita ospedaliera vengono additate. Ciò ha indotto il primario neurologo dell'Ospedale Maggiore di Verona a organizzare con la collaborazione del Centro Studi Sangemini un «dibattito aperto» sui problemi psicosociali delle comunità ospedaliere: l'uomo malato, il personale sanitario, l'ambiente ospedaliero. Il dibattito ha un provocatore nella persona del giornalista Nantas Salvalaggio, e degli « esperti » che rispondono alle sue domande provocatorie. I partecipanti invitati sono il ministro della Sanità Mariotti; l'avv. G. B. Rossi (amministratore ospedaliero); i prof. A. Poppi (primario cardiologo, presidente Anpo), G. Rizzotti (sovrintendente ospedaliero), M. Montanari (ordinatore), D. De Martis (psicanalista), R. Carli (psicosociologo), A. Balestrieri (psichiatra), P. Confortini (chirurgo), G. M. Puccini (ex-degente), D. Ruatti (cappellano ospedaliero), V. Maccacaro (infermiera professionale),G. Armani (infermiere ospedaliero). Il vero «attore» del dibattito è l'interlocutore, cioè il pubblico che interviene con domande attinenti la vita comunitaria d'ospedale. Dal pubblico il dibattito riceve la sua dinamica vivace, ed il suo ritmo. Roberto Morgante dell'O-p.-.L:!j Maggiore di Verona
Persone citate: Armani, Carli, D. De Martis, Mariotti, Nantas Salvalaggio, Puccini, Rizzotti, Roberto Morgante
Luoghi citati: Verona
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