TITOLI IN VETRINA

TITOLI IN VETRINA TITOLI IN VETRINA La fiducia di Lenin e, pei parecchi anni dopo la nascita del partito comunista cinese, di tutta la III Internazionale nella capacità del comunismo russo di fare da ponte fra Europa e Asia, fra le masse operaie occidentali e le masse contadine dell'Oriente, era fondata non solo su fattori geografici evidenti, ma anche e soprattutto sulla composizione etnico-sociale dell'ex impero zarista, nel quale il 20 per cento della popolazione era costituito da popoli tipicamente « coloniali » (un'aliquota certo superiore, fino al primo piano quinquennale, a quella del proletariato industriale). A intaccare quella capacità e la fiducia iniziale contribuirono prima la doppiezza e la diffidenza di Stalin verso la rivoluzione contadina di Mao Tsetung, poi gli sviluppi della controversia sovietico-cinese, che appare ormai una frattura a lungo termine. E' questa scissione fra il comunismo russo e quello cinese la causa prima dell'affievolirsi della « presa » di Mosca su tutto il Terzo Mondo. Ma le radici di questo processo storico, come si è detto, sono più profonde, e a chi voglia conoscerle compiutamente non si può non consigliare la i lettura di L'Internazionale comunista e la questione coloniale di Rudolf Schlesinger (De Donato, L. 2000), uno studio di rara acutezza e precisione informativa, che copre tutto il periodo di vita del Cominlern (1920-1943). * * Tipico del pensatore politico realista (modesto o sommo, liberale o socialista) è l'auspicare un'equilibrata conciliazione fra libertà individuale e volontà generale (che poi, se il pensatore è davvero realista, è sempre la volontà di una maggioranza); cambia, se mai, l'accento posto sull'uno o sull'altro elemento. Tipica dell'utopista politico è invece l'ambizione di puntare a un sistema perfetto in cui libertà individuale e volontà collettiva non facciano da contrappeso e da correttivo l'una all'altra, ma si identifichino a vicenda. Nel saggio II contratto sociale di Rousseau (Società Editrice In ternazionale, L. 1500) Lester Cracker include decisamente il grande ginevrino in quest'ultima categoria di pensatori politici. Cracker vede in Rousseau non tanto un ribelle quanto un precursore delle moderne tecniche di manipolazione occulta delle coscienze individuali per farle coincidere con i valori della comunità. In questo senso, secondo l'autore, sono valide le affermazioni sulla modernità di Rousseau, capostipite di un albero genealogico che, passando per Robespierre e Babeuf, confluirebbe in Marx e Lenin. Anche la rivoluzione culturale maoista, basata su una mistica che sublima gli istinti naturali dell'individuo, mettendoli « al servizio delle masse », sarebbe una incarnazione della filosofia roussoiana. * -k Processo alla famiglia è il titolo di un'inchiesta di Enrico Altavilla (Rizzoli, L. 2800) sull'evoluzione dell'istituto e del costume familiare in diversi paesi dell'Europa settentrionale e in Grecia. Come l'autore nota nell'introduzione, intento dell'opera non è tanto di studiare e analizzare ciò che accade nelle terre straniere da lui visitate, quanto di vedere come altri popoli abbiano risolto o stiano tentando di risolvere un problema, come quello della famiglia, che interessa noi italiani. Ricco di informazioni, il libro offre un panorama che, se non si può definire rassicurante, non è nemmeno catastrofico come si potrebbe arguire dall'illustrazione di certi particolari strappi, a volte traumatici, subiti dal concetto tradizionale dell'unità familiare, specie nei paesi scandinavi.

Luoghi citati: Asia, Europa, Grecia, Mosca