Fallito il rapimento, i banditi sparano e feriscono un possidente e sua sorella

Fallito il rapimento, i banditi sparano e feriscono un possidente e sua sorella Aggressione dell'"Anonima sequestri,, a Reggio Calabria Fallito il rapimento, i banditi sparano e feriscono un possidente e sua sorella Le vittime avevano reagito, strappando il cappuccio ai fuorilegge - Sono l'ingegner Antonino Foca, di 61 anni, ed Elvira Foca, di 69, residenti a Roma - Sono gravi all'ospedale - Anche la moglie del professionista colpita con il calcio della pistola alla testa - Il tentativo di sequestro (a poche ore dal rilascio del genovese Francesco Bagalà) mentre i tre tornavano a casa in auto - Fermato un giovane forse responsabile del «colpo» (Dal nostro corrispondente) Reggio Calabria, 30 agosto. Ad appena venti ore dal rilascio dello studente genovese Francesco Bagalà, l'« Anonima sequestri » ha tentato un nuovo rapimento. Di fronte alla reazione delle vittime, un possidente, la sorel | la e la moglie, i banditi non I hanno esitato a fare fuoco. L'ucmo e la sorella sono ora ricoverati in gravi condizioni all'ospedale. I fuorilegge fuggivano, ma gli inquirenti li avrebbero identificati. A Reggio Calabria, un « commando » di tre uomini, mascherati e armati, ha tentato di rapire, poco prima di mezzanotte, l'insegner Antonino Foca, di 61 anni, noto possidente della zona, da tempo però residente a Roma. Il nuovo episodio è accaduto alla periferia della città, nella zona nord, al rione Cafona. Il sequestro è fallito per 1 la resistenza opposta dal professionista, dalla moglie e dalla sorella, che in quel mo| mento si trovavano con lui. L'ing. Foca, che ogni anno nel periodo estivo viene a. trascorrere le ferie nella sua proprietà, aveva passato la serata in compagnia di parenti ed amici. Stava rientrando a casa, sulla sua auto, una « Fiat 600 », insieme con la moglie, signora Maria Gargani, di 63 I anni, e la sorella Elvira, di 69 anni, quando una « GiuI lia » color chiaro gli ha sbar¬ rato la strada, ponendosi al centro della carreggiata. Ne scendevano due uomini con il viso coperto da cappucci; uno di loro apriva la portiera dell'auto dell'ingegnere e tentava di trascinarlo fuori con forza. La reazione dell'uomo e delle due donne lo coglievano però di sorpresa. La signora Gargani riusciva a strappare al bandito il cappuccio che aveva in testa. L'altro fuorilegge la colpiva allora con il calcio della pistola alla nuca. Le urla, intanto, avevano attirato l'attenzione di numerose persone, per cui il complice, che era rimasto al volante della « Giulia », scendeva per invitare i compagni a desistere dall'impresa. Prima di battere in ritirata, però, il bandito rimasto senza cappuccio apriva il fuoco a bruciapelo sull'ingegnere e sui suoi familiari. Trasportati d'urgenza agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, ai tre venivano praticati i primi soccorsi. All'ing. Foca i sanitari riscontravano ferite alla regione ipogastrica e alle gambe, alla signora Elvira Foca ferite alla regione frontale con ritenzione di proiettile. Alla moglie del professionista, signora Gargani, che non era stata raggiunta da colpi d'arma da fuoco, venivano riscontrate ferite lacero contuse multiple al viso, alle braccia e stato di choc, guaribili in 15 giorni. Per l'ing. Foca e la sorella era necessario un intervento chirurgico urgente. Le loro condizioni sono gravi. Veniva dato l'allarme. I carabinieri cominciavano le ricerche. Poche ore dopo veniva trovata una « Giulia » dello stesso colore di quella adoperata dai banditi. L'auto era in fiamme presso l'abitato di Gallico, a pochissima distanza dal luogo in cui era avvenuto il tentativo di sequestro. Non è stato possibile accertare se l'auto era quella stessa usata dai fuorilegge per eseguire il loro piano. Oggi pomeriggio, la squadra mobile di Reggio Calabria ha fermato uno dei presunti responsabili del mancato sequestro dell'ing. Foca. Sull'interrogatorio viene mantenuto il più stretto riserbo. Secondo alcune mdiscrezioni, gli inquirenti sarebbero già in possesso del nome degli altri suoi complici, che hanno, però fatto perdere le tracce. Il fermato si chiama Giuseppe Leonardo, di 28 anni, già noto alla polizia. Era stato, tempo fa, inviato a domicilio coatto in una località del Nord dal questore di Reggio Calabria, dott. Santillo. Dati gli indizi che gravano su di lui, si ritiene che il fermo verrà tramutato in arresto nelle prossime ore. Alla- cattura del Leonardo si è arrivati dopo indagini condotte dal sostituto procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giuseppe Tuccio, coadiuvato dal commissario Vasta e dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria. Sono state interrogate anche le vittime della sparatoria e si è riusciti a ricostruire l'episodio. I coniugi Foca non hanno figli e vivono in un appartamento al sesto piano di uno stabile di via Carlo Denina, nel quartiere Appio, a Roma. Antonino Foca andò nella capitale da Reggio Calabria molti anni fa, insieme con il fratello pei studiare all'università, dove si laureò in ingegneria. Si dedicò poi ad attività nei settori delle costruzioni edili e di ingegneria elettronica. Ha fondato, tra l'altro, un'industria di macchine elettroniche, che ha sede a Pomezia, del quale è attualmente membro del consiglio d'amministrazione. Da molti anni, inoltre, ha la rappresentanza di una ditta tedesca di apparecchiature elettroniche. Antonino Foca ha tre fratelli e una sorella: due fratelli abitano a Roma. Sono Ernesto, laureato in medicina e direttore del settore sanitario dell'Amministrazione aiuti internazionali (Aai), e Domenico, funzionario dell'Aci. L'altro fratello. Pasquale, funzionario della Banca del Lavoro, vive con la famiglia a Reggio Calabria; la sorella Elvira, invece, è sposata con Tommaso Cataldi e abita a Catona. e. 1. fimsnAcmfvgtizelcdasmpdtttEnnaDcf