Oggi è trasferito a Mantova il siciliano fermato a Genova

Oggi è trasferito a Mantova il siciliano fermato a Genova H duplice delitto di sabato notte Oggi è trasferito a Mantova il siciliano fermato a Genova Salvatore Cataldo sarà messo a confronto con la « passeggiatrice» che afferma d'aver parlato con due uomini poco prima dell'omicidio, nella zona della Cittadella , o a o A i a l . (Dal nostro inviato speciale) Mantova, 9 settembre. Salvatore Cataldo, il palermitano fermalo a Genova per il duplice delitto di sabato notte, non è arrivato a Mantova. Stanotte il sostituto procuratore della Repubblica, dott. Luberto, dopo averlo interrogato per diverse ore nel carcere di Marassi, ha convalidato il suo fermo ed ha ordinato il suo trasferimento in questa città. Lo stesso magistrato è ritornato a Mantova all'alba per riprendere qui gli interrogatori; ma il nucleo traduzioni dei carabinieri di Genova era impegnato e non ha potuto effettuare il trasferimento del fermato. Lo accompagnerà domani. Non c'è stato, quindi, alcun confronto con la « passeggiatrice » Eleonora Veglia e con ogni probabilità non ci sarà nemmeno domani; il magistrato sta cercando di raccogliere altri indizi ed è in attesa di comunicazioni da Genova che possono venire da un momento all'altro. Nel capoluogo ligure si occupa del caso il sostituto procuratore della Repubblica dott. Marvulli. Fra gli elementi già acquisiti c'è il sangue riscontrato sulla « Mini Minor » di Salvatore Cataldo. Le macchie erano numerose, in parecchi punti della vettura, all'esterno ed all'interno. Pare ci siano novanta probabilità su cento che si tratti di sangue umano. Il Cataldo nega di essere venuto a Mantova la settimana scorsa e presenta un alibi che però è inutile in quanto non copre esattamente il tempo messo in discussione, ma lascia aperto un margine che potrebbe essere servito per lo spostamento da Genova a Mantova. Eleonora Veglia, 40 anni, corporatura massiccia, vistosi riccioli rossicci, lunghi orecchini d'oro ed una vasta croce pure d'oro sul petto, afferma di avere visto la sera del 2 settembre una « Mini Minor » e di avere parlato con i due che erano a bordo. Oggi ci ha raccontato i particolari di questo incontro. «Parlai con uno dei due. Era siciliano, di Palermo come me, discutemmo in dialetto. Mi disse che era sposato, con un figlio, disse che Mantova non gli piaceva, che era qui per qualche giorno perché doveva fare un lavoro. Il suo amico che era al volante, non diceva mai nulla». Sabato sera 4 settembre, poche ore prima del delitto, la Veglia si trovava nella zona della Cittadella. Vide ripetutamente passare la stessa « Mini » con i due a bordo. « Veniva avanti, mi puntava i fari addosso, poi girava rapidamente e se ne andava velocissima. Questo capitò tre o quattro volte, tra le 23 e le 24. Io non so leggere, ma un camionista che s'era trovato ad assistere a uno di quei passaggi mi disse che la targa era di Genova ». Più tardi, circa le 3, mentre era in auto con un uomo, vicino alla strada dove poi vennero trovati i cadaveri, la stessa Eleonora udì gli spari. « Non so bene se furono due o tre. Io tremavo dalla paura perché l'uomo con il quale mi trovavo aveva appena tirato fuori una rivoltella di tasca e l'aveva posata sulla plancia della macchina, temevo che anche lui avesse delle intenzioni cattiI ve. Ma mi tranquillizzò dicendo che forse erano spari di cacciatori ». Eleonora Veglia ricorda la vittima, Raffaella Volpe. « Facena vita appartata, accettava l'invito d'un cliente soltanto se sull'auto era solo. Il suo amico. Stefano Lamanna, stava sempre in disparte. Tutti e due davano l'impressione di nascondersi, di avere paura. Nessuna prostituta della città aveva mai manifestato lamentele per la presenza di questa concorrente ». La Veglia, che pure si è presentata spontaneamente ai carabinieri per raccontare di avere parlato con gli occupanti della « Mini » segnalata come la macchina dalla quale sono stati scaricati i cadaveri, è terrorizzata. Teme di essere chiamata per il confronto. Dice: « Se riconosco il palermitano e lo faccio arrestare, posso essere poi in balia del suo compagno che è libero e non si sa chi sia. Io non ho voglia di morire, ho un bambino di sette anni ». Il palermitano Salvatore Cataldo, già lavoratore alberghiero e ora commerciante in elettrodomestici, si faceva chiamare a volte Battaglia (è il cognome della madre, alla quale è intestata la « Mini Minor»), a volte Gaetano, o Saverio o Valerio. Pare che i suoi amici intimi, »tra cui quello che si sarebbe trovato con lui sull'auto a Mantova, non siano stati identificati: si conoscono i loro dati fisici. Forse il magistrato si servirà di identikit per cercare di scoprire chi sono. Il dott. Luberto e i suoi collaboratori stanno lavorando senza tregua. « Questi delitti o si scoprono subito o non si scoprono più », dice. Il fermo convalidato oggi scade alle 12 di sabato e può essere prorogato di altre 48 ore, una volta sola. Entro sabato, dunque, o al massimo lunedi, la sorte di Salvatore Cataldo dovrà essere segnata: o è rilasciato o viene spiccato contro di lui un ordine di arresto. « lo — dice il magistrato — ritengo di avere imboccalo la strada giusta. Al punto in cui siamo tutto può succedere, anche fra cinque minuti ». r. j. iciqMSiqcncFc