Occupate dai dipendenti le fabbriche "Bernocchi"

Occupate dai dipendenti le fabbriche "Bernocchi" Contro la chiusura dell'azienda Occupate dai dipendenti le fabbriche "Bernocchi" La decisione dei sindacati dopo una giornata di sciopero a Legnano - Il presidente vuole evitare che la società sia posta in liquidazione (Dal nostro corrispondente) Milano, 24 agosto. Si è aggravata la situazione negli stabilimenti tessili del gruppo Bernocchi: a tarda sera, dopo una riunione a Legnano con la direzione dell'azienda, le segreterie provinciali delle tre Confederazioni sindacali hanno deciso l'immediata occupazione di tutte le sette fabbriche. E' stata anche indetta per il pomeriggio del 27 agosto a Milano una manifestazione dei dipendenti del complesso per protestare contro la chiusura delle fabbriche da giovedì prossimo (i lavoratori saranno messi in Cassa d'integrazione). La decisione è venuta al termine di una giornata di sciopero di tutti i 1381 dipendenti dell'azienda: i settecento di Legnano, quelli di San Vittore Olona, Nerviano, Besnate Augera e Villa Carcina (in provincia di Milano) e quelli degli stabilimenti in provincia di Varese e Brescia. Stamane le maestranze della Bernocchi di Legnano, quando si sono presentate al lavoro, dopo un comizio tenuto davanti ai cancelli da esponenti sindacali, hanno deciso di entrare in sciopero ed organizzare un corteo per le vie della cittadina. Mentre i 700 dipendenti della fabbrica entravano nei cortili per preparare la manifestazione, le maestranze degli altri stabilimenti della provincia di Milano partivano per confluire su Legnano. Alle 10 più di un miglialo di lavoratori della Bernocchi era radunato nella piazza centrale del paese. E' stato formato un corteo che ha paralizzato per un paio d'ore il traffico sulla strada del Sempione, che attraversa il centro abitato. Gli .scioperanti hanno inalberato cartelli in cui era scritto: « Non vogliamo fare la fine della De Angeli-Frua» (lo stabilimento assorbito tempo fa da un altro complesso; la concentrazione aveva provocato il licenziamento di molti dipendenti). Nel tardo pomeriggio si è svolto un incontro tra i rappresentanti sindacali, quelli della commissione interna, il sindaco di Legnano, Accorso, e il presidente della società, Eraldo Bernocchi: è stata attentamente studiata la situazione, ma non si è potuto prendere alcuna decisione poiché è necessario sentire prima il parere degli azionisti, convocati in assemblea per il 26 agosto. I soci sono divisi in tre gruppi. La maggioranza delle azioni (51 per cento) è nelle mani dell'attuale presidente, deciso a battersi assieme alle maestranze per ottenere il finanziamento di 4 miliardi per fronteggiare la situazione. L'altro 49 per cento delle azioni è diviso tra alcuni professionisti ( 17 per cento), e componenti della famiglia Bernocchi. Mentre questi ultimi non si sono ancora pronunciati, la minoranza ha già fatto sapere che chiederà il concordato e la successiva messa in liquidazione della società. Il dottor Eraldo Bernocchi e il sindaco di Legnano cercano di far opera di persuasione per indurre tutti gli azionisti ad accettare il finanziamento di 1 miliardo e mezzo già promesso dalla Gepi (l'organismo che si occupa delle aziende tessili in difficoltà) ed a cercare di reperire presso privati gli altri 2 miliardi e mezzo necessari. Se l'operazione sarà consentita da tutti gli azionisti ci sono parecchie probabilità di salvare il complesso. In serata i sindaci dei paesi dove sorgono gli stabilimenti Bernocchi hanno inviato al presidente della società un telegramma per avvertirlo che « in caso di necessità si riserveranno di adottare gli opportuni provvedimenti previsti dalle leggi per la conservazione del posto di lavoro delle maestranze », il che equivale a dire « requisizione » dell'azienda. Un altro telegramma è stato inviato al ministro Piccoli per sollecitare l'intervento dello Stato. Infine, a tarda sera, la decisione dei sindacati di occupare l'azienda. La situazione è tesa anche alla Knoll di Settimo Milanese dove i 60 dipendenti, al rientro dalle ferie, hanno trovato lo stabilimento svuotato. Il titolare dell'azienda, che ha deciso di trasferire ogni sua attività a Foligno (la Knoll International si è fusa con la Gavina), si è detto disposto a dare sovvenzioni ai dipendenti che accetteranno di lasciare Settimo Milanese per l'Umbria e ad inquadrarli vantaggiosamente in categorie superiori, così da consentire loro un miglior trattamento economico e normativo. Il trasferimento riguarderebbe una quarantina di persone, perché gli altri venti rimarrebbero a Settimo, dove sarà istituito un deposito. I dipendenti, tuttavia, per quanto si prospetti loro una situazione migliore, .sono restii ad accettare. " g. m.