I naufraghi chiedono una severa inchiesta

I naufraghi chiedono una severa inchiesta I naufraghi chiedono una severa inchiesta (Dal nostro inviato speciale) Bari, 30 agosto. Gli alberghi di Bari, Monopoli e Brindisi ospitano numerosi parenti di passeggeri della nave « Heleanna » giunti da molte città italiane per assistere i naufraghi ancora degenti negli ospedali e non in condizioni di affrontare un altro viaggio fino alle città di residenza. Fra ieri e oggi dagli aeroporti di Brindisi e di Bari, oltre 400 scampati alla sciagura sono partiti per le loro città; fra questi numerosi francesi e cittadini residenti nella Germania Federale. Continua l'opera di identificazione dei passeggeri morti, resa difficile dalla mancanza dei documenti addosso alle vittime e di un elenco preciso di quanti si erano imbarcati nei porti di Patrasso e di Corfù. Un aereo speciale è partito alla volta di Parigi e un altro per Milano sul quale si sono imbarcate persane residenti in tutta la Lombardia, in Emilia e in Piemonte. Elicotteri della Guardia di finanza, dell'Aeronautica militare e unità della Marina militare hanno continuato durante tutta la giornata di oggi a perlustrare la vasta zona di mare che da Torre Canne porta al canale di Otranto. Sono stati avvistati relitti di canotti, grossi pezzi di legno, parti di scialuppe, numerosi salvagente e anche altri oggetti come scarpe di gomma, borsette da donna, qualche indumento. Stamane si è sparsa la voce a Monopoli che al largo sarebbero stati avvistati altri cadaveri, ma la notizia è stata smentita dopo che il comandante di un piccolo motopeschereccio di ritorno dalla pesca ha fornito assicurazioni di non avere scorto nulla. Altra voce che ha messo in allarme le autorità è stata quella di altre vittime che sarebbero a bordo del relitto rimorchiato sulla costa brindisina e che ancora non è stato ispezionato dalle autorità della capitaneria di porto. Le storie che i naufraghi raccontano sono la descrizione di un incubo che rimarrà a lungo impresso nella loro memoria. Donne che non hanno mai nuotato sono rimaste per ore in acqua mantenendosi a galla con la forza della disperazione, bambini sostenuti dalle braccia dei genitori e salvati poi dalle navi soccorritrici. Donne an ziane che hanno trovato la forza di scendere precipitosamente dalle nave servendosi di una fune a forza di braccia. Tanti piccoli esempi di abnegazione da parte di oscuri cittadini di Monopoli, di Brindisi, Fasano accorsi per salvare il più alto numero possibile di vite umane. E va detto che in parte vi sono riusciti perché, a giudizio dei tecnici e delle stesse autorità portuali, senza l'immediata assistenza delle navi italiane e dei pescatori che autonomamente si sono lanciati nell'opera di soccorso, i morti sarebbero stati molti di più. Lo ha riconosciuto in nome del governo italiano il sottosegretario on. Vito Lattanzio, quando ha detto che ben undici navi, sette elicotteri e due aerei hanno perlustrato per due giorni una larga fascia di mare, mentre amministratori, sanitari e personale degli ospedali, delle cliniche e degli alberghi si sono profusi nell'assistenza agli scampati. Due giovani torinesi, Giorgio e Emanuele Zecchino, di 16 e 21 anni, tuffatisi in maMario Dilio (Continua a pagina 2 in terza colonna)

Persone citate: Emanuele Zecchino, Monopoli, Torre Canne, Vito Lattanzio