Gheddafi tenta di rapire profughi libici a Roma?
Gheddafi tenta di rapire profughi libici a Roma? Con l'aiuto della mafia Gheddafi tenta di rapire profughi libici a Roma? La Libia intende processare gli esponenti della deposta monarchia - I parenti di re Idriss avrebbero depositato in Italia 225 miliardi Beirut, 3 settembre. Un portavoce libico ha difeso oggi il diritto del regime del col. Gheddafi di ottenere dall'Italia la restituzione di esponenti della deposta monarchia, per sottoporli a processo. I libici avrebbero deciso di servirsi della mafia per rapire i profughi in Italia e in altri paesi europei. In un'intervista al giornale libanese Al Moharrer, il funzionario di Tripoli ha affermato che « la rivoluzione libica ha il diritto di proteggersi dai cospiratori, specie quelli i cui intrighi sono stati accertati e che continuano a complottare contro dì noi. come Abdulla Abed El Sinoussi. La rivoluzione libica non esiterà a difendersi e rintracciare i cospiratori dovunque essi si trovino ». Il principe Abdulla, conosciuto dai libici come «il principe nero ». era il personaggio- più influente della corte dello zio re Idriss, rovesciato da Gheddafi nel 1969. Stando ad alcuni quotidiani libanesi, la polizia italiana avrebbe sgominato una banda che progettava di rapire il principe da un albergo romano il 25 luglio scorso, nel corso di una vasta operazione antimafia. Nel corso dell'azione sarebbero stati arrestati anche tre agenti del servizio segreto libico. Il principe è processato attualmente in contumacia, con l'accusa di tradimento. La dichiarazione libica rappresenta la prima conferma indiretta del tentativo di rapimento. Secondo fonti italiane, le autorità di Roma avrebbero cercato di censurare le notizie su questo tentativo, per non spaventare i profughi libici, che intenderebbero stabilirsi in Italia. Sembra che questi abbiano depositato finora 360 milioni di dollari (circa 225 miliardi di lire) nelle banche italiane. Un'altra ragione per la richiesta di segretezza sarebbe provocata dal miglioramento delle relazioni fra i due Paesi dopo l'espulsione della comunità italiana dalla Libia. (.Api *.
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