Orari ridotti nelle medie per 4 milioni di studenti

Orari ridotti nelle medie per 4 milioni di studenti In attesa delle nomine dei professori Orari ridotti nelle medie per 4 milioni di studenti Nei primi quindici giorni di scuola un milione di ragazzi rischiano di rimanere a casa - Gli insegnanti faranno sciopero quando la situazione sarà normalizzata (solo lo Snafri comincerà il primo ottobre), per provocare maggior disagio (Nostro servizio particolare) Roma, 14 settembre. Il nuovo anno scolastico eomincerà ancora nella confusione. Il primo giorno di scuola soltanto i quattro milioni c mezzo di alunni delle elementari troveranno gli insegnanti. Dei quattro milioni di allievi delle medie e delle superiori almeno un milione tornerà a casa perché non ci sono tutti 1 professori; gli altri resteranno a scuola una o due ore. Perché tutti trovino un posto passeranno una quindicina di giorni, ma avranno un orario ridotto e professori di « transito ». L'orario definitivo giungerà in novembre e la nomina di tutti i docenti anche più avanti. Tutti gli anni i ministri assicurano che le lezioni cominceranno regolarmente il primo ottobre, ma puntualmen te vengono smentiti. Secondo le previsioni di alcuni funzionari del ministero della Pubblica Istruzione e dei provveditorati agli studi, quest'anno la situazione è ancora più grave: la nomina di tutti i professori non di ruolo (circa 140 mila) sarà più laboriosa, perché con la legge sul posto-orario il meccanismo è diventato complicatissimo. Inoltre, molti docenti dovranno correre da una scuola all'altra (in provincia anche da un paese all'altro) per completare l'orario settimanale. Stando ai tempi stabiliti dalle circolari ministeriali entro ottobre tutte le nomine dovrebbero essere ultimate; in pratica questo non accade. I provveditorati hanno già pubblicato le graduatorie, ma ora le commissioni sono alle prese con im'infinità di ricorsi. Un esempio: a Roma su 17 mila professori delle varie graduatorie, 3 mila hanno fatto ricorso. C'è poi il problema del reperimento dei posti collegato alle iscrizioni e al numero delle classi. A farne le spese sono gli alunni e le famiglie: la « girandola » dei professori che comincia nei primi giorni di scuola in molte sedi, soprattutto nelle grandi città, finisce a Natale. L'anno scorso alcuni provveditorati hanno terminato le nomine il 10 gennaio con la conseguenza che in tante classi si sono avvicendati fino a undici professori. Insomma, per due-tre mesi milioni di alunni vanno a scuola quasi inutilmente perché l'insegnamento non può essere impostato e svolto con un minimo di efficacia. L'edilizia Il ministero e i provveditorati agli studi non rinunciano alle ferie d'agosto. Nessun ministro ha mai pensato che non si può smobilitare un mese intero e che le vacanze del personale vanno pianificate: a settembre | tl iavoro c.ne si è accumula 1 to e tale da scoraggiare an- j che ì più diligenti funziona I vi A rlnn (.olii 11 i - j i 11 - r ì -, 1 ! *i i i i ri. A due settimane dall'inizio dell'anno scolastico la Pubblica Istruzione non ha ancora diramato il colenda- rio scolastico e non ha dato ai provveditori agli studi direttive sulla nomina dei presidi incaricati, che sono migliaia. A complicare la situazione c'è il problema dell'edilizia: molte scuole sono costrette ai doppi e anche ai tripli turni. I dati dellTstat (Istituto centrale di statistica), che si riferiscono all'anno scorso, sono questi: nelle elementari le aule in locali « precari » sono 24 mila; ben 633 mila alunni frequentavano i doppi ed i tripli turni. Nelle medie e nelle superiori le aule precarie sono 30 mila; gli alunni che vanno ai doppi turni 170 mila. I 950 miliardi stanziati per costruire edifìci scolastici rimangono inutilizzati. Un'incognita Un'altra incognita pesa sul nuovo anno scolastico: lo sciopero degli insegnanti. Tut ti i sindacati della scuola, sia pure con motivazioni diverse, l'hanno preannunciato. Ma dopo aver minacciato di bloccare l'inizio delle lezioni, hanno deciso di spostarlo più avanti, ritenendo che una astensione dail lavoro a ottobre sarebbe inutile, dato che in pratica le scuole non funzionano. Solo lo Snafri (Sindacato nazionale dei professori fuori ruolo) ha deciso di attuarlo dal primo ottobre, rimanendo isolato, come avvenne in giugno per il blocco degli esami e degli scrutini. Gli insegnanti scioperano per motivi economici e per ottenere modifiche allo stato giuridico già approvato dalla Camera e ora all'esame del Senato. I sindacati autonomi non accettano l'impostazione data alla parte che riguarda gli organi collegiali e criticano lo spirito della legge perché anticiperebbe la futura riforma della scuola; inoltre chiedono un preciso impegno sul trattamento economico. Cgil, Cisl e Uil, in polemica con i sindacati autonomi, vogliono che venga accentuata la democratizzazione della scuola, dando più poteri agli organi collegiali e più partecipazione agli studenti e alle famiglie. Fanno un discorso diverso anche per il trattamento economico: vogliono un'indennità forfetta ria eguale per tutti, cioè un assegno per gli insegnanti laureati e uno per i diplomati, a prescindere dagli anni di servizio, riservandosi di rivendicare nuovi stipendi quando si arriverà alla scuola a tempo pieno. Se non si eviterà questo sciopero il caos nella scuola sarà totale. f. f.

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