La ristrutturazione dell'industria tessile

La ristrutturazione dell'industria tessile Impegno prioritario per la Camera La ristrutturazione dell'industria tessile 11 disegno di legge già approvato dal Senato - Le misure previste per migliorare la produzione e la struttura del settore clic occupa circa 360 mila dipendenti - Valore di produzione sui 3 mila miliardi (Dalla redazione romana) Roma, 26 agosto. L'approvazione del disegno di legge per la ristrutturazione dell'industria tessile, già approvato dal Senato e dalla Commissione Industria della Camera, figura fra i primi impegni dell'assemblea di Montecitorio alla ripresa dei lavori parlamentari dopo le ferie estive. Il relatore onorevole De Cocci (de) ha già presentato la relazione fin dal 2 luglio scorso. Il provvedimento — informa l'agenzia Adnkronos — prevede una serie di misure atte a migliorare la produzione e la struttura del settore tessile, un settore che nel nostro paese si trova da anni in difficoltà oggi aggravate dalle recenti misure americane. L'industria tessile interessa il 26 per cento della economia del Piemonte, il 46 per cento di quella della Lombardia, il 13 per cento del Veneto e circa il 10 per cento della Toscana. Questo settore industriale occupa tuttora circa 360 mila lavoratori, ha un valore di produzione sui 3 mila miliardi e una esportazione pari al 18 per cento sul totale delle esportazioni nazionali. Il disegno di legge consta di 22 articoli e prevede notevoli innovazioni: 1) entro 6 mesi dall'entrata in vigore della legge le imprese tessili sono autorizzate a sottoporre al ministro dell'Industria piani aziendali di ristrutturazione e riorganizzazione per migliorare la produzione, accrescere la capacità competitiva e assicurare il massimo livello di occupazione; 2) i piani possono comprendere programmi non attuati per la parte non coperta da precedenti finanziamenti, prevedere l'ammodernamento di imprese singole, e la fusione di società di qualunque tipo; 3) le imprese che partecipano ai piani di ristrutturazione, di riorganizzazione, di conversione, possono ottenere finanziamenti dall'Istituto Mobiliare Italiano. A tal fine tale istituto è autorizzato ad emettere fino al 31 dicembre '72 obbligazioni, per un importo nominale massimo di 200 miliardi di lire. Sull'importo di 200 miliardi l'istituto è autorizzato a concedere finanziamenti sino ad un ammontare totale di 5 miliardi. I finanziamenti pre visti possono essere concessi in misura proporzionale alle spese occorrenti per le realizzazioni di piani e non superiori alle seguenti aliquote: 70 per cento fino a 500 milioni, 60 per cento fino a 3 miliardi, 50 per cento oltre i 3 miliardi. I finanziamenti alle imprese artigiane tessili possono essere concessi, inoltre, in misura non superiore all'80 per cento fino a 100 milioni. Tale importo è elevato a 150 milioni, in caso di consorzi tra imprese artigiane. ' Lo Stato, inoltre, concorre agli oneri derivanti dai finanziamenti, mediante la corresponsione alle imprese che ne beneficeranno, per l'intera durata dei finanziamenti stessi e comunque per un periodo eccedente i 15 anni, di un contributo del pagamento degli interessi in misura tale da ridurre l'onere a carico delle imprese al 4 per cento l'anno, comprensivo di ogni gravame accessorio e spesa. Il provvedimento prevede, infine, una consultazione annuale o anche a periodi più bddClplcangdtcdsvtMQ brevi, sul livello complessivo dell'occupazione del settore e di sottoporre al controllo del Cipe i progetti presentati dalle aziende interessate alla propria organizzazione. Stabilisce, infine, l'istituzione di un corso di riqualificazione nelle aziende interessate. Un'altra notevole novità è quella riguardante la semplificazione della procedura diretta all'attuazione delle provvidenze sociali.

Persone citate: De Cocci

Luoghi citati: Lombardia, Piemonte, Roma, Toscana, Veneto