Una lettera di Pompidou al Mec per creare un fronte anti-droga di Carlo Cavicchioli

Una lettera di Pompidou al Mec per creare un fronte anti-droga Il documento a cinque capi di governo Una lettera di Pompidou al Mec per creare un fronte anti-droga Dobbiamo combattere insieme un flagello che mette in pericolo la civiltà europea (Dal nostro corrispondente) Parigi, 27 agosto. Mentre dagli Stati Uniti si accusano le autorità francesi di non lottare con sufficiente impegno contro i traffici di droga che passano per Marsiglia o vi fanno capo, l'Eliseo rivela che il presidente Pompidou ha talmente a cuore il problema della tossicomania dilagante, che ha sollecitato una cooperazione internazionale per arginarlo. Il 6 agosto Pompidou ha inviato una lettera personale ai capi di governo della Germania federale, dell'Italia e del Benelux proponendo loro iniziative co- muni e coordinate onde far fronte al flagello «pericoloso per l'avvenire della società e della civiltà europee ». Nella lettera, che non è stata divulgata integralmente, il Presidente raccomanda fra l'altro che i ministri della Comunità direttamente o indirettamente toccati dal problema — Sanità, Educazione, Interno e Giustizia — si riuniscano due volte l'anno ad esaminare e discutere la situazione. Al loro servizio si dovrebbe porre un organismo permanente formato da esperti nella battaglia contro stupefacenti ed allucinogeni. Non si tratterebbe, si precisa, di creare una nuova amministrazione comunitaria, ma di permettere una riflessione collettiva ed una azione rapida e ben strutturata dei governi europei. Pompidou ha informato del suo passo anche il premier britannico, Edward Heath, suggerendo contatti dello stesso tipo anche con l'Inghilterra. Heath gli ha già risposto di essere pienamente favorevole ad un incontro, nel più breve intervallo possibile, di alti funzionari incaricati di predisporre le consultazioni tra i ministri del Regno Unito e della Repubblica. Pompidou ritiene che lo sviluppo della tossicomania in Europa sia ancora limitato, ma che proceda in modo spettacolare e rapido. La piaga, si fa osservare negli ambienti vicini all'Eliseo, germogliò anzitutto in America, e il presidente Nixon ne ha sottolineato di recente la gravità e le conseguenze disastrose sulla salute fisica e morale dei giovani. Il «contagio» s'è trasmesso ora all'Europa. La divulgazione dell'iniziativa di Pompidou, a tre settimane di distanza, non è forse senza rapporti con la polemi I ca che si è accesa fra Parigi e Washington ieri l'altro a proposito dei traffici che avrebI bero in Marsiglia la capitale e centrale di smistamento. Il direttore dell'ufficio americano dei narcotici per il settore europeo, John Cusack. in di| chiarazioni alla radio e interviste a quotidiani provenzali, ha espresso l'opinione che i deplorevoli commerci marsigliesi" beneficino di una passività da parte della polizia francese. Tra l'altro ha messo in evidenza che, se è vero che gli inquirenti hanno arrestato molti spacciatori, raramente — anzi, mai, a quel che sembra — essi hanno colpito il male alla radice individuando i laboratori ove eroina e allucinogeni sono fabbricati. Si mormora che a Marsiglia le fila del traffico siano in mano a personaggi preminenti, che restano nell'ombra e sui quali non si indaga o non si vuole indagare abbastanza. La polizia francese ha respinto le accuse, ma le parole di Cusack hanno suscitato scalpore e scandalo. Carlo Cavicchioli Georges Pompidou