L'ultimo dei vascelli fantasma
L'ultimo dei vascelli fantasma L'ultimo dei vascelli fantasma La scomparsa nell'Atlantico di Donald Crowhurst, patetico eroe conradiano N. Tumulili e R. Hall: «Lo strano viaggio di Donald Crowhurst ». Ed. Mursia, pag. 306, lire 3500. Morì o vive ancora? Cadde in mare, vi si gettò? O si è rifatta altrove un'esistenza dopo aver tutto predisposto per rendere più attendibile l'ipotesi del suicidio? La sorte del navigatore solitario inglese Donald Crowhurst resta un mistero. Il suo trimarano fu avvistato in pieno Atlantico dal postale Picardi/ il 10 luglio 1969. Navigava lento, le vele ammainate, tranne quella di mezzana. Nessuno, né in coperta né in cabina. Le provviste d'acqua e di viveri in buono stato. A Teignmouth l'attendevano grandi festeggiamenti. Era ormai creduto il vincitore della regata di circumnavigazione solitaria senza scalo indetta dal Sunday Times. Trentasei anni, intelligente, esuberante, aveva sprecato tre promettenti carriere: ufficiale della Raf (Royal air force) e poi dell'esercito, era stato assunto come rappresentante in una fabbrica di apparecchi elettrici. Dopo brillanti inizi, il lavoro presto gli veniva a noia e lo trascurava per dedicarsi a esibizionismi go¬ liardici, che ogni volta lo costringevano a dimettersi per non essere licenziato. Il viaggio inaugurale del trimarano Teignmouth Electron dal cantiere di Brundall a Teignmouth non è fortunato: dura due settimane invece dei tre giorni previsti. Per tutto il tempo Crowhurst soffre un violento mal di mare, non si sente a suo agio sulla barca e scivola spesso in acqua. Ma lo yacht è in condizioni peggiori del marinaio. Mal progettato e costruito in fretta, senza rifiniture, non sembra in grado di affrontare le tempeste atlantiche e i venti di Capo Horn, e tanto meno di sviluppare velocità da record. Agitato, confuso, intontito fino all'incapacità, Crowhurst s'impressiona per inezie. Trascorre le ultime ore prima di partire nel dubbio se rinunciare alla prova per tentare, meno sprovveduto, quella dell'anno seguente. Pensa ai problemi economici che la moglie e i quattro bambini incontreranno durante la sua assenza. Ma si rende conto di cercare solo un alibi, una giustificazione per fermarsi. E il Teignmouth Electron il 31 ottobre 1968 comincia la sua navigazione lenta, faticosa, estenuante. Crowhurst all'inizio ne tiene conto minu¬ ziosamente sui giornali di bordo, che diverranno il perno dell'inchiesta condotta dagli inviati del Sunday Times Tomalin e Hall, ora pubblicata. Scrive su un diario brani pieni di sussiego e di retorica su immaginarie avventure marinare di cui si dice protagonista. Si fotografa, registra impressioni di viaggio al magnetofono. Ha ancora la forza di recitare la parte dell'eroe. Saranno parentesi sempre più brevi di lucidità e d'illusione. Forse non pensa ancora a falsificare la rotta. S'incaricano le circostanze di dargliene l'occasione. E' come se si risvegliasse da un incubo, riacquista fiducia in sé stesso. Quando dai messaggi radio viene a sapere che molti concorrenti si sono ritirati, intuisce di potercela ancora fare se non si scopre l'inganno. Ma il suo equilibrio mentale è ormai compromesso e il sospetto che un'inchiesta possa rive lare la verità lo precipita in uno smarrimento angoscioso dal quale riesce a emergere solo di rado. Non sente più il frastuono del mare, il gracidio della radio. Non tiene più conto del tempo: conosce solo notte e giorno, tenebre e luce. Allo stato d'abbandono, di apatia, subentra un'irraziona¬ le frenesia di scrivere. Parla del mondo, dell'universale; generalizza, astrattizza, riprende con sillogismi arditi le fantasticherie filosofiche, religiose, moralistiche della sua giovinezza. Dall'illusione di aver gettato le basi di un nuovo credo all'idea d'aver raggiunto lui stesso la perfezione, l'immortalità, il passo è breve. Torna a guardare gli orologi e a brevi intervalli, con maniaca precisione, annota l'ora accanto a ciò che scrive. La penna s'arresta a metà di un periodo, lasciandolo sospeso. E' il momento in cui la follia lo spinge al suicidio? E se fosse ima messa in scena per mascherare una fuga? Tomalin e Hall non respingono questa ipotesi: ritengono solo di poter escludere che si sia trattato di una morte accidentale. In ogni caso, Crowhurst, tipico personaggio conradiano, ha perduto quella che definiva « una partita amichevole contro la società ». E' l'eterno mito dell'uomo che ignora o dimentica i suoi limiti e soccombe a una smodata ambizione. Il Teignmouth Electron, moderno vascello fantasma nell'oceano, simboleggia la sconfìtta d'un Icaro degli Anni Settanta. a. s.
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