Il ministro Gova incontra oggi gli esportatori in difficoltà

Il ministro Gova incontra oggi gli esportatori in difficoltà Dollaro: le conseguenze sulla nostra economia Il ministro Gova incontra oggi gli esportatori in difficoltà Il colloquio a Sirmione - Il ministro Zagari (Commercio estero) sta ultimando il piano di interventi per sostenere le esportazioni negli Usa di fronte alle misure protezionistiche decise da Nixon nostro servizio Roma, lunedì mattina. Quella che si apre oggi è la terza settimana dopo le decisioni americane annunciate nella notte di Ferragosto, la seconda di monete fluttuanti alla ricerca d'un nuovo ancoraggio con il dollaro e tra loro. Alla fulmineità con la quale Nixon, per difendere il dollaro e l^economia americana, ha portato il suo attacco agli attuali rapporti di cambio tra le valute e al commercio degli altri paesi con gli Stati Uniti, il resto del mondo non ha risposto con altrettanta rapidità. Né c'era da contarci, sia perché Nixon ha poteri che nessun altro capo di governo del mondo occidentale possiede, sia perché si trattava, per molti paesi, di trovare un'intesa, pur avendo situazioni interne diverse. Unica linea d'azione quasi comune è stata quella di lasciar libere (entro certi limiti) le rispettive monete di salire o scendere, in base all'andamento dei mercati valutari, per situarsi à livelli più rispondenti alla « forza » effettiva di ciascuna. Su quest'azione non si sono trovati d'accordo, all'inizio, solo due paesi, tra quelli che contano: la Francia e il Giappone. La prima ha scelto la via del doppio mercato, uno per gli scambi di merci e servizi, controllato, come prima, dalla Banca Centrale entro i limiti d'oscillazione normali, un altro per i capitali, nel quale le valute sono più libere di seguire la legge della domanda e dell'offerta. Quanto al Giappone, il vero « bersaglio » delle misure di Nixon, ha dovuto cedere anche esso i e avviare lo yen verso la rivalutazione, dopo aver assorbito qualche miliardo di dollari al prezzo ufficiale. Scoperte tutte le carte, la partita entra così nella fase decisiva. E il calendario è denso d'incontri, a tutti i livelli, di governo, di Parlamento, di partiti, di esponenti del mondo che lavora. Culminerà, probabilmente sabato, con la venuta a Roma del ministro tedesco dell'Economia, Karl Schiller, accompagnato dal segretario di Stato Johann Baptist Schoellhorn, per colloqui con il nostro ministro del Tesoro, Ferrari-Aggradi, e, quasi certamente, con l'on. Colombo. In tutti questi incontri, problemi monetari ed economici saranno strettamente intrecciati, come monetarie ed economiche sono state le misure decise da Nixon e le loro conseguenze per gli Stati Uniti e gli altri paesi: sospensione della convertibilità in oro dei dollari posseduti dalle Banche Centrali estere, soprattassa, fino al 10 per cento, sulle importazioni, sgravi fiscali agli industriali americani che si equipaggiano con macchinario nazionale, blocco dei salari e dei prezzi. Sulle difficoltà causate da queste misure alle nostre esportazioni, oggi il ministro dell'Industria, Gava, avrà un colloquio a Sirmione (dove si trova in questi giorni) con i rappresentanti dell'industria minore, che lo metteranno anche al corrente della riunione indetta per oggi, alla Confindustria di Milano, tra le associazioni imprenditoriali dei settori più colpiti dal protezionismo americano. Il ministro del Commercio estero, Zagari, sta, da parte sua, ultimando il « piano » d'interventi a sostegno delle esportazioni che sottoporrà nei prossimi giorni ai colleghi di governo. Il presidente del Consiglio, Colombo, è atteso per giovedì, 2 settembre, a Roma, dove riprenderà i contatti (praticamente mai interrotti ), con ministri e autorità monetarie, in vista sia dell'arrivo di Schiller, sia dei successivi incontri di FerrariAggradi con il ministro francese Giscard d'Estaing, nel corso di quell'opera di mediazione inter - comunitaria che sta dando buoni frutti, come autorizzano a- pensare le lettere di Brandt e di Pompidou, in risposta a quelle loro inviate dal presidente del Consiglio italiano. Per giovedì sono anche in programma le riunioni della commissione per il program-' ma della de, presieduta da Morlino (alla quale interverrà Ferrari-Aggradi), della commissione economica del psi, presieduta da Landolfi, e della direzione del psiup, per esaminare le misure prese o da prendere in difesa della lira e della produzione. E' probabile che a queste riunioni, già annunciate, si aggiungano quelle degli uffici economici degli altri partiti. Anche la Camera riapre i battenti, non ancora quelli dell'aula, ma delle commissioni. Venerdì sono convocate in seduta congiunta le commissioni Bilancio, Finanze e Tesoro, alle quali il ministrò Ferrari-Aggradi esporrà la situazione monetaria e commerciale derivante dalle misure americane, la posizione della lira e la linea di condotta che il governo italiano seguirà nei prossimi incontri internazionali: riunione del comitato monetario Cee il 3 settembre, riunione del Gruppo dei dieci (a livello dei supplenti) il 4, Consiglio dei ministri finanziari della Cee il 13, infine riunione del Gruppo dei dieci a livello dei ministri il 15 settembre a Londra. Con queste scadenze siamo già alla metà di settembre. Quando dovrebbe riunirsi (l'annuncio ufficiale è imminente) il Consiglio nazionale della democrazia cristiana, e probabilmente avrà già ripreso l'attività l'assemblea di Montecitorio, che ha un grosso ordine del giorno: i ritorni delle leggi per la casa e per la riforma tributaria, approvate con emendamenti dal Senato, le quali debbono essere ora votate definitivamente dalla Camera.