La tragica conferma in Usa: gli ostaggi furono uccisi dalle guardie carcerarie di Ennio Caretto

La tragica conferma in Usa: gli ostaggi furono uccisi dalle guardie carcerarie Crescente tensione nel Paese dopo i gravi fatti di Attica La tragica conferma in Usa: gli ostaggi furono uccisi dalle guardie carcerarie Critiche al governatore Rockefeller per non essersi recato a visitare la prigione quando già la rivolta era in atto - Dice: « Sarebbe stato inutile » - Accuse anche alla Casa Bianca - L'autopsia ha rivelato la px-esenza di pallottole, nei corpi delle vittime, e quasi nessun segno di taglio - Violente dimostrazioni in varie Università; si temono disordini in altri penitenziari - Fermento fra i negri (Dal nostro corrispondente) New York, 15 settembre. Col passare dei giorni, la tragedia di Attica si precisa in tutto il suo orrore. Il tremendo sospetto di ieri, che gli ostaggi siano slati uccisi dalla polizia e dalla guardia federale c non dai detenuti, è divenuto oggi certezza. L'America e sconvolta. Le autorità del carcere, il governatore dello Stato di New York, Rockefeller, lo slesso Presidente Nixon sono sotto accusa. In molti altri penitenziari la tensione aumenta di ora in ora. L'Fbi ha ordinato misure d'emergenza, nel timore di una rivolta quasi nazionale. Si segnalano torbidi da Atlanta a Cleveland, in alcune università sono in corso violente dimostrazioni. Attica sta assurgendo a simbolo dei mali non del sistema carcerario, ina del tessuto politicosociale americano. I giornali parlano di una seconda My-Lai, di un inconcepibile massacro che poteva, anzi doveva essere evitato. La « bomba » della morte degli ostaggi è scoppiata ieri, dopo l'autopsia. Il dott. John Edland, il medico inquirente, ha rivelato che essa era stata causata da armi da fuoco di grosso calibro: quelle usate dalla polizia e dalla guardia nazionale per stroncare la ribellione. Le autorità della prigione lo hanno smentito: «I detenuti — ha ribadito un portavoce — hanno sgozzato gli ostaggi. Ci sono dei testimoni oculari». Alcune ore più tardi, quando le famiglie delle vittime, i giornalisti, ed una l'olla sempre più numerosa accorsa da ogni parte del Paese si sono radunati di fronte ai cancelli, il commissario Russell Oswald ha ritrattato. Non ha ammesso esplicitamente che s'è trattato di uno spaventoso errore, che gli ostaggi sono caduti sotto il fuoco della polizia e della guardia federale. Ma ha detto: «I detenuti avevano costretto gli ostaggi a indossare le uniformi carcerarie. Probabilmente, se ne sono serviti anche come scudo, spingendoli avanti quando è incominciata la battaglia». E ha aggiunto: «Gli ostaggi avevano mani c piedi legati, e recavano i segni di ferite da taglio, di percosse e di torture». Ha insistito: «La battaglia è durata l'intera mattina; la sua ferocia, la confusione, le bombe a gas non ne hanno consentito subito una ricostruzione esatta». Ma ciò giustifica la carneficina? Il dottor Edland ha affermato d'aver trovato fino a 12 pallottole nei cadaveri degli ostaggi e dei detenuti. Voci furenti si levano dal gruppo di «osservatori imparziali», che si trovavano nella prigione. Ha dichiarato il deputato Badillo: «Abbiamo visto sangue e distruzione; siamo certi che con maggior pazienza e comprensione la tragedia sarebbe stata evitata ». E il suo collega negro Ève, al suo fianco per cinque giorni: «La maggioranza dei detenuti era brava gente: non hanno ucciso gli ostaggi né all'inizio della battaglia, né durante; non li avrebbero uccisi mai». E' corsa la voce che i detenuti possedessero rudimentali fucili a scatto. Ma il medico ha sottolineato: «Armi del genere non produrrebbero mai gli squarci da me riscontrati sui cadaveri, neppure da distanza ravvicinata». Di fronte all'orrore, il governatore Rockefeller e il presidente Nixon si sono chiusi in un estremo riserbo. Il primo ha preso tre provvedimenti: lia ordinato un'inchiesta immediata ud Attica, ha attillati) al giudice Goldman il compito di controllare clic i rivoltosi non siano soggetti a rappresaglie, e ha blRpGa inviato un « leader » negro nell'area per prevenire torbidi razziali. Il secondo ha di nuovo manifestato il suo appoggio alle autorità: «Non esisteva altra alternativa », ha confidato ad un gruppo di senatori. E' dubbio che il governatore e il Presidente possano mantenere a lungo questo atteggiamento. Al Congresso si protesta. Muskie ha denunciato « le gravi mancanze degli uomini al comando ». Scrive il « New York Times »: « Si è cercato di ingannarci? Se sì, la credibilità dell'intero governo nell'applicazione della legge è minacciata ». Ad una breve conferenza stampa. Rockefeller ha ' oggi annunciato che il numero dei morti è salito da 41 a 42, e cinque detenuti sono dati per dispersi. Il governatore ha di nuovo attribuito la respondabilità del massacro ai rivoltosi, «che in verità non cercavano una soluzione pacifica», aggiungendo che una sua visita a Attica domenica «sarebbe stata inutile». Rockefeller ha mandato un prò prio alto rappresentante ai funerali di due ostaggi, ai quali hanno partecipato migliaia di persone. Il governatore sembra credere sempre ad una «congiura» contro la legge e l'ordine. Il portavoce della Casa Bianca, Ziegler, ha indirettamente avallato questa tesi, chiarendo che Nixon ha avuto stamane «una lunga discussione telefonica con Rockefeller». «E' facile sfoggiare il senno di poi» ha detto in risposta alle critiche. E ha smentito le voci di dimissioni del governatore. Sempre più grave appare il rifiuto di Rockefeller di recarsi domenica scorsa ad Attica, per rendersi conto della situazione, se non per negoziare coi rivoltosi. E la rigidità del commissario Oswald, l'ostilità dimostrata dai suoi collaboratori per gli «osservatori imparziali», come ha osservato uno dei ■vicedirettori del New York -times, Tom iVicftetrche facèta parte del gruppo, hanno contribuito al precipitare della crisi. Abbiamo detto che la trage dia è sintomatica non solo del malessere nei penitenziari, ma nell'intera America. Lo conferma la storia dei tre « leaders » della rivolta, un bianco, «Mad Bomber Melville», e due negri, «Brother Richard ed Herbert X». Il primo si chiamava in realtà Grossmann, era un giovane anarchico e dinamitardo, e aveva scelto per nome di battaglia quello del suo scrittore preferito. Arrestato nel '70, si considerava un detenuto politico. Il secondo era affiliato alle «Pantere nere», ed era in prigione per furto. Il terzo, un musulmano, laureato in legge, sembrava essere stato incriminato erroneamente di rapina. I due negri forse sono ancora vivi. Se non «Mad Bomber Melville», che aveva l'impronta del fanatico, certo Richard Clark e Herbert Blyden sono stati spinti al dissenso militante dal senso di una profonda ingiustizia. Tom Wicker, i deputati Badillo e Ève li hanno descritti come due uomini impegnati, e paragonati ad Angela Davis, la «Passionarla negra» e a George Jackson il «Soledad Brother» che essa voleva liberare, morto ad agosto a San Quintino in un'altra sanguinosa insurrezione. Sono gli esponenti delle minoranze, di colore, di censo, di mille altre categorie, infiammate dal neomarxismo, dal radicalismo, ma alimentate nel loro odio da una società ora disorientata ora inflessibile. Ennio Caretto Nelson Rockefeller

Luoghi citati: America, Atlanta, Attica, Cleveland, New York, San Quintino, Usa