La morte di Pinelli: "Avviso di reato" per due funzionari di polizia a Milano

La morte di Pinelli: "Avviso di reato" per due funzionari di polizia a Milano Una inchiesta è stata aperta dalla Procura generale La morte di Pinelli: "Avviso di reato" per due funzionari di polizia a Milano Si tratta del commissario Calabresi e del dott. Allegra, capo dell'ufiicio politico - La magistratura, accogliendo la tesi che l'anarchico si sarebbe ucciso, incolpa Calabresi di non aver preso misure adeguate per evitare che Pinelli si gettasse dalla finestra (pur sapendo che, poche ore prima, aveva già tentato di togliersi la vita) - Il dott. Allegra, che aveva fermato il ferroviere, avrebbe agito illegalmente -1 due funzionari hanno già nominato gli avvocati difensori (Dal nostro corrispondente) Milano, 26 agosto. Il sostituto procuratore generale della Repubblica dottor Mauro Gresti, in relazione alla nuova inchiesta sulla morte di Pinelli, chiesta dalla moglie dell'anarchico, ha fatto pervenire stamane « avvisi di reato » al capo dell'ufficio politico della questura dott. Antonino Allegra e al commissario di pubblica sicurezza dott. Luigi Calabresi: i due funzionari sono stati invitati a nominare un loro difensore di fiducia. Il capo della squadra politica è stato chiamato a rispondere di violazione dell'articolo 606 del codice penale che riguarda « il pubblico ufficiale che procede ad un arresto o ad un fermo abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni ». Nella sua denuncia la signora Licia Rognini aveva fatto rilevare che « la convalida del presunto fermo fu chiesta in ritardo rispetto ai termini di legge e fu comunque trasmessa alla procura della Repubblica quando Giuseppe Pinelli era già deceduto ». Già durante la prima indagi¬ ne per la morte di Pinelli a proposito del suo fermo, l'ex procuratore generale della Repubblica, dott. Domenico Riccomagno, inviò all'allora questore di Milano, dott. Marcello Guida, una lettera di censura, rilevando come l'autorizzazione al fermo fosse stata chiesta alla magistratura, quando l'indiziato si trovava già da tempo in questura. Il reato di cui deve rispondere il dott. Allegra è coperto da amnistia. Il dott. Calabresi è invece indiziato del reato previsto dall'articolo 589 del codice penale che riguarda « chiunque cagiona per colpa la morte di un uomo ». La procura generale accoglie così la tesi che l'anarchico si sarebbe ucciso (alle stesse conclusioni era giunta la procura della Repubblica che aveva archiviato la pratica affermando che si trattava di suicidio). L'accusa al funzionario dell'ufficio politico è, infatti, di non aver preso tutte le precauzioni possibili per impedire a Pinelli di gettarsi dalla finestra, pur sapendo che, poche ore prima, l'anarchico aveva tentato di uccidersi. L'accusa nei confronti del dott. Calabresi trae origine dalla testimonianza resa dall'appuntato Oronzo Perrone. Egli affermò che, verso mezzogiorno del 15 dicembre 1969, cioè poche ore prima della i morte dell'anarchico, si tro| vava nella stanza dove c'era Giuseppe Pinelli: « Sono alle dipendenze del dott. Calabresi dell'ufficio politico, ha dichiarato il Perrone al magistrato, e il 15 dicembre mi trovavo nella stanza dove era sottoposto ad interrogatorio Giuseppe Pinelli. Con me, se ben ricordo, c'erano due o tre colleghi, tra cui le guar | die Buccella e Spalletta. Il o , o . o l o 0 à , i en e o e, n Pinelli sembrava un po' nervoso, anche perché fumava continuamente. Ad un certo punto mi ha chiesto se poteva telefonare alla moglie perché la stessa comunicasse alle Ferrovie che lui si sentiva poco bene e non poteva andare al lavoro. La telefonata fu poi fatta in quei termini dal brigadiere ChiappaIoni in quello stesso ufficio. Poco dopo Pinelli, che era seduto e stava fumando, mi ha chièsto all'improvviso se io potevo aprire la finestra e nello stesso tempo di scatto si è slanciato verso questa cercando di aprirla. Io mi sono un po' spaventato e l'ho bloccato dicendogli che doveva aspettare che aprissi io la finestra e l'ho pregato di allontanarsi ». Questa dichiarazione del Perrone era stata fatta a suo tempo anche al dott. Giovanni Caizzi, il magistrato che dispose l'archiviazione della inchiesta con la motivazione del suicidio del Pinelli; ma allora il Sostituto Procuratore della Repubblica non la prese in considerazione, scartando una ipotetica responsabilità penale del dott. Calabresi. La Procura Generale invece si è ora mostrata di diverso avviso. La promozione di un'azione penale per il reato di omicidio colposo significa, in definitiva, che il magistrato esclude fin d'ora tutte le ipotesi che stanno alla base della tesi dell'omicidio volontario. La Procura Generale della Repubblica avrebbe deciso di procedere penalmente solo nei confronti dei due funzionari, e, in base alle nuove norme di procedura, il magistrato ha informato sin dal primo momento tutti coloro (imputati, parti lese e indiziati) che sono interessati nella vicenda giudiziaria. Il Sostituto Procuratore Generale della Repubblica interrogherà numerose persone, molte delle quali sono state già sentite a suo tempo dal dottor Caizzi che aveva archiviato la pratica. Subito dopo la tragica morte di Pinelli, infatti, la procura della Repubblica aveva aperto un'inchiesta, affidata al sostituto procuratore Caizzi che era giunto alla conclusione dèi suicidio da parte dell'anarchico: il magistrato non aveva ravvisato alcuna responsabilità da parte dei funzionari ed agenti chiamati in causa. Tale tesi era stata accolta anche dal consigliere istruttore dott. Antonio Amati. Il « caso Pinelli » dunque sembrava cioè definitivamente chiuso. Tornò invece poco dopo alla ribalta in seguito al processo per diffamazione per mezzo della stampa promosso dal dott. Calabresi contro il prof. Pio Baldelli, ex direttore del periodico della sinistra extraparlamentare Lotta Continua che. in una serie di articoli, aveva accusato il funzionario di essere responsabile della morte del Pinelli. Durante il lungo processo (riprenderà il 6 ottobre prossimo) dopo la ricusazione del presidente Biotti, sono emerse circo¬ sdpGeNsdstpsdlntcbtmmtshdccs stanze e fatti che hanno indotto la moglie di Pinelli a presentare la denuncia: Nei giorni scorsi il dottor Gresti ha sentito la vedova e le madre dell'anarchico. Non è escluso che il magistrato ordini una nuova indagine necroscopica sui resti di Giuseppe Pinelli. Contro tale eventualità si sono però già pronunciati i difensori del prof. Pio Baldelli. L'avvocato Contestabile, uno dei legali della vedova Pinelli, appresa la notizia della notifica degli « avvisi di reato » ha dichiarato: « La Procura ' Generale della Repubblica ha fatto un passo avanti nell'inchiesta relativa alla morte di Giuseppe Pinelli, ma la difesa non si accontenterà delle conclusioni cui sembra giunta. Licia Rognini ha presentato una denuncia di omicidio volontario perché è assolutamente sicura che il marito non si è ucciso e non è morto per colpa ». In serata si è appreso che il dott. Allegra ha provveduto a nominare suo difensore il prof. Delitala, mentre il dott. Calabresi ha nominato l'avv. Lener, che già lo assiste nel processo per diffamazione contro il direttore del periodico « Lotta continua » prof. Baldelli. g. m. ii dott. Allegra (a sinistra) e il commissario Calabresi IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIlllllllItllllllItlllllllllItllllIIIIIItlIIIIIIIIIIIIIIIIllllllllllMllltlllIlllllIIIIIIII

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