Per la Cee più gravosa del previsto la "tassa Nixon,, sulle importazioni di Vittorio Zucconi

Per la Cee più gravosa del previsto la "tassa Nixon,, sulle importazioni L'Esecutivo calcola al 25-30 per cento l'addizionale Per la Cee più gravosa del previsto la "tassa Nixon,, sulle importazioni Secondo i calcoli di Bruxelles, al dieci per cento bisogna aggiungere l'insieme di misure protettive e di incentivi offerti alle industrie americane e le rivalutazioni di fatto delle altre monete rispetto al dollaro - Giovedì nuova riunione della Commissione Malfatti (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 6 settembre. Il «piano Nixon», secondo la commissione esecutiva della Cee, significa, per le esportazioni europee negli Stati Uniti, una barriera daziaria del 25-30 per cento. Al 10 per cento di sovrattassa vera e propria occorre infatti aggiungere il complesso di misure protettive e di incentivi offerti all'industria Usa e che si trasformano poi in distorsioni effettive di concorrenza, a danno delle importazioni. Occorre inoltre considerare anche la perdita ulteriore di competitività provocata dalle o i i l . l a r r i rivalutazioni di fatto delle monete «fluttuanti». Questa è una delle cifre emerse oggi nella riunione dell'esecutivo europeo presieduto da Malfatti, che ha dedicato i suoi lavori allo studio delle conseguenze delle misure americane sulla economia europea e delle possibili contromisure. Giovedì, i commissari si ritroveranno per trasformare in documento di lavoro per il Consiglio dei ministri (13 settembre) guanto è emerso oggi dal dibattito, ma l'orientamento è già chiaro: 1) per il momento sono escluse misure di protezione alle industrie europee o di ritorsione contro il commercio americano, ma la commissione si riserva pienamente il diritto di proporle se la situazione non mutasse; 2) le conseguenze internazionali ed interne del piano Nixon possono essere gravissime e incidere sui livelli di occupazione e su tutta l'economia della Cee; 3) nessuna soluzione è possibile senza una riforma dell'attuale sistema monetario internazionale. Tale riforma deve passare per un piano a medio termine che regoli la crisi interna fra i Sei (piano Italia-Benelux) e arrivare alla soluzione a lungo termine, cioè alla creazione di un nuovo sistema internazionale monetario. A questo obiettivo ultimo devono guardare i Sei. secondo la commissione, e per questo non è il caso di drammatizzare se anche l'intesa interna sembra tardare; 4) pieno appoggio verrà dato dulia commissione Malfatti alla proposta Pompidou per un vertice a 10 (cioè fra i Sei della Cee e i 4 candidati). In pratica, quindi, riconoscimento della natura politica della crisi attuale. Proprio sul piano politico, la commissione ha dovuto subire oggi l'attacco del Parlamento europeo: dopo la riunione, Malfatti e Dahren Dorf (commissario incaricato del commercio estero del Mec) hanno risposto ad una serie di «accuse» formulate dalle commissioni parlamentari per le questioni economiche. In particolare, il rimprovero del Parlamento è quello di «passività politica» dell'esecutivo. In realtà è assai difficile per la commissione riempire il vuoto politico lasciato dai disaccordi fra ì sei governi, e anche oggi si è avuta conferma che neppure il 13 prossimo c'è da attendersi un accordo. Domani, Malfatti incontrerà il ministro degli Esteri belga, Harmel. Negli ambienti della commissione si afferma che tale incontro è volto a concentrare il più possibile l'azione di coloro che stanno tentando opera di mediazione tra Francia e Germania: mentre il presidente si troverà da Harmel, il vicepresidente e responsabile monetario, Barre, sarà a Roma. Non- a caso il Belgio e l'Italia hanno presentato pia¬ nmbpzpztdvnbBspmpl ni di compromesso molto simili. A questo proposito, sembra che la Germania abbia un poco mitigato la sua opposizione al progetto italiano, che prevede una serie di rivalutazioni interne fra le sei monete, la limitazione del margini di oscillazione e la scelta verso l'esterno fra fluttuazione e doppio mercato dei cambi. Obiettivo di Malfatti e Barre sarebbe quello di presentare un fronte unito al prossimo Consiglio fra Commissione, Benelux e Italia, per isolare e mitigare, forse, le posizioni dei due avversari, Parigi e Bonn. Vittorio Zucconi competitività provocata dalle earcsz Franco Malfatti (Tel.)