Pere e pesche al rogo nei campi di Francia di Carlo Cavicchioli
Pere e pesche al rogo nei campi di Francia Pere e pesche al rogo nei campi di Francia La frutta (migliaia di zina e incendiata - La p (Dal nostro corrispondente) Parigi, 1 settembre. Fuochi sinistri ardono di giorno e di notte, impressionanti, nelle campagne della Francia. La Quinta Repubblica distrugge i suoi prodotti agricoli irrorandoli di petrolio e dandoli alle fiamme. Migliaia di tonnellate di pesche e pere sono finite cosi. Gli scandalosi incendi splendono e fumano ad Avignone, a Nimes, a Carpentras, a Cavaillon e più a Nord nella valle del Rodano. Si usa il petrolio per rendere la frutta incommestibile. Per ogni chilo devastato, il governo paga agli agricoltori una somma, la metà circa del costo di coltivazione e raccolta. La stagione del 1971 è una di quelle che un tempo si sarebbero definite ricche e abbondanti. Ma una tale congiuntura favorevole è oggi una sventura. Solo nel centro di Cavaillon, mercato ortofrutticolo importante della Valchiusa, si bruciano quotidianamente sulla riva della Durance dalle 60 alle 80 tonnellate df pesche e ppre che non hanno trovato compratori. La stessa sorte toccherà fra breve alle mele, che stanno maturando. Le pere costano ai produttori sui 50 centesimi di franco al chilo, 55 lire. Ma non si riesce a smerciarle per trenta centesimi. Analogo è il pio- tonnellate) irrorata di benroduzione troppo abbondante blema delle pesche. Eppure sui mercati di Parigi il prezzo delle pere varia tra un franco e sessanta centesimi e un franco e ottanta; e le pesche oscillano fra 1,30 e 1,60. Dunque ai guai della sovrabbondanza si aggiungono l'inefficienza dei servizi di distribuzione e l'esosità di molti intermediari. I contadini, parsimoniosi per natura, guardano al fenomeno con inquietudine ed irritazione crescenti. Ci sono state proteste clamorose, un paio con uso di esplosivi. Cariche al plastico furono fatte scoppiare nottetempo presso edifici pubblici, e sul luogo delle deflagrazioni, quale biglietto da visita, si trovarono cassette di pesche e pere. «Non bruciamo a cuore lieve la nostra frutta — ha dichiarato il segretario dei produttori di Cavaillon *- e questi fuochi che indignano ì parigini non sono falò di festa, ma di amarezza profonda». II «Fondo d'orientamento e di regolamentazione dei mercati agricoli» versa da venti a venticinque centesimi di franco per ogni chilo di merce distrutta, a seconda della qualità. La cifra di indennizzo era stata calcolata sulla base della media dei prezzi dell'ultimo triennio. Ora i contadini chiedono che la somma sia aumentata. Carlo Cavicchioli
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