Treni, telefoni ed elettricità nessun rincaro delle tariffe

Treni, telefoni ed elettricità nessun rincaro delle tariffe Una precisazione ufficiale del governo Treni, telefoni ed elettricità nessun rincaro delle tariffe La Commissione del Cip ha cominciato l'esame del progetto di « ristrutturazione » della Sip - Rinviato all'anno prossimo il problema delle Poste - Le autorità locali sono state incaricate di vigilare sull'andamento di tutti i prezzi (Nostro servizio particolare) Roma, 7 settembre. Nel corso di una riunione, svoltasi questa mattina sotto la presidenza dell'on. Colombo con la partecipazione dei ministri del Bilancio, del Tesoro e dell'Industria, il governo ha confermato la volontà di non aumentare i prezzi dei servizi pubblici e, più in generale, i prezzi amministrati. Lo annuncia questa sera una nota da Palazzo Chigi. Non vi saranno, quindi, rincari delle tariffe elettriche, delle tariffe ferroviarie e neppure di quelle telefoniche. Per queste ultime, infatti, l'esame dcl^ progetto di « ristrutturazione ». iniziato stamane dalla Commissione centrale prezzi ( organo consultivo del Cip) e che avrebbe dovuto proseguire in due sedute, fissate per il 10 e 15 settembre, è stato rinviato a data da destinarsi. Il « piano telefonico », che tiene conto dell'ormai completa automatizzazione del servizio, dell'esigenza di adeguare il sistema italiano a quelli del resto della Comunità europea (quanto più possibili collegati al consumo effettivo e quindi favorevoli alla piccola utenza, eliminando sperequazioni di categoria e di zona), richiede ulteriori elaborazioni. Pertanto, afferma la nota di Palazzo Chigi, l'adozione del « piano » non è vicina; in ogni caso, nel momento in cui il progetto dovesse essere definito, la sua entrata in vigore sarà subordinata a una valutazione dell'andamento generale dei prezzi Per le tariffe postali, confermato il. rinvio all'anno prossimo di ogni novità, vengono definite « prive di fondamento » le voci di aumenti delle tariffe per telegrammi, espressi, raccomandate, assicurate, stampe. Verrà, invece, introdotta la busta affrancata (la cosiddetta «busta di Stato»), che costerà 50 lire francobollo compreso anche per favorire l'automazione del servizio e ridurne il costo. E' confermato che per la busta normale, il prezzo del francobollo salirà a 70 lire, ma non prima dell'anno prossimo I L* Knota ufficiosa di PalazIz0 chlgl ncorda- lnfine' che sono state impartite le opportune disposizioni ai prefetti e ai comitati provinciali, perché non vengano aumentati in sede locale i prezzi amministrati in genere, e in particolare quelli dei servizi pubblici, salvo « eventuali, straordinarie eccezioni », autorizzate preventivamente dal Cip (Comitato interministeriale prezzi). Prefetti e comitati provinciali hanno anche ricevuto la disposizione di vigilare, nell'ambito della legislazione vigente, con la massima severità, sull'andamento di tutti i prezzi. L'odierna conferma si ricollega alla nota diffusa ieri da a fonti autorevoli » e che dimostrava, scrive l'Umanità, come in seno al governo, « si sia sensibili al fattore decisivo che, nel determinare la spirale inflazionista prezzi-salari, sarebbe rappresentato dall'aumento del costo dei servizi pubblici ». Il giornale socialdemocratico aggiunge: I « C'è un solo modo di blocj care e anche solo contenere l'aumento dei prezzi: la migliore organizzazione, la ri\ presa della produzione, anzi I l'aumento della produttività. i Siamo persuasi che, se disci- plinate e ben dirette, le for-1 ze del Centro Sinistra abbia- ' no in sé e possano trovare j nel Paese i consensi necessa- i ri alla difficile opera ». Dello stesso avviso è La Voce Repubblicana che, nel suo odierno articolo di fondo, dopo aver detto che non serve « impiccare i /ornai ». perché « non esiste una politica dei prezzi come catego- 1 ria a sé stante, ma solo come ' aspetto di una generale im j postazione economica ». affer i ma che al primo posto de- gl'impulsi inflazionistici « bisogna mettere l'aggravamento dei costi aziendali che. non assorbito dall'incremento di produttività, si scarica sui prezzi. Non sono invece tra le cause principali — aggiunge l'organo del pri — anche se hanno contribuito ad aggravare il jenomeno, né la crisi monetaria, né la componente internazionale dell'inflazione, né i difetti del nostro sistema distributivo ». Dopo aver sostenuto la neMario Salvatorelli CContinua a pagina 2 in seconda colonna)

Persone citate: Salvatorelli Ccontinua

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