Tevere, nostalgia dei "fiumaroli"

Tevere, nostalgia dei "fiumaroli"GIÀ FREQUENTATO DA GENERALI E PRINCIPESSE ROMANE Tevere, nostalgia dei "fiumaroli" (Nostro servizio particolare) Roma, 24 agosto. Vecchie fotografie: barche inghirlandate di fiori, dame in abito da pomeriggio e gentiluomini in cilindro. Negli album dell'archivio del Circolo « Tevere-Remo », il maresciallo Diaz, le principesse Giovanna e Mafalda di Savoia, il grand'ammiraglio Thaon di Revel, militari, politici, personaggi, membri dell'aristocrazia nera e bianca: il mondo importante dell'epoca sul Tevere. Gare di canottaggio, gite, ricevimenti, pranzi sui galleggianti. Una vita che sostanzialmente escludeva le donne: non potevano far parte ufficialmente dei circoli (in qualcuno di questi la tradizione continua ancor oggi), li frequentavano se invitate. Pure dove si riversavano i ceti popolari, nei « polverini » (tratti, ricchi di sabbia fine, tra i ponti Risorgimento e Milvio), le donne non erano ammesse, anche perché alcuni « fìumaroli » prende¬ vano il bagno nudi. Allora i pesci del Tevere erano cibo per molti: i « giornelli » (reti che, fissate come due pale da mulino alle sponde dei ponti, giravano notte e giorno) ne pescavano e scaricavano a centinaia. Oggi i bagni sono vietati nei tratti di fiume che attraversano la città e nel litorale marittimo compreso entro i duecento metri dalla foce. L'acqua è infatti inquinata da sbocchi di fogne (all'altezza di Ponte Salario l'Aniene por ta in Tevere i rifiuti dei rioni Montesacro e Tiburtino) e da immissioni di residuati chimici, detersivi in particolare. Lunghe file di galleggianti, parecchi semiabbandonati e deserti; tre i bar-ristoranti sul fiume: delle vecchie famiglie legate da generazioni al Tevere, sono rimasti i Tulli ad esercire. « Er Ciriola », personaggio famoso a Roma anche per i numerosi salvataggi, non c'è più. Si dice che i suoi galleggianti siano stati acquistati da un noto attore, per essere destinati non si sa ancora bene a quale uso. Lo zatterone tempo fa scoperto quale ritrovo di giovanissimi drogati è stato chiuso. Si vede ancora qualche pescatore, ma solo sui ponti: non sulle rive, perché infestate di grossi ratti. Ben poca gente però mangia barbi, cavedani, capitoni, rovelle: troppe volte li ha visti affiorare avvelenati. Per la maggioranza dei romani, il Tevere è diventato una semplice componente della toponomastica cittadina. Ma continua ad essere vivo nei circoli, e fra i « fìumaroli ». Lungo le sponde, a parte una ventina di « dopolavori )) ministeriali ed i circoli militari, sei clubs privati. Galleggianti, saloni, piscine, prati curati, campi da tennis e da pallavolo. Ambienti in genere molto chiusi. Il più « classico » è il Tevere-Remo, che l'anno prossimo festegge rà il centenario (fu fondato infatti due anni dopo la presa di Roma): presidente è il cardiologo prof. Mattoli, presidente onorario il principe Sigismondo Chigi. Soci, membri dell'alta borghesia e dell'aristocrazia. Gina Lollobrigida, Virna Lisi, Nino Manfredi ed altri divi sono invece di casa al Canottieri-Roma. Professionisti di grido ed industriali, all'Aniene. Ma l'amore per l'acqua naturalmente mischia i più svariati strati sociali. Tommaso d'Amelio, un procuratore commerciale che pratica il fiume da una cinquantina di anni, dice: « Sul Tevere, i fiumarali, da sempre, si sentono tutti eguali ». Continuano, nonostante il divieto, i bagni, — soprattutto in maggio-giugno, ed in settembre — le gite sulle caratteristiche «battane», i pranzi di pesce (piatto tipico le ciriole, piccole anguille fritte od in umido). Ma sono rimasti più che altro gli affezionati di vecchia data: fra loro, pochi i giovani. La progressiva diffusione dei mezzi di trasporto ha reso il mare sempre più accessibile, mentre le rive del Tevere sono andate a mano a mano facendosi, per diverse ragioni e cause, meno accoglienti. La sera, rari turisti si appoggiano ai parapetti per guardare le acque silenziose e buie. I « fìumaroli » rievocano con amarezza il tempo in cui erano gaie e popolate. Forse, per ricondurvi vita ed interessi, basterebbe trasformare i galleggianti in ristoranti attrezzati modernamente, pubblicizzarli convenientemente e dotarli magari di vasche ad acqua corrente potabile, piene di carpe e di anguille. Affermano infatti i pescatori che le ciriole appena pescate nel fiume, all'» spetto scure e quasi nere, do po due giorni di spurgo in acqua diventano chiare belle. o. r.

Persone citate: Diaz, Gina Lollobrigida, Mafalda, Mattoli, Nino Manfredi, Revel, Sigismondo Chigi, Tulli, Virna Lisi

Luoghi citati: Roma