Il ciclismo cerca i campioni dell'anno

Il ciclismo cerca i campioni dell'anno Oggi in gara dilettanti e donne, domani toccherà ai prof essionisti Il ciclismo cerca i campioni dell'anno Lsi Criorilcltcl delle meteore (Dal. nostro inviato speciale) Mendrisio, 3 settembre. In due giorni, sul circuito iridato di Mendrisio, si tirano le somme di una stagione del ciclismo mondiale su strada. Tocca alle donne dare inizio, domattina, al ciclo di gare ed il percorso, che si snoda su tre giri dello stesso tracciato scelto per i dilettanti ed i professionisti, sembra favorire le superatlete sovietiche, anche se il costante progresso del movimento ciclistico femminile in Italia non fa escludere la possibilità di una sorpresa, o almeno di un onorevole piazzamento, da parte delle ragazze azzurre la cui capofila è la romagnola Morena Tartagni, terza nel 1968 ad Imola e seconda l'anno scorso a Leicester. Nel pomeriggio entrano in scena i dilettanti di Elio Rimedio, impegnati in una problematica riscossa, nell'occasione più diffìcile, dopo l'inattesa batosta subita ieri nella « Cento chilometri ». Domenica poi la serie delle competizioni iridate si conclude con la prova più attesa, quella dei professionisti, terreno della sfida di sempre tra il supercampione Eddy Merckx e quanti sperano di negargli ancora una volta la soddisfazione del secondo titolo mondiale. Ogni campionato del mondo è un terno al lotto, per la stessa natura di prova unica, senza appello, che lascia molto margine alla fortuna. La prova iridata dei dilettanti accentua più delle altre il suo carattere di lotteria, per l'estrema larghezza della partecipazione alla competizione, per il continuo rinnovamento dei ranghi — all'estero, se non da noi — che porta alla ribalta elementi nuovi, di cui è difficile valutare bene le caratteristiche e che sovente spariscono di scena senza lasciar profonda traccia di sé neppure dopo il passaggio al professionismo. L'unica eccezione, scorrendo gli ultimi anni del libro d'oro del « mondiale » dei dilettanti, è rappresentata prò-, prio da Merckx e, in parte, dal danese Mortensen; gli altri, dal francese Botherel all'olandese Dolman, dall'inglese Webb al nostro Marcelli, per finire con l'altro danese Schmid, maglia iridata uscente, sono passati nel mondo del ciclismo come meteore. Ciò significa che non è indispensabile essere un campione per vincere un titolo mondiale: può bastare un pizzico di fortuna, aggiunto ad una giornata di particolare « vena » atletica. L'avventura degli azzurri di Rimedio è quindi diffìcile, tremendamente difficile. Il commissario tecnico, inutile dirlo, ha cercato di documentarsi il più possibile sul valore dei quasi duecento avversari che si schiereranno domani alle 13 alla partenza del carosello iridato. Rimedio ha un taccuino pieno di nomi, Dal quale si apprende che egli teme soprattutto i belgi Vanderlinden e Van Cauter, già laureati ieri campioni del mondo della « Cento chilometri », i francesi Claude Magni, Bernard e Duchemin, i cèchi Labus e Mainsu, l'elvetico Fuchs, ma che non ha sufficienti elementi per giudicare né la formazione olandese, integralmente rinnovata salvo l'anziano Den Hartog né quella sovietica. E' dunque, come sempre, una corsa al buio, una gara senza un favorito specifico, nella quale gli azzurri si affidano soprattutto alle doti di velocista di Parecchini e alla potenza fisica del « corazziere » Francesco Moser, per cercare la carta della sorpresa. « Il percorso — dice Rimedio — non è durissimo, ma neppure facile, tale da lasciare la porta aperta a tre tipi di soluzione: una volala ristretta, uno sprint di un gruppo di una trentina di corridori, un arrivo isolato. Cercheremo di essere all'altezza della situazione in ciascuna di queste evenienze ». Il piano di battaglia di Elio Rimedio prevede che Battaglin e Riccomi, i due corridori più completi e più scattanti, siano pronti ad entrare in tutte le fughe, mentre Dominoni dovrebbe intervenire in seconda battuta, senza dissipare troppe energie, dato che le sue doti gli consentirebbero di tentare la sorte anche in una volata ristfetta. Parecchini dovrebbe tenersi al coperto il più possibile come « arma » per una soluzione allo sprint, mentre Francesco Moser è la carta più valida per un'offensiva di forza. Resta l'anziano Flamini, al quale Rimedio ha affidato in pratica il ruolo di regista in corsa, con un particolare inca- j rico: quello di sorvegliare da vicino Parecchini e soprattut to Moser, e di evitare che il trentino, in quale in Italia ha la tendenza a sonnecchiare volentieri in fondo a plotoni in genere non troppo folti, si lasci intrappolare irrimediabilmente in mezzo ad un gruppo di quasi duecento corridori. E' chiaro comunque che l'interesse maggiore di queste due giornate sul circuito di Mendrisio si riverserà alla prova dei professionisti, in programma domani su sedici giri del tracciato corrispondenti a km 268,800. I tecnici belgi sono quelli che credono meno alla possibilità di un trionfo del loro fuoriclasse Eddy Merckx. Essi sanno meglio di ogni altro che Eddy è praticamente solo nella sua « nazionale » e che anzi i suoi compagni di squadra, soprattutto Verbeeck, Dierickx ed Eric De Vlaeminck, faranno corsa per conto loro. L'unico « super » resta comunque Merckx e, se l'isolamento di Eddy dovesse votare il fuoriclasse belga ad una sconfìtta, nella lotta per il titolo iridato tra corrido- j ri « normali » potrebbero en trare anche gli azzurri, | Gianni Pignata c*rcu*to:di Mendrisio \\ n Incrocio^ via Maderno km 0.596 Partenza Arrivo*™ resosi^MENDRISIO ^jjratti in salita # Posto materiale Su questo percorso (Mendrisio - Chiasso - Novazzano - Mendrisio) si assegnano oggi e domani tre maglie iridate. Il circuito misura 16 chilometri e 800 metri. Le donne (ore 9) percorreranno soltanto tre giri, per un totale di km 50,400; i dilettanti (ore 15) compiranno 10 giri (km 168); i professionisti, domani, ne effettueranno 16 (km 268)

Luoghi citati: Imola, Italia