Usa, Urss, Francia e Gran Bretagna di Tito Sansa

Usa, Urss, Francia e Gran Bretagna Usa, Urss, Francia e Gran Bretagna Oggi la firma dei "4„ all'accordo per Berlino (Dal nostro corrispondente) Bonn, 1 settembre. L'accordo quadripartito per Berlino sarà firmato quasi certamente domani alle 13 nella sala grande del palazzo dell'ex commissione alleata di controllo, a Berlino Ovest. Tutto è pronto per la cerimonia: l'edificio è stato pavesato di bandiere, sono stati montati i riflettori e le telecamere, i tre ambasciatori occidentali (Kenneth Bush, per gli Stati Uniti, sir Koger Jackling, per la Gran Bretagna e Jean Sauvagnargues per la Francia) hanno raggiunto Berlino Ovest in aereo (quello sovietico, Petr Abrassimov, risiede a Berlino Est, ha soltanto da varcare il «muro»). Anche Bonn è pronta: l'ufficio stampa federale è pronto a diffondere una pubblicazione storica in occasione dell'accordo, il governo è pronto a riunirsi in seduta straordinaria, il cancelliere Willy Brandt ha annunciato che parlerà al popolo tedesco domani sera da tutte le stazioni della radio e della televisione. Tuttavia, nel momento in cui scriviamo, la firma non è ancora sicura al cento per cento. Ci si è accorti all'ultimo momento, ieri, che l'accordo quadripartito, redatto in lingua inglese, francese e russa, manca di un testo tedesco. Ora, poiché esso dovrà servire di base ai negoziati tra i tedeschi dell'Ovest e i tedeschi dell'Est, si è convenuto che questa è una situazione assurda, perché potrebbe offrire l'occasione di divergenze e di cavilli di interpretazione. Bonn — per esempio — potrebbe appellarsi a una sfumatura linguistica in una delle tre lingue ufficiali, Berlino Est — sempre per esempio — potrebbe richiamarsi al testo leggermente diverso in un'altra lingua. Da iersera pertanto esperti e linguisti russi, americani, inglesi e francesi sono riuniti in permanenza per redigere un « testo ufficiale » in lingua tedesca, il quale serva di base per i negoziati tra le due Germanie. « E' una corsa contro il tempo » è stato detto stasera. Se i traduttori e gli esperti riusciranno a mettersi d'accordo su un testo « inequivocabile », allora esso verrà pubblicato dal governo di Bonn e verrà firmato dai quattro ambasciatori. In caso di un lieve ritardo, la cerimonia potrebbe venire spostata di alcune ore, al tardo pomeriggio, in caso di divergenze circa la stesura in lingua tedesca, vi potrebbe essere un rinvio di un giorno. Stanotte — è stato assicurato — gli esperti di Washington, Mosca, Londra e Parigi continueranno il loro lavoro. Se — come sembra probabile — la firma verrà apposta domani, il governo di Bonn fisserà direttive per Egon Bahr per i negoziati con la Germania comunista. Alla riunione straordinaria di governo parteciperà anche il borgomastro di Berlino Ovest, Klaus Schuetz, il quale a sua volta annuncerà le direttive per il negoziatore del Senato berlinese, Mueller. Tanto Bahr quanto Mueller si incontreranno con i propri interlocutori della Germania Orientale lunedì 6 settembre. Nello stesso giorno il cancelliere Willy Brandt e il ministro degli Esteri Walter Scheel si recheranno a Berlino occidentale per esporre ai politici della ex capitale la portata dell'accordo. I berlinesi, smaliziati e scettici di natura, come gli abitanti di quasi tutte le capitali, sono invero i meno soddisfatti dell'accordo. Da un sondaggio demoscopico compiuto in Germania dall'Istituto Wickert di Tubinga, risulta che mentre nella Repubblica Federale 27 persone su cento giudicano positivo l'accordo, a Berlino i giudizi favorevoli sono soltanto 20 su cento, quelli negativi predominano, sono ben 41 su cento. « Ci aspettavamo qualcos'altro » ha detto il 48 per cento degli abitanti della ex capitale. La cerimonia, nel palazzo dell'ex commissione interalleata di controllo, sarà trasmessa alla tv - Il 6 settembre cominceranno le trattative inter-tedesche per attuare l'intesa raggiunta Tito Sansa ♦ Ancora accuse di Mosca alla Cina Mosca, 1 settembre. L'Unione Sovietica accusa oggi le autorità di Pechino di non aver concesso al personale dell'ambasciata sovietica nella capitale cinese di recarsi a rendere omaggio alle tombe dei militari sovietici caduti in territorio cinese durante la guerra contro il Giappone, nell'estate 1945. Secondo quanto riferisce un comunicato diffuso stasera dalla Tass, la rappresen;anza diplomatica di Mosca nella Repubblica popolare cinese aveva chiesto sin dal 25 agosto scorso l'autorizzazione a deporre corone di fiori "Ile tombe di soldati sovietici site nelle città cinesi di Harbin, Shenyang. Port Arthur, Dalny e Wuhan, in concomitanza con l'anniversario della fine della guerra contro il, Giappone. « Sebbene i combattimenti principali per la liberazione della Cina di nord-est dagli invasori giapponesi si siano svolti nelle altre città, dove molti soldati sovietici hanno dato le loro vite combattendo per l'indipendenza del po¬ llllluilllliiliiiiiiiiiiiimilliililiMmiiimilllllllH polo cinese e per la restaurazione della pace nel mondo — afferma l'agenzia — il personale dell'ambasciata è stato autorizzato a visitare la sola Wuhan ». Un episodio simile a quello denunciato oggi dai sovietici, si era verificato nel giugno scorso, in occasione del trentesimo anniversario dell'aggressione tedesca contro l'Unione Sovietica. (Ansa) tRaIJcsbnnmmcrlllimilimiiliniiiillillM^