I tanti problemi di Ventimiglia città che si sente abbandonata di Remo Lugli

I tanti problemi di Ventimiglia città che si sente abbandonata Troppi progetti attendono da anni di essere realizzati I tanti problemi di Ventimiglia città che si sente abbandonata In vent'anni la popolazione è salita da 15 a 26 mila unità - I diecimila immigrati sono in gran parte calabresi - Parecchi di essi fanno i pendolari nella zona di Monaco-Nizza - Uno sfogo del sindaco: «Abbiamo pagato per la guerra un duro prezzo e che cosa abbiamo avuto in cambio? Niente, o meglio trascuratezza e assenteismo dello Stato» iDal nastro invialo speciale) Ventimiglia, 9 settembre. Il labaro del comune di Ventimiglia sarà decoralo, molto probabilmente, della medaglia d'oro al valor militare; è già stata avanzata una proposta in questo senso. La città, durante l'ultima guerra, è stata martoriata dal fronte in due periodi: nel giugno del '40, all'inizio del conflitto, e alla fine, dal settembre '44 all'aprile '45. Fu devastata da 150 mila colpi di cannone e da una lunga serie di bombardamenti; i morti civili furono 320. Un prezzo in sangue e sacrifici enorme. « E che cosa abbiamo avuto in cambio, per questo prezzo? — si chiede il sindaco cav. Albino Ballestra (de). — Niente. O meglio: abbiamo avuto trascuratezza, assenteismo da parte del governo. Mai un aiuto veramente tangibile, sostanzioso. Ci siamo dovuti rimboccare le maniche noi per tirarci fuori dai guai, con grande fatica. Se facciamo il confronto con la vicina Montone, che ha subito il ironie una sola volta, con minori distruzioni, rimaniamo amareggiati. Mentane ha ricevuto dal rovento francese ogni possibile aiuto: ha avuto ricostruzioni e nuovi impulsi, ora è una città moderna, avanzala. Noi viviamo a stento ». A queste lacune di base si aggiungono gii inconvenienti dovuti alla forte immigrazione. Fino a venti anni fa gli abitanti erano 15 mila, adesso sono 26 mila. Un'esplosione cui non ha corrisposto l'adeguato ampliamento dei servizi. Cosi Ventimiglia geme da tutte le parti: case, scuole, fognature, acquedotti sono tutti insufficienti. C'è bisogno di espandersi e di trovare nuovi posti di lavoro. Gli immigrati sono circa diecimila, in gran parte calabresi. Molti si sono inseriti nella coltivazione dei fiori, un settore ora in crisi. Altri, circa 3500, hanno trovato lavoro oltre frontiera. Costituiscono quella legione di lavoratori che partono all'alba, in treno, in auto, in motorino, per andare nei cantieri, nelle fabbriche del principato di Monaco o nella zona di Nizza. E la sera tornano, stanchi del lavoro e del viaggio. I cantieri edili, specie a Montecanlo, si stanno esaurendo, i posti di lavoro oltre frontiera diminuiscono. Qualche calabrese anziano è ritornato al paese di origine. Ma per uno che va, dieci restano; specialmente i giovani non vogliono piti tornare nel Sud. Cosi incominciano ad esserci disoccupati. «C'è da preoccuparsi — dice il sindaco. — Siamo troppo in balia di situazioni che noi non possiamo controllare. Bisogna che si possa disporre di nuovi p^sti di lavoro nel nostro comune per dare una certa tranquillità ai frontalieri ». Il lavoro potrebbe esserci con la realizzazione dei vari progetti che servirebbero, tra l'altro, a risolvere tanti problemi. Ma il bilancio è quello che è, poco più di un miliardo di lire, e non può consentire di affrontare grosse opere. « Si ritorna sempre al dunque — dice il sindaco. — Occorre un po' di buona volontà da parte dello Stato, sotto forma di aiuti concreti ». Abitazioni. Sono stati costruiti 200 appartamenti popolari, ma ne occorrerebbero mille. Ventimiglia Alta, il pittoresco nucleo originario della città che ospita perle artistiche dell'architettura romanica come la Cattedrale, il Battistero, la Chiesa di San Michele, è costituita per la maggior parte di edifici medioevali che si accavallano gli uni agli altri su per i pendii. Gran parte di queste abitazioni sono malsane, talune addirittura tuguri per cui gli uffici sanitari non avrebbero difficoltà a dichiararle inabi1 abili. Su diecimila persone che risiedono a Ventimiglia Alta appena mille sono liguri, altri sono calabresi o siciliani. Arginatura del Roia. Il fiume che sfocia in mare tra Ventimiglia Alta e Ventimiglia Bassa è largo trecento, quattrocento metri; un po' all'interno addirittura oltre un chilometro. Uno spazio eccessivo, che potrebbe essere recuperato e messo a disposizione della città bassa che è stretta e gonfia sotto la montagna. C'è un progetto per arginare il Roia per una lunghezza di circa cinque chilometri del suo ultimo tratto. Lo si ridurrebbe ad una larghezza di 140 metri ricavando in tal modo due aree, sulla destra e sulla sinistra, per complessivi due milioni di metri quadrati. Sulla destra dovrebbero sorgere il nuovo mercato, floricolo di portata provinciale, la zona industriale, tutte le attrezzature sportive, un eliporto; l'area sulla sinistra ospiterebbe l'edilizia popolare. Per questa arginatura si è già costituito un consorzio formato da cittadini che hanno concessioni demaniali sul fidpmdpzisdbauc5ftsdltUsit fiume, il comune, la società dell'autostrada. E' stato preparato un progetto di massima e se ne sta predisponendo un altro, idraulico, comprensivo del plastico della zona. Porto. « Dolenti note » dice il sindaco. La sua costruzione s'è iniziata nel 1967 da parte del Ministero dei Lavori Pubblici sulla base del « piano azzurro »: dovrebbe diventare un porto-rifugio di 4-' classe con uno specchio d'acqua di 50 mila metri quadrati, per facilitare il lavoro dei pescatori e incrementare il turismo. La spesa preventivata è di un miliardo e cento milioni. S'è iniziato con trecento milioni del primo lotto. Un anno fa i lavori sono stati sospesi. « Dicono che non ci sono più tondi — afferma il sindaco. — E intanto i 370 metri di massicciata già costruita ina non fissata con i massi ciclopi e il cemento, stanno sfasciandosi per le mareggiale, si sgretolano in mare. E' stato valutalo che ci sia già un danno di' 45 milioni ». Cavalcavia. La statale 20 della Valle di Roia attraversa la ferrovia poco prima di ar-rivare sull'Aurelia e dopo avere ricevuto anche il traffico che arriva dal casello di Ventimiglia dell'Autostrada dei fiori. Il passaggio a livello è molto spesso chiuso perché i treni fanno manovra e la circolazione è complicata dalla vicinanza del piazzale di visita doganale che concentra un gran numero di autocarri. C'è da fare sempre lunghe code. L'Anas ha già ricono- sciuto Ja necessità di un cavalcavia e nel 1969 ne ha predisposto il progetto, costo 800 milioni. « Ma guardi cosa mi scrive il Ministero dei Lavori Pubblici in data 10 agosto scorso — dice il sindaco Ballestra: — "...per le limitate disponibilità di bilancio, per ora il progetto non si può finanziare" ». Il sindaco è amareggiato, avvilito. «Previsioni? Sono catastrofiche. Cosa possiamo fare noi. da soli? Certo non dei miracoli. Anche se aumentassimo l'imposta di famiglia in maniera esosa, potremmo ac-1 créscere le entrate di cinquanta milioni. E che cosa potremmo fare con questa cifra? Niente ». Remo Lugli

Persone citate: Albino Ballestra, Aurelia, Ballestra, Roia

Luoghi citati: Monaco, Nizza, Ventimiglia