Le lesioni gravi dell'aorta di Angelo Actis Dato

Le lesioni gravi dell'aorta Un infortunio molto frequente negli incidenti stradali Le lesioni gravi dell'aorta Quasi sempre la vittima è l'automobilista al posto di guida, che urta violentemente con" tro il volante - Brusche decelerazioni e improvvisi aumenti di pressione - Il formarsi di un aneurisma - Possibilità di intervenire col bisturi, in circolazione extracorporea Dopo il cuore, come fu detto in mi precedente articolo, (vedi La Stampa del 12 agosto scorso: « Il cuore negli incidenti stradali ») l'aorta occupa un posto importante per le lesioni giravi e mortali da incidenti stradali. Dati statistici. Da ima statistica tedesca: su 389 traumi al torace da incidenti sono stati osservati 160 casi di lesioni all'aorta di cui 88 morti subito o durante il trasporto in ospedale. Ogni 10 casi di rottura traumatica dell'aorta 9 avvengono durante incidenti stradali e in 7 di essi risulta colpito il guidatore (urto contro il volante). Su 10 casi di lesione aortica solo uno sopravvive da 2 ore a qualche giorno e può essere operato. Molto raramente il paziente può sopravvivere più a lungo con formazione di un aneurisma. Le cause, le modalità e i meccanismi di rottura della aorta sono diversi e spesso associati (vedi figura). Sono utili alcune premesse: 1) l'aorta è abbastanza libera di spostarsi nella prima parte a livello dell'arco mentre è fissata alla colonna vertebrale dalle arterie intercostali nella parte discendente; 2) essa presenta una parete più debole e meno elastica proprio nel punto di passaggio fra le due parti suddette ove si inseriva il Dotto di Botallo chiusosi alla nascita; 3) all'aorta, alla sua origine, è fissato saldamente e per così dire « appeso » il cuore che pesa 300 grammi vuoto e 700 grammi pieno di sangue il quale rappresenta una discreta «massa» e gioca un ruolo importante negli urti con brusca decelerazione (vedi figura); 4) l'aorta è piena di un liquido, il sangue, sotto una pressione elevata che può aumentare di molto nell'incidente per fenomeni di schiacciamento: a) L'urto violento frontale, la caduta o comunque la « brusca decelerazione » produce uno spostamento in avanti e in basso del cuore (vedi figura) e uno stiramento su tutto l'arco aortico che si ripercuote massimamente là dove l'aorta comincia ad essere fissata alla colonna e la parete è debole. Analogo stiramento in tale punto può avvenire da parte di un cordone fibroso, il ligamento di j Botallo. In tale sede (dettai istmica) si verifica la maggìor parte delle rotture del-! l'aorta cioè l'85 "»; b) una brusca trazione può verificarsi a livello del primo tratto dell'aorta specie se nell'urto si associa una iperestensione della testa ed una contro trazione sulle arterie del collo: ne consegue una rottura dell'aorta ascendente (10 "'ii dei casi); c) la brusca decelerazione orizzontale può spostare l'aorta discendente in avanti con una rottura là dove le arterie intercostali tendono a tenerla aderente alla colonna (5 "A dei casi). ' Oltre i suddetti fenomeni da brusca decelerazione (trazioni, torsioni, compressioni) si può raggiungere con lo schiacciamento del torace e dell'addome un aumento improvviso della pressione nell'arteria, che ne favorisce la rottura per scoppio. In rari casi sono le clavicole o le costole che fratturandosi si conficcano nell'aorta lacerandola. Conseguenze della rottura aortica: l'aorta è costituita da tre tuniche o pareti concentriche come gli strati di una copertura pneumatica. A seguito del violento trauma possono lacerarsi tutte e tre le pareti: rottura totale a tutto spessore, di regola trasversale: l'emorragia è cosi imponente che la morte avviene in pochi minuti, senza possibilità di un tempestivo intervento. In altri casi, più fortunati ed invero assai rari, la rottura è parziale, interessa solo le due pareti interne mentre quella esterna o avventizia, che è più elastica, resiste e contiene il sanguinamento: si forma cosi un ematoma o bozza sporgente e quindi una sacca piena di sangue comunicante con la aorta o « aneurisma ». Questo ha una parete molto sottile, tende ad ingrandirsi sotto la pressione del sangue nelle ore, nei giorni e settimane dopo l'incidente, per cui può raggiungere le dimensioni di una grossa arancia. L'aneurisma, se cresce rapidamente, dà segni di sé: provoca dolore, comprime gli organi vicini: i bronchi, provocando difficoltà alla re- scdppmecl spirazione; l'esofago, provocando difficoltà al passaggio dei cibi ecc. Data, la sottigliezza della parete, l'aneurisma può rompersi spontaneamente o al minimo sforzo con emorragia e morte improvvisa. L'aneurisma dell'aorta può comparire e svilupparsi nello spazio di ore, giorni, e an¬ che mesi dopo l'incidente; qualche caso fu scoperto dopo uno o più anni. Occorre pensare alla possibilità dell'aneurisma della aorta dopo tutti i traumi gravi del torace. E' necessario praticare sistematicamente, una volta fatto il più urgente trattamento dello shock, controlli radiologici del torace non solo dopo il trauma, ma anche periodicamente per alcuni mesi dopo. Cura: in genere nulla può essere fatto in caso di rottura totale dell'aorta a meno che vi sia immediatamente disponibile una sala, le attrezzature operatorie, alcuni litri di sangue e un'equipe operatoria competente, per cui si possa intervenire nello spazio di pochi minuti. Invece la conseguenza delle rotture parziali, cioè l'aneurisma dell'aorta può essere operato con buona probabilità di successo: in una statistica di vari autori dal 1951 al 1970, su 204 operati, la mortalità è stata del 7 per cento. Le attuali più larghe possibilità di uso della circolazione extracorporea, potranno forse ancora migliorare In futuro i risultati. L'operazione consiste nell'aprire il torace, isolare l'aneurisma, chiudere temporaneamente con due pinze l'aorta a monte e a vai le, ritagliare e asportare la sacca e ricostruire la continuità dell'aorta con un tubo dì tessuto di Dacron o innesto artificiale (vedi figura). Particolari accorgimenti (bypass o Ponti, circolazione extracorporea) sono necessari per mantenere la circolazione a valle dell'aneurisma durante il tempo operatorio in cui la circolazione nell'aorta è interrotta. Se da un lato i risultati delle operazioni negli aneurismi post-traumatici sono buoni, dall'altro però troppo pochi sono i casi che hanno questa favorevole evoluzione e possono avvantaggiarsi dell'opera del chirurgo; la grande maggioranza dei casi di rottura dell'aorta (il 95 per cento) muore senza che sia umanamente possibile fare qualcosa per salvarli... L'unica risorsa rimane la prevenzione. Angelo Actis Dato Cardiochirurgo Università dt Torino La radiografia e l'angiocardiografìa (a sinistra) dimostrano con evidenza la presenza d'un'opacità rotonda corrispondente all'aneurisma. Dopo l'operazione (a destra) è scomparsa la sporgenza e il profilo cardiaco è tornato alla normalità

Persone citate: Botallo

Luoghi citati: Torino