Due auto schiacciate: 5 morti

Due auto schiacciate: 5 morti I primi rientri dalle vacanze funestati da parecchi incidenti Due auto schiacciate: 5 morti La sciagura poco dopo le 11 di ieri sulla statale nei pressi di Asti, mentre infuriava un violento temporale - Un'autobotte carica di gasolio ha improvvisamente sbandato sull'asfalto bagnato: distrutta una famiglia siciliana che tornava da un viaggio in Francia (quattro persone) - La quinta vittima è un torinese - Leggermente ferito l'autista della cisterna - Altre mortali disgrazie sulle strade italiane (Dal nostro corrispondente) Asti, 20 agosto. Cinque morti, di cui quattro componenti la stessa famiglia, e un ferito sono il bilancio di una sciagura stradale accaduta stamane sulla statale Asti-Alessandria, in località Valterza d'Asti: il rimorchio di un'autocisterna carica di 320 quintali di gasolio combustibile ha schiacciato due auto, con cinque persone a bordo, che sono rimaste orribilmente maciullate. La rapidità con la quale è avvenuta la sciagura impedisce fino a questo momento di disporre di precisi elementi per stabilire con esattezza le responsabilità; ma, secondo un testimone, l'autista dell'autocisterna avrebbe la responsabilità del sinistro, il più grave avvenuto negli ultimi anni nella provincia astigiana. Erano le 11 quando iniziava a piovere. Sulla statale sopraggiungeva da Alessandria un'autocisterna con rimorchio, carica di combustibile, guidata da Mario Marengo, di 27 anni, da Monforte (Cuneo). Secondo un giovane testimone, l'autocisterna pare che stesse per effettuare un sorpasso. Di colpo sbandava sull'asfalto reso viscido dalla fitta pioggia, forse perché l'autista avrebbe azionato i freni. Dall'autocisterna si staccava il rimorchio, che fi niva completamente a sin! stra, investendo in pieno una « 850 » che sopraggiungeva in quel momento da Asti, pilotata da Vladimiro Valentini, di 62 anni, residente a Torino in corso Massimo d'Azeglio 7. L'automobile è stata interamente distrutta, come se fosse finita sotto un rullo compressore. Il rimorchio continuava - però la sua corsa per una sessantina di metri, andando ad agganciare una « 128 » che seguiva nello stesso senso di marcia la «850», trascinandola in un fossato, dove rimaneva schiacciata sotto il peso del rimorchio, che si capovolgeva su una fiancata. La scena è stata terrificante: alcuni automobilisti sono fuggiti, altri si fermavano e davano l'allarme al più vicino posto telefonico pubblico. Proprio in quel momento sulla zona si abbatteva un nubifragio di inaudita violenza, che ostacolava i soccorsi. Giungevano poco dopo le autoambulanze della Croce Ver- de. la polizia stradale, i vigili del fuoco. Il pilota della « 850 » è stato il primo ad essere estratto ormai cadavere dai rottami dell'auto. La sua morte è stata istantanea. Per poter liberare, invece, gli occupanti la « 128 » sono occorse due ore di lavoro. I soccorritori intravedevano i corpi inanimati di due persone, poi si sono accorti che erano quattro. I vigili del fuoco e alcuni volontari hanno dovuto alleggerire il carico di gasolio che la motrice conteneva. Una parte del liquido è finito nei campi, un'altra parte è stata pompata in un'autocisterna fatta giungere sul posto. Quando i vigili del fuoco sono riusciti a sollevare il rimorchio ormai vuoto, hanno potuto constatare che nell'auto vi erano i corpi di due uomini e di rtue donne. Attraverso i documenti d'identità, le vittime sono state identificate: Giuseppe Ragusa, di 24 anni, che pilotava la «128» targata Catania, celibe, neolaureato in medicina, residente a Catania in via Alfio 17; al suo fianco si trovava il padre, Emilio Ragusa, di 58 anni; sui sedili posteriori la madre, Maria Ruggeri, di 51 anni, ambedue insegnanti nelle scuole elementari di Ragusa, e la sovella Rosa, di 29 anni, nubile, residente a Monterosso Almo (Ragusa), pure insegnante elementare. Dopo le constatazioni di legge, le salme sono state trasportate nella camera mortuaria del cimitero urbano, a disposizione dell'autorità giudiziaria, che ha predisposto un'inchiesta affidata alla Polizia stradale. Il Valentini era diretto verso la Riviera Ligure per far visita ad alcuni parenti, mentre i componenti la famiglia Ragusa provenivano dalla Francia, dove avevano trascorso qualche tempo, visitando alcune zone della Savoia. Al momento dell'incidente stavano rientrando in Sicilia: la loro auto era infatti colma di bagagli e di souvenirs francesi. La famiglia Ragusa aveva attraversato il centro di Asti e in una panetteria la giovane maestra aveva acquistato del pane, da consumare forse a colazione. Dieci minuti dopo, tutt'e quattro morivano tragicamente. Un soccorritore ha dichiarato di aver udito, pochi istanti dopo l'incidente, una voce femminile invocare aiuto dall'interno dell'auto, e poi più nulla. Le quattro vittime si sono i viste piombare addosso il g grosso rimorchio e inoltre l'automobile è stata in parte invasa dal gasolio. Nell'auto distrutta è stata trovata insanguinata una piccola foto grafia che ritrae Rosa Ragusa attorniata da un gruppo di alunni della sua scuola. Sul luogo della sciagura si è recato il prefetto di Asti, dott. De Marchi, il quale ha ordinato l'immediato ritiro della patente di guida all'autista dell'autocisterna. v. m. Asti. I quattro siciliani morti: da sin. a destra Giuseppe Ragusa, Emilio Ragusa, Maria Ruggeri e Rosa Ruggeri (Ansa)