I Sei del Mec sono paralizzati dall'intransigenza francese di Fausto De Luca

I Sei del Mec sono paralizzati dall'intransigenza francese I colloqui di Schiller a Roma per la crisi monetaria I Sei del Mec sono paralizzati dall'intransigenza francese (Nostro servizio particolare) Roma, 4 settembre. « No, le signore no »: Karl Schiller aveva dato disposizioni precise all'ambasciatore tedesco a Roma, Rolf Lahr, d'escludere le signore dalla cena di lavoro che ha concluso stasera, in una sala dell'albergo Excelsior, gli incontri con i governanti italiani. E' la sola ed unica punta di rammarico che avvertiamo nei discorsi del ministro del Tesoro, Ferrari-Aggradi, sorridente e soddisfatto dopo le conversazioni con il ministro dell'Economia tedesco, « Così, ho dovuto lasciare mia moglie a Venezia, ed è un peccato, perché se io parlo con Schiller nella sua lingua, mia moglie è laureata in tedesco ». Schiller ha nettamente separato la quota di lavoro e la quota turistica del suo soggiorno romano. Tra italiani e tedeschi non ci sono divergenze sostanziali, anzi si lavora di conserva, con prudenza e tenacia non solo nei confronti della Francia, che resiste ad un accordo comunitario, ma anche verso i paesi del Benelux, che insistono per decisioni immediate e chiedono una pressione a cinque sulla Francia. Tuttavia, era ritenuto necessario un «punto politico», dopo le molte riunioni a livello tecnico, le evi conclusioni non sembrano per ora risolutive. E' L'incontro del ministro tedesco con Colombo, Ferrari-Aggradi, Giolitti, Carli - Parigi resiste a un'intesa comunitaria sulla « risposta » da dare agli Stati Uniti; ma « la Francia non si può ignorare », ha detto Ferrari-Aggradi - Perciò si prevede che la prossima riunione dei ministri dei Sei non porterà elementi nuovi; qualche prospettiva di intesa potrebbe venire dalla seduta del «Club dei Dieci», il 15 settembre - Oggi incontro di Ferrari-Aggradi con il Segretario al Tesoro americano Roma. Schiller con il presidente Colombo. Sullo sfondo Ferrari-Aggradi (Team) nuca, e forse dalla stessa sartoria. I colloqui sono durati due ore al Tesoro e un'ora e mezzo a Palazzo Chigi. Al palazzo di via XX Settembre c'erano, da parte italiana, Ferrari-Aggradi, Giolitti, Carli. Ossola, Miconi e l'ambasciatore a Bonn, Luciolli; da parte tedesca, Schiller, Schoellhorn, e l'ambasciatore a Roma, Lahr. Il succo degli incontri, al punto cui sono giunti gli sviluppi della «concertazione» europea dopo le decisioni americane sul dollaro, è che tra Germania, Italia, Olanda, Belgio e Lussemburgo sarebbe possibile oggi stesso concordare regole comuni sulle reciproche parità e sul comportamento verso gli Stati Uniti. Ma uno schieramento «5 a 1 ». che potrebbe facilmente diventare di «Sai », contando anche la Gran Bretagna, sarebbe esiziale alla causa dell'unità europea e a quella del nuovo sistema monetario. « La Francia non si può ignorare. Bisogna comprende re le ragioni della Francia, che ha chiesto un periodo di sperimentazione », ci dice Ferrari-Aggradi. Su questa linea Colombo, Schiller. Fer i Fausto De Luca (Continua a pagina 2 in settima colonna) questo il senso dell'iniziativa di Colombo, con le sue lettere a Brandt e a Pompidou, oltre che ai paesi del Benelux. Ma se l'incontro formale ha questo suo contenuto, è importante anche lo scambio di informazioni quotidiane tra le capitali dei paesi europei. Così, il programma ufficiale è stato contenuto all'essenziale delle cose da dirsi tra uomini politici, che trattano affari e problemi ecomìco-manetari. Per questa ragione, appena sceso dalla scaletta del piccolo Jet Star, davanti alla sala d'attesa dello Stato maggiore dell'Aeronautica a Cìampino, Schiller ha precisato a Rudiger Von Pachelbel, addetto stampa dell'ambasciata, che la sua conferenza-stampa, prevista per lunedì mattina, doveva essere anticipata a domattina. « E poi, ha detto in inglese a FerrarUAggradi, andremo ad Orvieto, con una puntata a Villa Lante a Bagnaia ». Con Ferrari-Aggradi l'incontro è stato cordialissimo. Il nostro ministro del Tesoro è noto per il suo carattere espansivo, ma è stato Schiller a prenderlo per le braccia, scuotendolo con allegria. E ad ogni domanda sul programma della giornata rispondeva di essere d'accordo, e lo diceva in inglese: «Fine». Dietro Schiller e il sottosegretario alle Finanze Johann Schoellhorn. le due signore: Etta Schiller, da pochi mesi sposata con il ministro, ed Elisabeth Schoellhorn, tutte e due bionde, servite dallo stesso parrucchiere di Bonn, con capelli gonfi, e alti sulla i