Spetta alla figlia l'eredità di Casati
Spetta alla figlia l'eredità di Casati La sentenza del giudice istruttore Spetta alla figlia l'eredità di Casati I parenti della moglie del marchese avevano avanzato pretese - Mala donna morì prima del marito nostro servizio ' » Roma, lunedì mattina. Con la sentenza di archiviazione del «oaso Casati», emessa sabato dal giudice istruttore, . dott. Domenico Nostro, è stata risolta in pratica anche la complessa questione della colossale eredità lasciata dal marchese Camillo Casati Stampa di Soncino. E' stato stabilito, infatti, che nella strage, compiuta undici mesi fa nel suo lussuoso appartamento di via Puccini 9, il marchese fu l'ultimo a morire e che quindi unica erede delle sue enormi sostanze è la figlia di primo letto, Anna Maria. I congiunti di Anna Fallarino hanno perduto così la loro battaglia tendente a partecipare alla spartizione della eredità come sarebbe accaduto se la Fallarino fosse sopravvissuta, anche di pochi secondi, al marito che la uccise a colpi di fucile da caccia, insieme col giovane aman- e e a a l i 'te Massimo Minorenti, la sera del 30 agosto dell'anno scorso prima di rivolgere l'arma contro se stesso. La questione sorse tre settimane dopo la tragedia, quando il magistrato, durante un ulteriore sopralluogo nella casa della strage, trovò il testamento del marchese, in cui egli aveva nominato la moglie Anna Fallarino « erede univer. sale » dei suoi beni. Se non fosse morta, le sarebbe perciò andata la metà del patrimonio della famiglia Casati, consistente nelle tenute di Arcore, nei possedimenti di Cusago, di Montoro, di Velata; in un allevamento di cavalli da corsa nei pressi di Varese; nel palazzo di via Soncino, a Milano, composto da trenta stanze e da saloni grandiosi. Insieme con altri beni si trattava di un valore di parecchi miliardi. Nel testamento il marchese aveva riservato alla figlia Anna Maria la quota che le spettava per legge oltre ad una polizza assicurativa di cento milioni mentre alla vecchia madre, Anna Kockrell, aveva lasciato l'uso, vita naturai durante, del vasto appartamento di palazzo Barberini in cui ancora abita. La presenza del testamento consenti dunque alla madre di Anna Fallarino, la signora Amelia Fiumano, residente a Napoli, al padre ed alla sorella, abitanti a Rocca di Papa, di sperare di poter partecipare alla spartizione della favolosa eredità. Perché ciò avvenisse occorreva che la loro figlia e sorella fosse spirata qualche istante dopo il marchese. La perizia necroscopica ha fugato le loro speranze e nella sentenza di archiviazione il giudice istruttore, tenendo conto delle risposte date ai suoi quesiti dai medici legali, ha concluso affermando che la Fallarino, morta prima del marito, non acquistò neppure per un momento la qualità di erede. La donna era stata raggiunta da una fucilata al collo e da un'altra alla regione mammaria destra e la morte era stata istantanea come quella di Massimo Minorenti, raggiunto al petto e alla nuca. Il Casati mori invece per « dissanguamento rapido » provocato dalle due fucilate che si sparò al collo. Anche la sua morte fu pressoché istantanea ma prima di togliersi la vita dovette ricaricare il fucile, perdendo qualche secondo. Su quei pochi momenti di vita in più o in meno hanno giostrato fino adesso i miliardi della sua eredità. g, fr. *
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