E' cominciata la guerra ai "pirati" della pesta di Filiberto Dani

E' cominciata la guerra ai "pirati" della pesta Una riunione alla prefettura di Savona E' cominciata la guerra ai "pirati" della pesta Invito di Donat-Cattin a una maggiore sorveglianza contro i pescherecci che « arano » i fondali del Savonese facendo strage di pesci (Nostro servizio particolare) Savona, 2R agosto. T pescatori della Riviera savonese sono Piati, ma proprio stufi, del l'invadenza dei pescherecci che con le reti a strascico distruggono fondu li e attrezzature di pesca nelle immediate vicinanze della costa. Tanto stufi che hanno addirittura chiesto l'intervento d'un loro autorevole amico, il ministro del svrpcsmddsLavoro Carlo Donat-Cattin. I ta i e e , o i a a o ee orl il- E il ministro che in questi giorni è in vacanza a Finale Ligure, li ha subito accontentati facendt) incontrare, stamane a Savona, una loro delegazione con il vice prefetto vicario, dottor Andrea Gerace, e con il comandante della capitaneria di porto, colonnello Luigi Pecora. Ma il ministro ha fatto qualcosa di più: ha partecipato all'incontro, che è durato un'ora e mezzo, appoggiando senza riserve le istanze degli amici pescatori e tirando le orecchie al colonnello per la scarsa sorveglianza costiera esercitata dalla capitaneria. I pescatori della Riviera savonese, da Andora a Varazze, superano il migliaio, ma i più sono dilettanti, gente cioè che pur essendo attrezzata di tutto punto —gozzi, palamiti, tramagli — dedica alla pesca il tempo libero; gli altri, i professionisti, sono meno di centocinquanta e campano con le loro famiglie esclusivamente con la pesca: se il mare è tranquillo, calano reti e ami e tirano su di che vivere, se non lo è (e questo accade piuttosto spesso) devono tirare la cinghia. Ma non c'è soltanto il mare che condiziona il loro duro lavoro: ora ci sono anche i pescherecci che, infischiandosi delle norme che prescrivono di calare le reti a strascico soltanto nelle acque profonde almeno cinquanta metri, arano i fondali a poca distanza dalla costa, facendo strage, oltre che di pesci d'ogni specie e taglia, dei tremagli e dei palamiti messi in mare dai pescatori. « Pirati, ecco quello che sono, pirati » dicono i fratelli Carlo e Enrico Montanari di Finale Ligure, titolari di due licenze dl pesca che risalgono al 1917. Enrico Montanari racconta: « Avevo ealato 1150 metri di rete a 1015 metri di profondità: ne ho ritrovato 450 metri. Il resto è stato trascinato via da un peschereccio ». A Salvatore Greco, un pescatore siciliano che da anni vive a Savona, è capitato di peggio: « Davanti alla costa, tra Savona e Varazze, ci ho rimesso in quattro riprese tremila ami, come dire sedici chilometri di palamiti ». Protestano anche i pescatori dilettanti, citando decine e decine di episodi analoghi. Quelli di Albenga, per esempio, hanno presentato fin dal maggio scorso esposti su esposti alle capitanerie di porto e alla Guardia di Finanza Il crescendo delle proteste, che ha trovato solidali pescatori professionisti e dilettanti, è sfociato, come s'è detto, nell'intervento di Carlo Donat-Cattin. E stamane, presso la prefettura di Savona, il ministro in vacanza (maglietta blu, pantaloni di lino, scarpe di tela) ha invitato il comandante della capitaneria di porto ad annotare scrupolosamente le lagnanze dei suoi amici pescatori. Carlo Donat-Cattin, è cosa nota, non ha péli sulla lingua, sicché ha detto chiaro e tondo al colonnello che questo stato di cose deve cessare altrimenti farà intervenire il suo collega della Marina mercantile ed allora saranno dolori. Ecco un brano di dialogo piuttosto significativo. Ministro — Perché la capitaneria non intermene con la dovuta sollecitudine per assicurare che le disposizioni sulla pesca vengano rispettate? Colonnello — Purtroppo di¬ pcnqccznrsml sponiam.o di una sola motovedetta ch'è stata inviata in revisione qualche mese fa. Ministro — Come? La capitaneria deve attendere qualche mese quello che un qual- siàsi privato ottiene norma!- mente in tre giorni? Colonnello — Cercheremo di affrettare ì tempi. Ministro — Voce di popolo dice che certe cassette di pesce navigano spesso e voleri- tieri verso la capitaneria di porto. Non voglio pensare che la scarsa sollecitudine negli interventi dipenda da questo. Colonnello — Le assicuro che non è così. Ministro — Certamente. Sia chiaro, però, che se le lagnanze dei pescatori si ripeteranno sarò autorizzato a pensare che la voce è vera. In questo caso interverrò personalmente presso il ministro della Marina mercantile. Soddisfatti i pescatori? « Più di cosi non potevamo pretendere » hanno commentato uscendo dalla prefettura. Il comandante della capitaneria di porto ha assun- to il preciso impegno di in¬ terveniro drasticamente contro ogni violazione della legge sulla pesca: basterà una semplice segnalazione per fare scattare un immediato conI rollo. D'ora in poi, per esempio, i pescatori potranno tirare giù dal letto, a notte fonda, il delegato di spiaggia per fargli constatare la presenza di un peschereccio pirata. E il delegato non potrà rifiutare di salire sulla barca idei pescatore che lo condur- rk quanto più possibile vici| no al peschereccio per iden\ tificarlo. « Anche se il delega| lo non sa nuotare » ha ag! giunto il ministro. Filiberto Dani