"Sono stato io ad uccidere Mio padre è arrivato dopo,,

"Sono stato io ad uccidere Mio padre è arrivato dopo,, Il delitto per un cancello sul ballatoio "Sono stato io ad uccidere Mio padre è arrivato dopo,, Il giovane si è costituito al giudice con il genitore - « La vittima ha offeso mia madre, non ci ho più visto. Ho colpito con tutta la forza che avevo in corpo» - Entrambi alle Nuove accusati di omicidio Padre e figlio ricercati per l'omicidio di venerdì notte nel casermone di via Cottolengo 25, si sono costituiti ieri alle 17,30 al giudice istruttore dott. Franco. Sono Giuseppe e Salvatore Truscelli, di 43 e 20 anni, colpiti da ordine di cattura per l'assassinio dell'operaio Antonio Dessena, 45 anni, via Bardassano 2. Erano accompagnati dal loro difensore, aw. Albanese. Il giovane, interrogato dal magistrato, ha confessato: « Sono stato io, non mio padre, lui non c'entra ». Ma entrambi sono finiti alle « Nuove ii. Si pensava che i Truscelli fossero fuggiti in Sicilia, presso parenti. Invece si nascondevano in città. « Ospiti di conoscenti » hanno detto. Sono apparsi tranquilli, nessuna protesta davanti ai « flash » dei fotografi: « Fateci belli, non vogliamo sfigurare ». Meno di una settimana fa un uomo è stato ucciso con sei coltellate, per una lite di ballatoio, un cancelletto che disturbava. Delitto inspiegabfie, tanto futili sembrano 1 motivi che l'hanno provocato. Ma i protagonisti non sembrano rendersene conto. I fatti. Via Cottolengo 25, miserabile convivenza di adulti e bambini, 58 famiglie ammucchiate in un ghetto sullo sfondo di Porta Palazzo. La vita gomito a gomito, assillati da mille problemi, è difficile. Anche per i Truscelli, il padre, la madre Giuseppina e i quattro figli: Salvatore, 20 anni, Michelina 17, Livia 7, Michelangelo 4. Proprio a causa del bimbo più piccolo si accendono litigi ogni giorno, con una coppia di sposi che abitano a fianco sul ballatoio del terzo piano: Felice BitrUo e Rosanna Dessena, figlia della vitti¬ ma. Hanno diciassette anni, si sono costruiti il loro nido lontano dalla casa del padre, che va a trovarli di rado. Per entrare e uscire di casa la giovane coppia deve passare davanti al Truscelli. Un giorno trovano il passaggio chiuso da un cancello in legno, con lucchetto. Protestano ma i coinquilini rispondono: « E' necessario per Michelangelo, altrimenti scappa per le scale ». Chi non si rassegna al « sopruso » è soprattutto il padre di Rosanna, Antonio Dessena: « Il ballatoio è vostro, loro hanno l'ingresso sulle scale, non possono mettere il cancello ». Screzi, mezze frasi che aumentano la tensione. Venerdì 3 settembre 11 Dessena ha ricevuto la visita di parenti napoletani, con loro va a trovare la figlia, attorno al tavolo della cucina si radunano otto persone, chiacchierano e bevono. Antonio Dessena esce sul ballatoio per una boccata d'aria, vede passare Giuseppina Truscelli, che va al gabinetto. Lei lascia il cancello aperto, lui lo richiude con rabbia. Volano alcuni insulti, ma il litigio è sedato dai familiari. Due ore dopo, alle 23, rincasa Salvatore Truscelli. E' stato al cinema con la fidanzata Fortunata Comunale, altra inquilina del casermone (avrebbero dovuto sposarsi il prossimo 26 settembre). La lite ricomincia, mentre 1 Dessena stanno par andarsene. A questo punto le versioni dei Truscelli e dei testimoni divergono. Dice Salvatore: « Antonio ha insultato mia madre, nel buio ho visto una lama, allora ho estratto anch'io il coltello che mi serve per lavoro alla Lancia ed ho colpito prima di essere ferito. Mio padre non c'era, giocava a dama nel bar di sotto, quando è stato avvertito ed è salito ha visto me e Dessena insanguinati e mi ha detto "Scappiamo, presto" ». Il fratello della vittima, Vittorio, dice invece: « Statiamo scendendo e per le scale abbiamo incontralo Giuseppe Truscelli, sul pianerottolo del secondo piano. L'ho visto gettarsi su mio fratello, atterrarlo a pugni. Da sopra è sceso il figlio Salvatore che l'ha accoltellato quando giaceva già a terra ». E c'è anche una terza versione, della vedova Maria, e della nipote Jolanda: « E' stato Salvatore ad atterrarlo a pugni, il coltello era in mano al padre n. Chi ha vibrato le coltellate mortali? Cerano altri motivi di attrito fra le due famiglie? A questi interrogativi dovrà rispondere l'inchiesta giudiziaria. Prima di entrare in carcere padre e figlio sono stati portati in questura dal maresciallo Di Stella e dal brigadiere Calò della Mobile. Il dott. Montesano ha notificato al due l'ordine di cattura per omicidio.

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