Serata demoniaca al Lido

Serata demoniaca al Lido SUCCESSO DEL FILM INGLESE ISPIRATO AL LIBRO DI HUXLEY Serata demoniaca al Lido «1 diavoli» di Ken Russell, con Oliver Reed e Vanessa Redgrave: un episodio di fanatismo religioso nella Francia di Richelieu La scabrosa vicenda delle suore ossesse di Loudun rievocata con violenza espressiva che non rinuncia agli effetti estremi: con una indiscutibile forza di comunicativa - «Attenzione alla sgualdrina», del tedesco Fassbinder: film su un film da fare (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 28 agosto. Ci voleva uno scossone con*; quello di oggi, a richiamale sopra un cartellone, l'ino ad oggi, l'orse troppo morigeralo, l'idea del perverso. Chi ha letto il bel libro di Aldous Huxley, «1 diavoli di Loudun», edito in Italia da Mondadori, lo ritrova parzialmente nel film inglese The devils (« I diavoli ») diretto e sceneggiato da Ken Russell, autore di Donne in umore, ancora medilo per il pubblico torinese. Si sa che il cinema inglese non è secondo a nessuno nel dire pane al pane: per l'argomento scabrosissimo, qui l'issalo nel bianco degli occhi, con qualche insistenza sadica, 1 diavoli (o le diavolesse, se prevarrà il gusto commerciale dei titoli) farà gente dappertutto; la farà, anche se dovesse patire qualche taglietto, in ogni caso irrilevante. Raramente si è visto il demonio, in forma di concupiscenza carnale, menare un trescone così veemente e sfaccialo sopra monache di clausura: per ampiezza prospettica ed energia di tratto, il film di Russell si lascia parecchio indietro quello del polacco Kawalerowicz (Madre Giovanna degli Angeli), che ispirato allo slesso argomento, lece pur colpo a suo tempo. La vicenda storica si richiama a quel clima di fanatismo religioso combinalo con la perfidia politica che caralterizza in genere il Seicento e in particolare la Francia di re Luigi XI11 governata dal cardinale Richelieu. Al grande statista dava noia che lu cittadina di Loudun, siluutu in posizione strategica, ergesse solide fortificuzioni, incompatibili con lu sua politica di accentramento. Per abbatterle, si trova un pretesto religioso: l'indemoniamelito delle orsoline di Loudun, cominciando dulia loro superiora, Madre Giovanna degli Angeli, gobba e sbilenca, ma fin allora rigidissima. Presunto strumento dell'operazione, padre Grandier, capo virtuale della comunità, uomo veneralo dalle penitenti, per ciò che concilia, a lesta ulta, con perfellu sincerità, l'umore divino e ii profano, e sposa le sue penitenti non per modo di dire, ma propriamente. « Sono cristiano, dirà nella sua apologia, ma sono anche uomo: amo le donne, amo il successo ». Ver Richelieu basta c avanza. Mudre Giovanna, clic non ha mai visto Grandier, se ne intui¬ rfFXlmfdiscltgfloMdnbrvlnPsoVccmora per fatua e soffre per lui le più atroci torture della carne, non avendo lei il potere di sintesi che ha lui. E' tuttavia ammirevole lu sua mancanza ili ipocrisia; né si può pensale senza invidia, in questi tempi languidi, a un senso cosi pieno e drammatico del peccalo. Sfinita dalle sofferenze, ella accusa il prete di dissoluiezza e stregoneria; e lu gran macchina inquisitoria si muove. Un esorcista professionale, con ricco strascico di aguzzini e di scribi, presenti i curiosi di Loudun. si incile all'opera, prima sulla madre e poi sulle sorelle, la cui animalità, repressa dui voti, si scatena. Sono scene o piuttosto affreschi ampiamente sfogali, dove la cura dei più atroci particolari richiamati in una stessa prospettiva, non può impedire, per quanto grandissima, che qualcosetlu sembri andare per conio suo: come avviene nei cori delle ope- re liriche quando le situazioni si fanno convulse. Ci si ricorda del Fellini Salyricon; e anche Luigi XIII interviene in portantina all'osceno spettacolo. Accorre possente, grande come sempre, Grandier; ma la. difesa ch'egli la di se c di quelle disgraziale, non fu che attizzale il materiale d'accusa, li' processato e più volle torturalo perché confessi; ma conformandosi all'esempio di Cristo, c tuttavia tremando come il più debole degli uomini, beve il calice sino in fondo. Oi lui, arso vivo e sparse le sue ceneri, non rimane che un osso, donulo per contentino a Madre Giovanna, - inorridita, dannata per sempre. Indiscutibile la forza di comunicativa del film, come anche lu bellezza delle scenografie di Ocrei; (armali, continuamente inventate su motivi pittorici, c l'efficacia delle musiche dissonanti, veramente diaboliche, di P. Maxwell Davics. Oltre a questo, il protagonista Oliver Reed offre una magnifica prova, e Vanessa Redgrave. colei che fu Isadora Duncan, qui gobbu occusionule, si storce, si spreme e sibilìi con consumata arte di commediante. Il coro, posto in circostanze scabrosissime, fa il meglio che può. Del rimanente, I diavoli «Jil'etici di senso storico, come ogni buon piodoiio del neoilluminismo cinematografico; e non si dice tanto per la degradazione a fantocci di re Luigi e di Richelieu. quanto perché e costruito sull'anacronismo di l'are di Grandier il portavoce delle odierne polemiche religiose (cclibulo dei preti e il resto) c del convento delle Orsoline un documento di l'ululila erotica senza possibilità d'appello, c poi il tono di sagra, balletto e carnevale della crudeltà, che il legista ha duto a tulle le pieghe del racconto, e finalmente, data l'accensione di certi effetti, anche per il gusto incondito dello scandalo e dell'osceno. I limiti del lavoro sono dunque quelli di un pamphlet intonato ai problemi d'oggi, con mollo suono oratorio (l'apologia di Grandier) e un meticoloso ossequio all'estetica dell'orrido e del grottesco. Un pizzico ili Pirandello, ini alno di Brecht e un terzo di Fellini entrano nella sforzala composizione del film tedesco W'urming vor einer heiligen Natte («Attenzione alla sgualdrina») scritto sceneggiato e diretto da Rainer Werner Fassbinder; e tulli insieme mettono capo a un fumetto esoterico sul quale non sapremmo intrattenervi. Il dato è che una troupe cinematografica, riunita per luvoro in un vecchio albergo di lusso di Sorteli- ] lo. inceppala da non si sa che, differisce ili girare, e intanto che il film aspetta, il regista ci dà il film di questii allcsM, durante In quale le angosce esistenziali dei singoli (non ne scappa uno) cozzano tra loro, con gran rovinio di bicchieri gettati sprezzantemente dietro le spalle. Di là dulie conine fumogene di lentezze e iterazioni a perdifiato, il dramma dovrebbe essere quello di un lavoro di gruppo che fallisce lo scopo per motivi di dialettica interna: c'è sempre uno sfruttatore, ci sono sempre degli sfruttati, e non è facile discerneie le parti. Ma più difficile e capirci qualcosa. Molti ed esosissimi i personaggi, tra i quali spiccano Lou Castel (il regista del film da fare) e Lddie Constantine impersonante se stesso. In una inquadratura si vede Rossano Brazzi che passa e se ne va. Fa bene. Leo Pestelli Venezia. Oliver Reed e Vanessa Redgrave in una drammatica scena del film « I diavoli » (Telcfolo Cameraphoto) trcipsDdulMpiisus Venezia. Brigitte Fosscy, che fu la protagonista di « Giochi proibiti », col marito, il regista Adam. Stasera si proietta il loro film « M come Mathieu », (Tclefoto Cameraphoto)

Luoghi citati: Francia, Italia, Mondadori, Venezia