Juventus-Torino, la verità dal derby

Juventus-Torino, la verità dal derby Facciamo il punto dopo le prime tre settimane di lavoro Juventus-Torino, la verità dal derby Ai bianconeri manca poco per arrivare ad un rendimento pieno - L'inizio folgorante di Mailer L'importanza dei gol di Anastasi e Bettega La Juventus è pronta per la prima sfida (amichevole) con il Torino. Lo scontro con una pari grado, dopo due collaudi con formazioni di serie C, darà al bianconeri una misura delle loro possibilità e, soprattutto, consentirà a Vycpalek di registrare il centrocampo. A Piacenza qualcosa non ha funzionato nell'«anticamera del gol»: Causio, Capello ed il rientrante Furino hanno spesso effettuato «un tocco in più», quel dribbling di troppo che ha influito negativamente sull'immediatezza del gioco. E' un fatto episodico, giacché l tre hanno da tempo imparato guai è la posizione ria tenere in campo. L'altra sera si sono lasciati risucchiare fuori zona per il tenore spiccatamente offensivo della gara (il Piacenza, impressionato dagli otto gol segnati dalla Juventus ad Empoli, ha rinforzato centrocampo e difesa per evitare gravi... danni al bravissimo Fioravanti) e perché le punte non sempre si smarcavano con la necessaria rapidità. Vycpalek sostiene che la colpa è dei centrocampisti che «portavano troppo il pallone». Siamo d'accordo, però Anastasi e Bettega, molto attivi alla ricerca del gol, stazionavano entrambi sul centroarea muovendosi in uno spazio ridotto. Se i centrocampisti avessero fatto viaggiare la palla di prima (come Haller) sfruttando di pili le fasce laterali del campo e chiamando in azione ora Marchetti ora Morlnl o Salvadore, che a turno si proiettavano all'attacco, la manovra avrebbe avuto maggior respiro, le maglie della retroguardia avversaria si sarebbero allargate e Anastasi e Bettega avrebbero trovato altro spazio utile per sfruttare i cross e liberarsi in gol. E' accaduto invece che, essendo troppo sbilanciata in avanti, la Juventus ha corso qualche perico lo in contropiede. Le difficoltà più grosse te ha incontrate Spino si. il forte terzino sta concludendo il servizio militare ed era alla sua prima partita «vera» della stagione (a Empoli non aveva gioca to). Ha trovato un antagonista che l'ha impegnato a fondo sul piano atletico ed agonistico. Non appena sarà in condizione. Spino si non avrà paura di nessuno. Domani sera Spinosi e la difesa sosterranno ti primo severo esame. «Spinosi deve ancora lavorare — dice Vycpalek —, gli manca l'abitudine al contatto con l'avversario, per questo non trova la misura e la scelta di tempo negli interventi. Sarà a posto fra una settimana». Le note liete riguardano ancora una volta Haller, protagonista assoluto della partita di Piacenza. «Un Haller "mondiale" — spiega Vycpalek —. Quando è in salute si diverte, diverte il pubblico e stimola 1 compagni». L'asso tedesco teme di essere entrato in forma troppo presto. Dice: «Ho già nelle gambe i novanta minuti e può essere pericoloso. Devo dosare gli sforzi. Giocherò nel derby con il Torino, poi chiederò di riposare a Taranto, In Coppa Italia, contro il Bari». Haller si è esibito in una serie di «numeri» di alta scuola strappando applausi a scena aperta. Quando Helmut prendeva flato, il gioco si faceva meno brdlante. Nella ripresa, accanto ad Haller, si sono messi in evidenza Cuccùreddu (subentrato a Furino), Marchetti e Capello. Nel complesso la squadra ha giù un buon ritmo. I difetti emersi a Piacenza si possono facilmente eliminare. «Per me — ha detto l'avvocato Sordillo. presidente del Milan, in tribuna — la Juventus resta la squadra ria battere e darà del filo da torcere a tutti». Ultima nota: Causio ha sbagliato un altro calcio di rigore dopo (lucilo lattosi parare a Viltar Pe rosa da Alcssandrclli nel galoppo di Ferragosto. Vycpalek ha deciso di affidare momentaneamente i «penaltics» a Capello «in attesa che Causio ritrovi la concentrazione». Secondo il tralner la Juventus è in leggero progresso come fiato e tenuta: «Il derby — aggiunge — sarà un "test" validissimo. Il Torino c'impegnerà a fondo. E' una squadra, quella granata, alla ricerca della miglior formula tattica ma che ha giocatori validi. Contro di noi il Torino ha quasi sempre disputato belle partite». Domattina i bianconeri ripasseranno gli schemi di gioco alla lavagna. Vycpalek vuole clic si corra in modo più razionale, che si operino lanci lunghi e che ciascuno tenga la propria posizione senza invadere quella degli altri. Bruno Bernardi La situazione dei granata è ancora instabile, ma non precaria - Giagnoni: « Tre gol la Juve non ce li darà » - La difesa è il reparto che preoccupa di più - Il futuro di Bui come centrocampista Ieri e stato detto a Giagnoni: Molti sono convinti che fra voi e la Juventus attualmente ci siano tre gol di differenza. A vantaggio del bianconeri, però. Lei ne è convinto? ». Il tecnico granata ha risposto: «Non facciamo ridere, la Juventus a noi tre gol non li fa. Loro possono sembrare più in forma perché sono affiatati, la squadra è la stessa dello scorso anno. Noi procediamo invece sul binari di un piano programmato, senza fretta. Dobbiamo inserire alcuni uomini nuovi nella formazione e pretendere che vada tutto bene, subito, mi sembra illogico. Però nessuna paura. Mercoledì sera in campo ci sarà anche il Torino, non soltanto la Juventus». Alia vigilia della prima partita al Comunale, il derby addirittura, l'ottimismo e la serenità di Giagnoni sono indispensabili per mantenere in quota il morale del granata. La storia dei tre gol di differenza è un ritornello che sentiamo ripetere spesso in questi giorni, perché ad una Juventus che sembra non abbia problemi da risolvere corrisponde un Torino il cui gioco per ora ha l'aspetto di un lenzuolo corto. Tiri da una parte e ti scopri dall'altra. Domenica sera ad Asti è migliorato l'attacco ma in compenso contro ragazzi di serie D non hanno convinto il centrocampo e soprattutto la difesa, un settore questo che fra poche ore dovrà vedersela con Haller, Causio, Anastasi, Capello e Bettega. Tuttavia, per rispetto della logica bisogna ricordare che i traguardi del Torino vanno ben oltre 11 derby amichevole di domani sera, nel quale, detto per inciso, può sempre succedere di tutto. II primo obiettivo per Giagnoni è costituito dalla finale italo-inglese per i vincitori della Coppa di Lega. In Italia ne viene assegnata una sola, quella che ha vinto it Torino in rappresentanza della Lega e della Federazione. In Inghilterra, due, una della Federazione, quella classica che ha vinto l'Arsenal e quella di Lega che è stata assegnata al Totten ham. Di qui la finale, accademica ma comunque interessante, ideata di Gigi Peronace. Lo scorso anno la sfida venne vinta dal Bologna. A cavallo di questo doppio impegno (1 settembre a Torino, 22 settembre a Londra) il Torino si dedicherà alla Coppa delle Coppe, quindi al campionato. Questi sono i veri obiettivi. Giagnoni non ha fretta, perché non vuoi sbagliare. Dopo ventitré giorni di preparazione i problemi sono ancora tanti, ma qualcosa è già stato risolto. Come l'inserimento di Toschi, la posizione più ideale per Sala, la conferma di Castellini, Fossati, Cereser e Agroppi. Che cosa rimane da fare ora? Intanto perfezionare l'adattabilità di Bui ad un ruolo che il giocatore ricopre istintivamente con una certa bravura ma che per lui costituisce una novità, quello di centrocampista a fianco di Sala, più precisamente di centravanti arretrato. Quindi il completo recupero di Pùlici che ad Asti ha denunciato confortanti progressi. La quadratura del centrocampo che sarà presumibilmente composto da Bui, Sala, Ferrini e Agroppi con Rampanti e Crivelli validissime alternative. La difesa, soprattutto, dove finora Lombardo e Zecchini hanno fatto rimpiangere la partenza di Polettl e l'indi- sponibllità di Pula. «Sono glo- vanl — ha spiegato Giagnoni necessitano di ulteriore esperienza. Lombardo però ad Asti non mi è spiaciuto del tutto». I ricambi, comunque, eventualmente sono disponibili (anche se è giusto offrire a Lombardo e Zecchini la controprova), e vanno individuati in Mozzini, Riva e Vegliarti quando quest'ultimo guarirà dallo stiramento alla coscia. Non è facile essere del tutto ottimisti su questo Torino il cui volto appare ancora misterioso, ma il pessimismo almeno per ora è da bandire. Anche perché soltanto le prime partite «vere», come quella di domani sera, potranno dare una misura delle possibilità granata. Le amichevoli illudono e deludono fuori misura e non bisogna dimenticare che fra Aosta e Asti i granata hanno messo a segno qualcosa come tredici gol. Giagnoni chiede tempo e bisogna concederglielo anche se domani sera la squadra dovesse perdere (ma nel sentirsi così bistrattati dal pronostico reagirà forse l'orgoglio dei giocatori). E' implicito l'appello del tecnico ai tifosi che finora sono stati molto generosi. I fischi non servono, se non per complicare la situazione, una situazione instabile ma non precaria. Franco Costa ■SU Paolino Pulici