Sbigottimento e sdegno fra il pubblico elegante di Lietta Tornabuoni
Sbigottimento e sdegno fra il pubblico elegante Sbigottimento e sdegno fra il pubblico elegante (Dal nostro invialo speciale) | Venezia, '28 agosto. Grida di orrore so/localo, munì femminili levale a coprire gli occhi, fischi, proteste, ripetizione, incredula e indignala di frusi quali «non è possibile», «non si può sopportare» e anche «è una vergogna»: il pubblico mondano del palazzo del cinema ha accolto I diavolìdi Ken Russel con sbigottimento, con sdegno scandalizzalo. Il regista dello scandalo non ne sa niente. Sta lavorando a The boyfriend, un colossale e nostalgico film rivista nello stile del coreografo delle Folies hollywoodiane Busby Berkeley, interpretato da Twiggy: neppure di sabato ha potuto lasciare Londra. Peccato: si fa presto a prevedere che, con I diavoli, Ken Russell diventerà uno dei registi più famosi e discussi d'Europa. E' già tra i più singolari. Quarantaquattro anni, ironico, nevrotico. Le braccia tatuate sono un ricordo dell'adolescenza trascorsa alla scuola nautica di Pangbournc e della fatale esperienza in marina: era imbarcato come allievo ufficiale, ma il sadismo del capitano lo convinse a lasciare il mare per arruolarsi, come Lawrence d'Arabia, nella Raf. I gesti rapidi e la nervosa agilità sono invece un tic professionale acquisito nelle compagnie di rivista in cui è stato ballerino, arrivando sino al ruolo di boy solista nella versione inglese e provinciale di Anna, prendi il fucile. Il suo amore per le immagini nasce dal quarto mestiere in cui mise alla prova se stesso: fotografo per rotocalchi, e di grande successo. Ha moglie, cinque figli. Protestante, si è convertito alla religione cattolica: uno dei suoi primi film da dilettante fu infatti un documentario su Lourdes. Più terrificante che edificante, a dire la verità: mentre le biografie realizzate in seguito per la televisione inglese erano addirittura sensazionali. Convinto che l'opera di un artista sia inseparabile dalla sua vita privata Russell mostrò agli stupefatti telespettatori un Debussy che spinge al suicidio due delle proprie amanti, un Dante Gabriele Rossetti a letto con la moglie di William Morris nell'intrico di ambigui plurimi rapporti che legavano il gruppo dei preraffaelliti inglesi, una Isadora Duncan sfatta e viziosa al centro di un'orgia di duecento persone. L'orgia è dunque una delle situazioni predilette da questo regista. I suoi film Donne in amore e L'altra faccia dell'amore (diretti dopo un primo poliziesco, interpretato da Michael Calne e tratto dal romamo di Leti Deighton Un cervello da un miliardo di dollari) ne rivelavano invece altre caratteristiche: l'interesse per la degradazione e l'umiliazione dell'essere umano: la misoginia; l'amore per il decorativo, lo spettacolare, il «meraviglioso», il bizzarro, il morboso. La nuova star tra i registi europei è insomma un perfetto artista decadente nel la tradizione inglese. Assai diverso, e ben lontano dalla tradizione germanica, è Klaus Lemke. regista del film tedesco L'amore è bello come l'amore. Ha trent'anni, è bello e gaio, vive a Monaco: «In Germania puoi vivere solo a Monaco, dove si fanno i soldi, o ad Amburgo, dove si cambiano le cose: Francoforte è americana, Berlino è una tomba fuori moda». Ha fatto l'aiuto regista in teatro, poi il critico cinematografico: « E cosi ho capito che avrei potuto fare film migliori di quelli che vedevo». Invece i primi due che ha diretto furono disastrosi: «Bruttissimi, e per di più commercialmente falliti». Il terzo è questo L'amore è bello come l'amore: storio di un gruppo di giovani decisi a vivere tutti insieme in comunità, ad abitare in campagna per sottrarsi all'alienazio¬ nddaurvlepctavvanvbggmlnrpNsSbgfLrac«frdl ne ambientale ed ecologica delle grandi città, a campare di espedienti per sottrarsi all'alienazione del lavoro. «E' un lilm documentario, assicura Lemke. io ed i miei amici viviamo cosi e condividiamo le idee e le aspirazioni dei personaggi. Quattro anni fa credevamo ancora nella politica, eravamo tutti impegnati a fianco di Dutschke: ora invece ci interessano di più i valori umani». Lui e i suoi amici abitano in sei o sette nello stesso appartamento, viaggiano insieme su automobili scassate, insieme hanno girato il film. «In soli dieci giorni, e divertendoci pazzamente ». Ma perché lui porta all'occhiello un piccolo aeroplano di plastica rossa? La sua ragazza, spiega, lo ha rubato per lui in un supermarket di New York: è un distintivo sentimentale. La sua ragazza Silvie Winter, ventidue anni, bionda, allegru, modella fotografica molto bella e molto famosa, è anche la star di L'amore è bello come l'amore. E cosa c'entra il piccolo aeroplano rosso? C'entra eccome, spiega a sua volta: «Perché mio nonno era Manfred von Richtofen, il "barone rosso", il leggendario asso dell'aviazione tedesca durante la prima guerra mondiale». Proprio il barone rosso nemi co di Snoopy nei fumetti di Schulz, il barone rosso cui sono stati dedicati tre film e una canzone di Gaber? «Certo, proprio lui». E per prova re che non sta dicendo bugie racconta complicate storie familiari, matrimoni d'interesse di nobili poveri, vicende patetiche di castelli slabbrati, di beni perduti dopo la seconda guerra mondiale. Ma del nonno, dice la nipoUna del barone rosso, è orgogliosa soprattutto per motivi pacifisti: «Al suo ultimo volo venne costretto dall'obbedienza militare. In realtà era disgustato dalla guerra. Mia madre conserva il suo ultimo scritto che dice: "non voglio più volare, sono stanco di uccidere"». Lietta Tornabuoni
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