Sono troppi gli uccisi e le persone ferite da cacciatori sprovveduti e imprudenti

Sono troppi gli uccisi e le persone ferite da cacciatori sprovveduti e imprudenti Domenica altre tre vittime in Piemonte e nella Valle d'Aosta Sono troppi gli uccisi e le persone ferite da cacciatori sprovveduti e imprudenti Un ragazzo e due uomini hanno perso la vita mentre partecipavano a battute - Un cacciatore-sciacallo udito l'urlo di dolore del colpito è fuggito - Il presidente del Comitato anticaccia ha denunciato i presidenti delle sezioni caccia di Torino, del Piemonte e di tutta Italia Tre persone — tra le quali un ragazzo di tredici anni — sono morte domenica, in PiemonteValle d'Aosta, per incidenti di caccia e parecchie altre sono rimaste ferite più o meno gravemente. E' un bilancio drammatico che suggerisce alcune considerazioni. Anzitutto, troppo spesso le luttuose notizie di caccia hanno titoli come questi: « Uccide un tredicenne credendolo un coniglio », « Scambia l'amico per un fagiano e gli spara 11, « Ucciso da un altro cacciatore che lo scambia per una lepre a. Quasi sempre In questi casi, l'omicida (il reato di cui è responsabile è « omicidio colposo») è uno al quale non si doveva permettere di andare in giro per,la campagna e sparare Uberamente. Nella maggioranza dei casi si tratta di un cacciatore con vista difettosa o troppo emotivo o addirittura incosciente. Sente foglie frusciare, intravede qualcosa muoversi in un cespuglio e immediatamente spara. Qualche volta c' davvero selvaggina tra quelle foglie e in quel cespuglio; altre volte vi è un contadino che lavora, c'è un cercatore di funghi o una coppia di innamorati, vi è appostato un altro cacciatore. Il ragazzo ucciso domenica (Paolo De Palo, studente di Aosta) era con il padre cacciatore in un pioppeto. I suoi capelli castani sono stati intravisti nel fogliame da Rosario Arfuso, di 63 anni, anch'egli di Aosta, che non ha esitato a fare fuoco, da venti metri. L'Arfuso ha detto alla polizia: « Ero convinto che fosse la schiena di una lepre ». Il padre del ragazzo ha raccontato tra i singhiozzi: « Paolo ha sussurrato poche parole: " Perché sparate? Perché sparate? " poi è morto ii. La seconda vittima di domenica, invece, è stata « scambiata per un fagiano ». Giacomo Gaidone, 37 anni, padre di due biminiii bi, dipendente del comune di Pinerolo, era in giro a cacciare con l'amico Francesco Maletto. Aveva un berretto con vivaci colori. Ha sentito un fruscio provenire da una scarpata, si è affacciato per vedere se era selvaggina, dal basso gli è arrivata una fucilata, che lo ha colpito al capo e ucciso all'istante. Un cacciatore, visto i colori del suo berretto, aveva evidentemente creduto si trattasse di un fagiano e, senza pensarci un istante, aveva fatto fuoco. In questo caso, si tratta di un cacciatore-sciacallo, perché è fuggito. Ha sentito l'urlo del Gaidone e si è subito reso conto del tragico sbaglio. Non è stato a chiedersi se la sua vittima era soltanto ferita e se aveva bisogno di aiuto; la sua sola preoccupazione è stata quella di scappare prima di essere scoperto. Un contadino lo ha visto correre verso la sua « 127 n e partire a forte velocità. « Pareva molto emozionato — ha detto il contadino ai carabinieri — e si è scusato in fretta con me, che gli avevo fatto osservare che alcuni pallini erano finiti contro ta mia casa. " Credevo di avere sparato a un fagiano, ha risposto, mi scusi tanto. Qui non verrò più ". Naturalmente, non sapevo che aveva ucciso un uomo ». Per un incidente, domenica è morto Vladimiro Gandini, 39 anni, di Alba. E' stato ucciso da un colpo partito dal suo fucile, vittima della propria imprudenza. Conclusa la battuta di caccia assieme al padre, aveva posato il fucile carico sul tetto dell'auto. Poco dopo, mentre sbatteva la porta della macchina per chiuderla, dalla doppietta, che aveva le canne rivolte verso di lui, è partito un colpo che lo ha raggiunto in pieno petto. E' morto dopo un'agonia di mezz'ora. Parecchi altri cacciatori si sono colpiti tra di loro o sono rimasti feriti dal colpo partito dalla propria arma. In parecchi casi le conseguenze non sono state gravi — prognosi di pochi giorni — ma in altri le vittime sono rimaste sfigurate, hanno lesioni indelebili. In seguito ai molti incidenti di domenica, il presidente del Comitato internazionale anticaccia, che ha sede in corso De Gasperi 34, ieri ha presentato denuncia alla Procura della Repubblica contro 1 presidenti dei comitati caccia di Torino, del Piemonte e di tutta Italia, perché « sono capi di associazioni i cui iscritti sono portati a delinquere ». Ciò sembra difficilmente sostenibile, e riportiamo la notizia di questa denuncia solo per dovere di cronaca. Comunque, resta vero il fatto che troppi sono gli incidenti di caccia, parecchi 1 morti e i feriti, perché troppa e l'imprudenza, se non addirittura l'incoscienza. Ritirato il passaporto al professor Vecchietti Tra i provvedimenti di carattere amministrativo-giudiziario disposti dal dott. Zagrebelsky nell'inchiesta sui ollnici accusati di peculato, vi è quello del ritiro dei passaporti agli imputati. Come abbiamo pubblicato a giugno, i 23 cattedratici non possono lasciare l'Italia. E' forse una delleIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIMIIIIIII conseguenze piU pesanti dell'istruttoria, se si pensa che 1 clinici sono invitati a convegni di studio in ogni parte del mondo. Ieri, ad esempio, il prof. Vecchietti, direttore della Clinica ostetrica, è stato convocato per un consulto a Losanna. Ma il clinico non ha potuto far altro che comunicare al collega svizzero, il prof. Mertz di Ginevra, la sua impossibilità ad intraprendere il viaggio. mil IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII n i Paolo De Palo, di 13 anni, studente di Aosta, con la madre. It padre indica it luogo dove è avvenuta la tragedia